Nei giorni scorsi l’azienda californiana Bluebox ha accusato Xiaomi di installare sullo Xiaomi Mi4 LTE alcuni malware e trojan dannosi.
Le accuse da parte dell’azienda hanno spinto Hugo Barra a rispondere in prima persona, spiegando che sui dispositivi dell’azienda non viene installato alcun malware, cosa che, invece, alcuni rivenditori di terze parti – perciò non autorizzati da Xiaomi – purtroppo fanno, installando custom ROM non ufficiali.
Eccovi le parole riportate dal vice presidente di Xiaomi:
We are certain the device that Bluebox tested is not using a standard MIUI ROM, as our factory ROM and OTA ROM builds are never rooted and we don’t pre-install services such as YT Service, PhoneGuardService, AppStats etc. Bluebox could have purchased a phone that has been tampered with, as they bought it via a physical retailer in China. Xiaomi does not sell phones via third-party retailers in China, only via our official online channels and selected carrier stores.
Hugo Barra
In poche parole, il Mi4 testato da Bluebox non aveva una ROM MIUI ufficiale installata, sulla quale non sono presenti trojan/malware e servizi dannosi, oltre ai permessi di root attivi di default, secondo quanto riportato da Barra.
Lo smartphone testato, quindi, non è stato acquistato da Xiaomi stessa ma da un rivenditore fisico terze parti in Cina e, di conseguenza, il test eseguito da Bluebox non è da considerare valido, visto che sono numerosi i rivenditori di smartphone cinesi che personalizzano le ROM dei dispositivi venduti con AdWare e Malware purtroppo.
Va ricordato, inoltre, che Xiaomi non ha negozi fisici o rivenditori ufficiali, visto che le vendite avvengono solamente tramite lo store online Mi.com.
Insomma, l’accusa di Bluebox sembra infondata dunque, visto che incolpare un’azienda prendendo come campione un solo dispositivo non è sufficiente a muovere accuse così gravi.
Forse Xiaomi sta iniziando a dar fastidio ai colossi occidentali? Vedremo nei prossimi mesi…
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