Pochi giorni fa, la famiglia composta da Redmi Note, Note 11 Pro, Note 11 Pro 5G e Note 11S è arrivata in Italia e già sorgono dubbi sul sensore di prossimità. Potrebbe sembrare alquanto strano che la prima domanda che venga in mente alla presentazione di un nuovo smartphone riguardi questo elemento specifico. Purtroppo per Xiaomi, il suo recente storico di smartphone ha sollevato più di un dubbio sull’effettivo funzionamento di una componente tanto piccola quanto importante. Avete presente quando rispondete al telefono e lo schermo si spegne da solo? Oppure quando ascoltate un messaggio vocale da WhatsApp e Telegram e l’audio passa dallo speaker alla capsula auricolare per una maggiore privacy? Ecco, queste due mansioni sono affidate proprio al sensore di prossimità, senza il quale non sarebbe possibile farle. Per non parlare della modalità tasca: senza il sensore di prossimità, mettere il telefono in tasca significherebbe che il display potrebbe accendersi involontariamente.
Tutta la serie Redmi Note 11 ha il “solito” sensore di prossimità virtuale
Per quanto non sia una componente “glamour” come display, fotocamera e SoC, il sensore di prossimità svolge un ruolo importante nell’utilizzo quotidiano di uno smartphone. Detto questo, da qualche anno a questa parte, Xiaomi si è affidata all’azienda norvegese Elliptic Labs. Più precisamente dal 2016, quando venne lanciato lo storico Xiaomi Mi MIX: data la sua natura borderless, per lo smartphone erano necessarie nuove tipologie di componenti. Uno fra tutti il sensore di prossimità virtuale, cioè un sistema che sostituisce il normale sensore a infrarossi che troviamo sugli smartphone tradizionali.
Non starò qua a ripetervi come funziona questa virtualizzazione del sensore: per i più curiosi, c’è un articolo dedicato dove spiego tutto. Il problema sorge dal fatto che, da quando Xiaomi utilizza questa tecnologia, tantissimi utenti lamentano malfunzionamenti del sensore di prossimità. Come dimostrato nel video qua sopra, questo tipo di sensori non ha la stessa precisione che ha invece un sensore fisico.
Purtroppo per chi mal tollera questo sensore di prossimità virtuale, Elliptic Labs ne ha confermato la presenza anche sulle varianti Global di Redmi Note 11, Note 11S, Note 11 Pro e Note 11 Pro 5G. Come afferma la casa produttrice, questa tecnologia permette di ottimizzare i costi e far venire meno la necessità di approvvigionarsi di componenti in un’epoca in cui ce n’è scarsità. Per il momento non ci sentiamo di parlarne male, visto che né abbiamo avuto fra le mani Redmi Note 11 né ci sono segnalazioni in rete. Nell’attesa di scoprine di più, vi ricordiamo che c’è una lista con tutti gli smartphone Xiaomi con sensore di prossimità virtuale.
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