Il mercato cinese di smartphone è sicuramente uno dei più interessanti e vari, ma ha anch’esso una cerchia di top brand che è davvero difficile spodestare. Questo perché tali colossi come Huawei, Vivo, OPPO e Xiaomi hanno al loro interno almeno un sub-brand che fa vita propria, ma nelle spedizioni e nelle vendite poi risulta essere inclusa nel gruppo d’appartenenza. Ma tra queste c’è una certezza che si conferma anno dopo anno ed è il primato di Huawei, che anche nel Q2 2020 trionfa in Cina.
Huawei domina nelle spedizioni in Cina nel Q2 2020, ma l’exploit è di Vivo
Andando a vedere le sempre molto attente statistiche di Canalys, possiamo confermare che il primo brand di smartphone al mondo da tre mesi consecutivi, cioè Huawei, sia leader indiscusso delle classifiche delle spedizioni in Cina, con un 44.3% del market share, con 40.2 milioni di smartphone spediti nel secondo trimestre 2020 (esattamente 3 milioni in più rispetto al 2019) ed un incremento annuale dell’8%. Il risultato è davvero importante, se consideriamo il fatto che in un periodo così difficile per tutti, sia l’unico brand cinese a non esser andato in perdita rispetto ad un anno fa (e senza contare la forte crescita di Apple dal 5.9% all’8.5%, con base annua di +35%), con le competitor che non hanno perso meno del 13%.
Vivo supera OPPO nelle spedizioni interne
Ma i risultati delle altre compagnie oltre a Huawei non sono però così negativi, visto che comunque Vivo, OPPO e Xiaomi hanno spedito un buon numero di smartphone. Quella che però ha fatto un exploit di vendite è senza dubbio Vivo, che ha scavalcato la “cugina” OPPO rispetto al Q2 2019 con 14.8 milioni smartphone spediti, rispetto ai 14.5 del brand di Tony Cheng. Questo dimostra il gran lavoro messo in pratica dal brand che man mano sta acquistando consenso anche grazie ad iQOO. Lontana, sebbene nei mesi scorsi abbia dimostrato di essere ben in salute, è Xiaomi, che nel secondo trimestre ha spedito 9.3 milioni di dispositivi.
Insomma, la ripresa economica per i brand di smartphone in Cina è lenta e Huawei pare esser l’unica a non risentirne, confermando le possibili perdite previste nella seconda metà dell’anno, ma non è detto che verso la fine dell’anno la tendenza possa invertirsi.
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