Dopo le critiche legate allo zoom (non) ottico di OnePlus 5, si torna a parlare della questione dei benchmark truccati. Ad esporsi sul caso è addirittura Tim Murray, un senior engineer di Google ed Android dal 2012. Al di là della questione etica, egli afferma come questa manovra sia anche rischiosa per quanto riguarda batteria e protezione termica. Come vi avevamo riportato in precedenza, il trucchetto di OnePlus 5 starebbe nel mantenere al massimo i 4 core inferiori della CPU durante l’esecuzione delle app di benchmark. Normalmente un processore si regola in base al calore sprigionato e, superata una soglia massima, va a ridurre la propria potenza per salvaguardare il sistema (il cosiddetto thermal throttling).
Così facendo questa protezione sarebbe bypassata e esporrebbe lo smartphone ai suddetti rischi. Ciò non significa che basterà un test Antutu per rompere il telefono, ma si tratta comunque di una manovra poco ortodossa. Inoltre, egli sottolinea come questa problematica era già stata esposta da Google a OnePlus, la quale ha tuttavia ignorato l’avvertimento.