La questione tra il colosso cinese e il governo statunitense potrebbe essere giunta definitivamente al capolinea e stavolta non per una scelta rimarcata da parte degli USA. La diatriba va ormai avanti da mesi, ma ora sembra che per Huawei sia giunto il momento di salutare in via definitiva Google ed i suoi servizi, senza però rinunciare a produrre smartphone Android. Che cosa sta succedendo?
Aggiornamento 01/04: alle recenti dichiarazioni ne sono state aggiunte di ulteriori. Trovate tutti i dettagli all’interno dell’articolo.
Aggiornamento 30/03: a mesi di distanza, il CEO torna ad esporsi sull’annosa questione Huawei/Google.
Aggiornamento 31/01: dopo le dichiarazioni precedenti, un portavoce dell’azienda ha mitigato le affermazioni in merito alla questione Google.
Huawei saluta Google e sceglie i nuovi Huawei Mobile Services per Android
Dopo mesi di attesa, sembra che i vertici di Huawei siano ormai stanchi di attendere un responso definitivo da parte degli USA. Il ban al colosso cinese è attualmente in fase di proroga, gli affari vanno avanti ma le conseguenze si sono fatte sentire. Nel frattempo, la compagnia asiatica ha già presentato tutta una serie di soluzioni indipendenti dai servizi Google, arrivando finanche ad un’alleanza con altri partner per ovviare alla mancanza di certi servizi (come nel caso di Maps e TomTom).
Durante una conferenza tenutasi in Austria, Huawei ha confermato l’impossibilità di ritornare ai servizi Google. Un segnale chiaro, che indica la volontà di non ritornare sui propri passi, quale che sia l’epilogo della diatriba tra l’azienda e il governo USA. Il gigante tecnologico si affiderà completamente ai HMS – Huawei Mobile Services – in modo da prendere le distanze dalla compagnia di Mountain View. Nel corso del 2020 l’azienda dovrebbe investire altri tre miliardi di dollari nei circa 4000 sviluppatori impegnati sulla piattaforma.
Tuttavia i futuri smartphone del brand continueranno ad essere basati su Android, al momento l’unica alternativa possibile. Tuttavia c’è l’intenzione di dedicarci ad un terzo ecosistema per smartphone, che andrà ad affiancarsi ad Android e iOS. Inoltre Huawei darà il via alla commercializzazione di Mate 30 Pro in Germania nel corso del mese di Febbraio, nonostante la mancanza dei servizi Google. Lo stesso avverrà con i prossimi top di gamma P40 e P40 Pro, in arrivo in Austria (e quindi in Europa) verso fine Marzo. Nelle scorse settimane, il buon evleaks ha anticipato quella che dovrebbe essere la data dell’evento di lancio europeo, fissato per il 26 Marzo a Parigi.
Aggiornamento 31/01
Nonostante le prime, piccanti dichiarazioni, un portavoce di Huawei è intervenuto con nuove dichiarazioni per la testata The Verge, stavolta con parole più viti verso la situazione con Mountain View. Secondo quanto riportato, “La nostra prima scelta è l’ecosistema Android aperto, inclusi i servizi Google, ovvero ciò che ci ha aiutato a diventare il secondo produttore al mondo per spedizione di smartphone”. Il portavoce continua affermando che Google e Huawei sperano che venga revocato il ban, in modo da poter continuare a collaborare. Ovviamente, qualora gli USA dovessero mantenere l’attuale politica, Huawei sarebbe pronta a proseguire da sola con i propri Huawei Mobile Services.
Aggiornamento 30/03
Come tutte le storie d’amore tormentate, l’affair fra Huawei e Google non accenna a placarsi. Contestualmente all’ufficialità della serie P40, il CEO Richard Yu è tornato ad esporsi sull’argomento. In un’intervista a Wired ha così affermato:
“In passato abbiamo portato enormi profitti ed entrate a società statunitensi come Google e stiamo stati ottimi partner. Quindi, noi di Huawei speriamo ancora di poter continuare a collaborare con Google. Speriamo di ottenere la licenza dal governo USA. Siamo aperti a riguardo. Nell’interesse del valore di quelle società statunitensi, dovrebbero… Spero che possano darci la licenza.
Vogliamo utilizzare tutti i servizi Google ed il Play Store come scelta principale con i Huawei Mobile Services ad offrire più scelta. Vogliamo rimanere sulla piattaforma Android.“
La strategia che Huawei vorrebbe adottare è in linea con quella dei principali produttori, come Samsung e Xiaomi. Basarsi in prevalenza sull’ecosistema Google, a cui affiancare il proprio e dare agli utenti una gamma più ampia di servizi fra cui scegliere. Una filosofia che potrebbe portare, però, ad una maggiore confusione, trovandosi con duplicati installati sul telefono come nel caso di Samsung, appunto.
Fatto sta che siamo ancora ben lungi dal poter ragionare su una strategia del genere, dato che Google rimane ancora taboo sugli smartphone Huawei/Honor. Anche perché sembra proprio che gli USA non vogliano allentare la presa, come dimostra il voler rallentargli la produzione di chipset proprietari.
Aggiornamento 01/04
In occasione della pubblicazione dei risultati finanziari del 2019, Huawei ha nuovamente parlato della questione Google. Ai microfoni della CNBC, il presidente attuale Eric Xu ha così affermato:
“Speriamo che i servizi Google diventino disponibili sul nostro AppGallery, proprio come sono disponibili sull’App Store.“
Huawei ha usato il parallelismo con Apple per specificare come l’esistenza dell’AppGallery non significa che i telefoni Huawei/Honor non possano usare le Gapps. Ma è ovvio che, per quanto Apple sia “nemica” di Google, non è penalizzata da alcun ban, essendo un’azienda statunitense esattamente come Big G.
⭐️ Scopri le migliori offerte online grazie al nostro canale Telegram esclusivo.