Il ban Huawei porterà a una crisi lavorativa negli USA, secondo la dirigenza

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La visione che in molti hanno sul conflitto in corso fra USA e Huawei è che le conseguenze negative potrebbero non andare come previsto. Premettiamo che tutta questa faccenda è scaturita per piena volontà del governo Trump, deciso ad allontanare l’azienda cinese con motivazioni dubbie. Ufficialmente il suo inserimento nella Entity List deriva da preoccupazioni in merito alla cyber-sicurezza. Gli USA affermano di avere prove che vedrebbero Huawei come un “grosso pericolo per la sicurezza nazionale“. Di conseguenza, non vogliono che metta le mani nell’infrastruttura di telecomunicazioni, in quanto potrebbe potenzialmente acquisire dati illecitamente e girarli al governo cinese. Se voleste approfondire, vi consiglio di leggere il nostro editoriale sull’argomento.

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“Perdite per almeno 50.000 posti di lavori negli USA”, per la divisione americana di Huawei

Volendo essere più “maliziosi”, è palese che una decisione del genere derivi anche dalla volontà di bloccare l’ascesa commerciale di Huawei. Non a caso si è deciso di far partire il ban dopo le voci che vedevano Huawei ormai pronta a sbarcare anche negli USA, dopo aver conquistato l’Europa. Se a questo uniamo il calo che le aziende americane, Apple in primis, stanno avendo sul mercato globale e il quadro che ne fuoriesce risulta ben diverso.

Una scelta, questa del governo americano, che ha fatto discutere molto, portando ad uno schieramento e a delle reazioni che sono le stesse che si generano, anche in altri contesti, dal comportamento di Donald Trump. Non vogliamo farne un discorso politicizzato, ma è evidente che siamo di fronte ad un personaggio alquanto controverso e che si ritrova a ricoprire una carica di stato fra le più rilevanti, se non la più rivelante, al mondo. L’immagine che in molti si sono fatti del presidente Trump è che le decisioni della sua amministrazione siano più dettate dalla pancia che dalla testa.

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Il ban Huawei colpirà più la Cina o gli USA?

La volontà è quella di estromettere Huawei e salvaguardare le aziende americane, nell’ottica nazionalista che da sempre caratterizza il suo operato. Ma le conseguenze effettiva pare proprio che andranno contro il mercato statunitense: non a caso la stessa Google ha a più riprese chiesto di poter tornare a commerciare con Huawei. Questo impedimento farà sì che i servizi Google non siano più utilizzati da almeno 800 milioni di utenti, con ovvie perdite economiche.

Di questa prospettiva è ovviamente Huawei, come affermato dalla dirigenza americana ai microfoni di Bloomberg e CNN. Sull’argomento si è espresso Andy Purdy, US chief security officer di Huawei, secondo cui l’impatto di queste decisioni sarà molto negativo per gli USA. Sul breve periodo Huawei andrà incontro a molte difficoltà, per quanto superabili: lo dimostra la creazione dell’AppGallery e di tutti i servizi annessi.

Per la controparte cinese saranno invece gli USA a pagarne le conseguenze, con ingenti perdite sul mercato del lavoro. Si parla di almeno 40.000/50.000 licenziamenti, fra Huawei e le aziende connesse sul suolo americano. Senza contare che più di 300 compagnie con base negli USA vedranno i propri ricavi diminuire, come conseguenza del non poter più operare normalmente con Huawei.

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