In passato abbiamo già assistito ad un primo teardown di Huawei P30 Pro, poco dopo il suo lancio sul mercato. Ma viste le recenti vicissitudini a cui Huawei è andata incontro nei confronti degli USA, il tutto è stato nuovamente affrontato ma sotto un’ottica differente. Analizzando la struttura interna dello smartphone, quante componenti vengono dagli USA e quante dall’Asia? Di conseguenza, un ban totale da parte degli USA cosa andrebbe ad inficiare? Ce lo mostra Nikkei Asia, con l’elenco sottostante che comprende percentuali e costi stimati.
All’interno di Huawei P30 Pro sono presenti diverse componenti statunitense
In realtà molte componenti provengono proprio dall’Asia, fra Cina, Giappone, Sud Corea e Taiwan. Ma all’interno di Huawei P30 Pro ci sono comunque parti essenziali prodotte negli USA, fra cui RAM, impianto audio e protezione del display.
- Cina: 38.1% – 138.61$
- Display (BOE) – 84$
- Chipset (HiSilicon) – 30$
- Batteria (Amperex) – 8$
- Semi-conduttore per comunicazioni (HiSilicon) – 5.2%
- Lettore d’impronte – 5$
- Pannello touch (Goodix) – 2.3%
- Giappone: 23% – 83.71%
- Fotocamere posteriore (Sony) – 25.79$
- Fotocamera frontale (Sony) – 12.16$
- Fotocamera ToF (Sony) – 4.76$
- Switch antenna – 3$
- Touch screen (Alps Electric/Alpine) – 3$
- Duplexer antenna (TDK, Taiyo Yuden e Kyocera) – 2.75$
- Filtro (Murata)
- Bussola elettronica (Asahi Kasei)
- Vibratore di cristallo (Seiko Epson e Nihon Dempa Kogyo)
- Oscillatore di cristallo (Kyocera)
- Contatti batteria (Hirose Electric)
- USA: 16.3% – 59.36$
- RAM (Micron Technology) – 40.96$
- Semi-conduttore per comunicazioni (Skyworks Solutions) – 8$
- Semi-conduttore per comunicazioni (Qorvo) – 3$
- Gorilla Glass (Corning) – 2.7%
- Amplificatore audio (Cirrus Logic)
- MIPI Switch (Texas Instruments)
- Taiwan: 7.9% – 28.85$
- Scocca – 23$
- Scheda circuiti (Compeq)
- Sud Corea: 7.7% – 28$
- Memoria NAND (Samsung) – 28.16$
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