Exynos 2500 è un flop, ma Samsung vuole portarlo su Galaxy S25

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Aggiornamento 22/06: nuove indiscrezioni sui lavori di Samsung sullo sviluppo dell’Exynos 2500, le trovate a fine articolo.

Preparatevi, perché da qui ai prossimi mesi ci aspetta ancora una volta una strada lastricata di rumor sulla serie Samsung Galaxy S25 e ai dubbi attorno all’Exynos 2500. Sono anni che, ogni volta che sta per uscire un nuovo top di gamma del brand sud-coreano, parte il toto-chipmaker e ci si interroga su quale System-on-a-Chip verrà utilizzato: Exynos, Snapdragon o entrambi?

Samsung Galaxy S25, niente Exynos 2500 ma solo Snapdragon 8 Gen 4: ecco perché

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Di tutte le compagnie in circolazione, Samsung è l’unica che è sia chipmaker fabless che fab: questo significa che ha una divisione Exynos che si occupa di ingegnerizzare i microchip e una divisione Samsung Foundry che li stampa. Tutto avviene in casa, al contrario di Apple e Huawei che si occupano soltanto di ingegnerizzarli per poi affidarsi a TSMC e SMIC per stamparli.

Un vantaggio non da poco ma che negli ultimi anni è venuto meno a causa dei problemi di efficienza che hanno costretto Samsung a ripiegare interamente sui SoC Snapdragon per la serie Galaxy S23, quando fino ad allora era solita usare gli Exynos in Europa e gli Snapdragon in USA e Asia. Con la serie S24 c’è stato un ritorno di fiamma per gli Exynos, per quanto siano stati limitati solamente ai modelli base e Plus, con quello Ultra mosso ovunque dallo Snapdragon 8 Gen 3 for Galaxy.

La verità è che il pubblico preferisce gli Snapdragon, con gli Exynos che nel miglior dei casi sono alla loro pari ma che spesso soffrono la concorrenza in termini di temperature e autonomia. Questo perché Samsung Foundry ha processi produttivi qualitativamente inferiori rispetto a quelli di TSMC, situazione che potrebbe ripetersi anche con la prossima generazione di System-on-a-Chip.

Si pensava che con l’Eyxnos 2400 la situazione fosse stata normalizzata, ma il problema è che l’Exynos 2500 sarà il primo SoC che segnerà il passaggio dai 4 ai 3 nm, transizione che per Samsung Foundry significherà introdurre la tecnologia GAAFET al posto di quella FinFET. Per sintetizzare, il processo FinFET non riesce più a star dietro alla continua miniaturizzazione dei transistor, e quello GAAFET permette di ridurli ulteriormente, come spiegato nell’articolo dedicato.

Considerato che i 3 nm di TSMC sono ancora di tipo FinFET, le previsioni davano Samsung in vantaggio, ma ad oggi TSMC è stata la prima nel 2023 a produrre SoC a 3 nm (l’Apple A17 Pro di iPhone 15) e pare che il vantaggio proseguirà anche nel 2025. Si vociferava che la serie Galaxy S25 sarebbe stata nuovamente basata sia su SoC Samsung che Qualcomm, ma non è della stessa idea il noto Ming-Chi Kuo.

Secondo l’insider, Qualcomm sarebbe l’unico fornitore di SoC per l’intera gamma S25, e il motivo sarebbe la resa inferiore del previsto dell’Exynos 2500. Viene menzionato un rendimento decisamente basso per i 3 nm di Samsung, attorno al 20%: se così fosse, significherebbe che Samsung cestinerebbe 8 chip su 10 stampati, mentre il nodo N3B di TSMC si attesterebbe sul 55%. Per Samsung sarebbe troppo rischioso adottarlo su larga scala su un prodotto così importante per le sue casse; per quanto i SoC proprietari siano economicamente più vantaggiosi, mettere in commercio i top di gamma di punta con SoC non all’altezza delle alte aspettative dei consumatori sarebbe decisamente rischioso.

Finora si era parlato dell’Exynos 2500 come di un semiconduttore capace di fare meglio che in passato sotto il profilo dei consumi, persino meglio della concorrenza. C’è ancora un certo scetticismo sulla tesi di Ming-Chi Kuo: mancherebbero ancora troppi mesi per dare per spacciato il SoC di Samsung, anche alla luce della volontà di non alzare troppo i prezzi. L’abbiamo visto con Samsung Galaxy Tab S10, che potrebbe preferire MediaTek a Qualcomm, e la situazione non dovrebbe migliorare con uno Snapdragon 8 Gen 4 che rischia di essere costosissimo.

Samsung non si arrende | Aggiornamento 22/06

Lo sviluppo dell’Exynos 2500 non starebbe andando come sperato da Samsung, che però non si starebbe arrendendo all’idea di doversi giocoforza affidarsi a Qualcomm. Lo dice un nuovo report dalla Corea del Sud: la divisione Samsung LSI starebbe lavorando per migliorare il rendimento del suo processo produttivo SF3 a 3 nm. Con un tasso d’efficienza di soltanto il 20%, la compagnia avrebbe tempo fino a ottobre per migliorarlo fino al 60% e renderlo utilizzabile sulla serie Galaxy S25.

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