Huawei: previsto un tracollo delle vendite di smartphone nel 2021

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Fonte: https://medium.com/@SparkFin/how-to-take-advantage-of-the-falling-stock-market-e5b56911221c

Da quando Joe Biden si è insediato alla Casa Bianca, si è aperto uno spiraglio di speranza per il futuro di Huawei. Ma c’è chi non è della stessa campana, suggerendo come la nuova presidenza potrebbe non comportare grosse modifiche applicate al ban USA. L’analisi effettuata da TrendForce è a dir poco pessimistica, prevedendo un pesante calo al 4% delle quote nel mercato globale degli smartphone. Una percentuale così bassa riporterebbe Huawei indietro con gli anni, con vendite paragonabili a quelle del 2012. Basti pensare che in quell’anno usciva il primissimo Huawei Ascend P1 e la concorrenza lanciava sul mercato modelli come Apple iPhone 4S, Nokia Lumia 900, Samsung Galaxy S2 e HC One X.

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Le vendite di smartphone Huawei saranno messe a dura prova nel 2021

Se la previsione di mercato di TrendForce si avverasse, sarebbe un duro tracollo per le casse di Huawei, praticamente ritrovatasi ad affidarsi unicamente sul mercato cinese dove è ancora forte. Nonostante il ban USA si sia abbattuto a cavallo fra 2019 e 2020, sarebbe il 2021 l’anno della vera crisi. In questi mesi ha comunque potuto fare affidamento ai modelli già in vendita da prima del ban statunitense. Cosa che verrà meno durante il prossimo anno, quando gli smartphone in commercio saranno quasi totalmente privi dei servizi Google.

quote di mercato

Il Q4 2020 si concluderà con uno share di mercato da parte di Huawei del 14%, dopo il picco del 20% raggiunto nel corso del Q2 2020. Quasi sicuramente ciò non avverrà già dai primi mesi, anche perché saranno sospinti dall’atteso lancio della serie Huawei P50. Ma è altresì vero che la più grossa fetta di mercato per i produttori di smartphone, Huawei inclusa, è rappresentata dalla vendita dei più economici modelli di fascia medio/bassa. E questa è una fascia di mercato dove l’utenza è molto meno disposta a scendere ad un compromesso così importante come l’assenza dei servizi Google. Soprattutto adesso che Xiaomi si sta imponendo in Europa, rubandole quote di mercato in vari paesi, Italia in primis.

L’essere impossibilitata a prodursi chipset è un altro grosso fardello per Huawei, con la gamma Kirin che rappresentava un grosso vantaggio competitivo. Ritrovandosi costretta ad affidarsi a chipmaker di terze parti come MediaTek, non soltanto avrà un appeal minore ma subirà anche un innalzamento dei costi produttivi. Uniamo a ciò la sua quasi totale esclusione dalla vendita di infrastrutture 5G in occidente ed ecco che si profila un quadro per niente positivo. Senza contare che la cessione di Honor comporterà un’ulteriore perdita nelle quote di mercato generali.

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