Arrivano nuovi risvolti nella questione dei chipset targati Huawei, ovvero i SoC Kirin sviluppati da HiSilicon. Il ban dagli USA ha causato una reazione a catena non indifferente: migliaia di clienti hanno annullato i propri ordini, gli operatori britannici hanno rimosso i telefoni dal catalogo e diverse aziende si sono allontanate da Huawei. Una fra queste ARM Holding, ovvero l’entità dietro all’architettura ARM, utilizzata da praticamente tutti i chipset su smartphone. Una mossa che rischia seriamente di compromettere la produzione dei SoC per Huawei, anche se le ultime dichiarazioni di TSMC portano un briciolo di tranquillità.
Il ban USA contro Huawei affrontato anche da TSMC: qual è il destino dei Kirin?
Anche se Huawei ha messo da parte mesi e mesi di forniture hardware, il blocco da parte di ARM rischia di bloccare tutta la filiera. Fortunatamente, però, la dirigenza di TSMC ha confermato che, almeno per il momento, la situazione non subirà grosse rivoluzioni. Anche se proprietari, i chipset Kirin sono prodotti proprio da TSMC, azienda dietro alla realizzazione di SoC per moltissime aziende, fra cui anche Apple.
E dopo aver valutato attentamente la situazione, il produttore ha deciso di continuare l’attività nei confronti di Huawei. Ciò significa che sia l’attuale Kirin 980 non subirà rallentamenti e sarà normalmente fornito all’azienda di Ren Zhengfei. Stessa cosa anche per il futuro Kirin 985, SoC che vedremo probabilmente presentato ad IFA 2019 e al debutto con la serie Huawei Mate 30.
Tuttavia, TSMC controllerà a monitorare la situazione e non è da escludere che, in caso di risvolti negativi, possano esserci cambiamenti di rotta. E se TSMC decidesse di tagliare i ponti con Huawei lì inizierebbero i problemi, dato che le aziende cinesi di produzione chip sono ancora indietro con lo sviluppo tecnologico. Se attualmente il Kirin 980 prodotto da TSMC è realizzato a 7 nm, la filiera cinese è ancora vincolata agli ormai datati 28 nm.