Da poco presentati ufficialmente, i nuovi modelli della serie Huawei P40 hanno dato dimostrazione di potersi spingere ancora più in là nella fotografia mobile. In particolar modo Huawei P40 Pro, anche se la vera chicca risponde al nome di Huawei P40 Pro+. Ma al momento quest’ultima versione non sembra ancora del tutto pronta, pertanto DxOMark ha ben pensato di testare il modello attualmente di punta.
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Innanzitutto ricordiamo il comparto tecnico di Huawei P40 Pro:
- 50 MP f/1.9, 23 mm (ma effettivi 27 mm), 1/1.28″, 2.44 µm, Octa PDAF, OIS
- Teleobiettivo 5x 12 MP f/3.4, 125 mm, PDAF, OIS
- Grandangolare 40 MP f/1.8, 18 mm, 1/1.54″, PDAF
- Sensore ToF
- Selfie cam 32 MP f/2.2, 26 mm, 1/2.8″, 0.8 µm, autofocus, sensore ToF+IR
Oltre alle grosse dimensioni del sensore, la nuova 50 MP viene sfruttata in Pixel Binning per scattare a 12 MP ed avere un range dinamico più ampio e prestazioni ottime con poca luce. Il grandangolare è lo stesso visto su Mate 30 Pro e, rispetto ad altri competitors, ha un FoV non così ampio. La focale si attesta sui 18 mm, rispetto ai 12/13 mm di altri top di gamma.
Il teleobiettivo è anch’esso simile a quello di P30 Pro, dato che la vera novità in fatto di zoom la troveremo su P40 Pro+. Ma la forza di P40 Pro sta anche nel software, con quello che viene definito “Field-of-view fusion zoom“. Fino allo zoom 2x viene usato il primario, mentre dal 5x al 50x il teleobiettivo a periscopio. Per le misure nel mezzo viene usata questa tecnica che, combinata all’AI RAW, combina i dati ricevuti da entrambi i sensori, fondendo diversi frame in RAW in uno ad alta risoluzione per poi cropparlo.
A migliorare è anche la modalità Ritratto, dato che P40 Pro beneficia della funzione AI RAW non soltanto in fase di zoom come per P30 Pro. Questa ottimizzazione software permette di avere una gamma dinamica più ampia, scattando una foto a 50 MP con cui generare una focale a 54 mm con dettagli più elevati. A coadiuvare il tutto c’è anche il sensore ToF, in grado di misurare la distanza rispetto al soggetto in primo piano.
Tante novità per la fotocamera di Huawei P40 Pro, hardware e software
Huawei P40 Pro può vantare anche migliorie per il bilanciamento del bianco e la riproduzione cromatica generale. Lato hardware c’è senz’altro il sensore multi-spettro che dà una grossa mano, per quanto il software non manchi. Viene usata una rete neurale che fornisce dati al sistema per bilanciare il punto di bianco, usando questo sensore per misurare i colori specifici ed essere quanto più preciso. Infine, l’autofocus usa tutti i pixel a disposizione, con un nuovo sistema Octa PDAF efficace anche con poca luce, la situazione più difficile per la messa a fuoco.
Il tutto si traduce in un punteggio superiore ai secondi, ovvero Xiaomi Mi 10 Pro e OPPO Find X2 Pro. Specialmente in ambito foto, dove P40 Pro ha un ampio range dinamico, buoni dettagli anche in fase di zoom e Portrait, un autofocus eccellente, così come eccellente è la gestione di texture e riduzione del rumore. Senza contare l’esposizione precisa di luci ed ombre in fase notturna. Lato video, poi, P40 Pro vanta una stabilizzazione OIS molto efficace e colori vividi in tutte le condizioni.
È altrettanto valida anche la selfie camera, anche in questo caso valutata da DxOMark come la migliore in circolazione. Il sensore principale è coadiuvato da un sensore IR dedicato all’acquisizione di profondità e aiutarla nell’autofocus.
Ecco, quindi, come si compone ad oggi la classifica di DxOMark:
- 128 – Huawei P40 Pro
- 124 – Xiaomi Mi 10 Pro, OPPO Find X2 Pro
- 123 – Huawei Mate 30 Pro 5G
- 122 – Honor V30 Pro
- 121 – Huawei Mate 30 Pro, Xiaomi Mi CC9 Pro Premium Edition
- 117 – Apple iPhone 11 Pro Max, Samsung Galaxy Note 10+ (4G e 5G)
- 116 – Huawei P30 Pro, OPPO Reno 10x Zoom, Samsung Galaxy S10 5G
- 114 – OnePlus 7 Pro, OnePlus 7T Pro
- 113 – Honor 20 Pro, Samsung Galaxy S10+
- 112 – Google Pixel 4, Huawei Mate 20 Pro