Huawei non è nuova a prendere il pubblico di sorpresa presentando nuove tecnologie da record, e il fatto che continui a farlo nonostante il ban USA è ancora più sorprendente. È accaduto di recente con Huawei Mate XT, quello che si è presentato al mondo come il primo smartphone tri-pieghevole della storia, e sta accadendo nuovamente con il lancio dello standard GPMI, con prestazioni che riescono a essere addirittura superiori di quelle del Thunderbolt 5.
Huawei presenta General Multimedia Interface: è persino più veloce del Thunderbolt 5
L’acronimo in questione sta per General Media Interface, ed è la novità con cui Huawei vuole alzare l’asticella in un elemento spesso sottovalutato, cioè la connettività USB-C. Su molti degli smartphone (e non solo) in circolazione troviamo le porte USB-C 2.0, le cui velocità di trasferimento dei dati non vanno oltre i 60 MB/s; va meglio sui top di gamma, dove la connessione USB-C 3.x può arrivare a toccare gli 1,25 GB/s. I più fortunati, quelli che hanno fra le mani i (per ora pochissimi) prodotti con Thunderbolt 5, vantano velocità ben più alte, con picchi di 15 GB/s.
Quello che ha fatto Huawei ha del portentoso, perché la sua tecnologia GPMI supera qualsiasi cosa mai vista finora, settando un nuovo record a 120 Gbps, pari a circa 18 GB/s e con una potenza massima di 480W. Oltre ad avere protezione end-to-end, queste performance fanno sì che si riduca di un quarto il tempo di avvio del segnale video su monitor 8K, per una connessione pressoché istantanea.
Oltre a poter utilizzare più monitor assieme e a trasferire dati ad altissima velocità, questo tipo di connessione si presterà molto bene alla distribuzione di potenza di calcolo fra più terminali, anche grazie al supporto Windows, Linux, ChromeOS e ovviamente OpenHarmony. Per raggiungere tali velocità serviranno dispositivi compatibili fra loro, il cui debutto è atteso nel corso del 2025 con nuovi PC MateBook, tablet MatePad, monitor MateView e anche smartphone Pura e Mate. E se pensaste che questa tecnologia rimarrà confinata alla Cina vi sbagliereste, perché è stato confermato che sarà disponibile su scala globale, come dimostra anche la certificazione dell’European Union Intellectual Property Office.
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