Xiaomi e OPPO vogliono slegarsi da Qualcomm e MediaTek

chipset 5g

Sono piuttosto consistenti le fonti che vedono in Xiaomi ed OPPO due realtà pronte a cimentarsi nella produzione dei chipset 5G. Per Xiaomi non sarebbe la prima volta, mentre fino ad oggi OPPO si è sempre affidata a Qualcomm e MediaTek. Si contano sulle dita di una mano le aziende indipendenti sotto il profilo dei chipset: a parte Apple, soltanto Samsung e Huawei ci sono riuscite nel mondo Android. Tuttavia, Samsung utilizza anche SoC Qualcomm in alcuni mercati, mentre Huawei è praticamente stata tagliata fuori. E nel mentre questa esigua lista sembra ridursi ulteriormente, c’è chi proprio in Cina vuole combattere questo monopolio con soluzioni “fatte in casa”.

I produttori cinesi vogliono farsi i chipset 5G da soli, a partire da Xiaomi e OPPO

I rumors parlano chiaro: sia OPPO che Xiaomi proporranno i propri chipset 5G con supporto sub-6 GHz fra fine 2021 e inizio 2022. E non saranno le sole, perché anche il chipmaker locale Unisoc si unirà a questo nuovo trend produttivo. Come già detto, Xiaomi non sarebbe alle prime armi, per quanto sia ancora lontana dal potersi definire esperta dell’argomento. Il suo primo ed unico SoC è stato il Surge S1, proposto nel 2017 a bordo di un deludente Xiaomi Mi 5C. Deludente anche e soprattutto per le limitazioni di un SoC ambizioso ma poco confrontabile con le più avanzate soluzioni Qualcomm e MediaTek. Ciò nonostante, in questo 2021 ha dato alla luce il nuovissimo Surge C1, anche se questa volta non siamo di fronte ad un SoC, ma ad un meno complesso ISP (chip per la fotocamera).

Per quanto riguarda OPPO, stiamo parlando di uno dei produttori più sorprendenti ed eclettici in materia di innovazione tecnologica. Ed oltre agli smartphone, l’azienda è anche all’opera proprio per la produzione di SoC proprietari.

La lotta delle nazioni al potere tecnologico passa per SoC

Complici diversi aspetti politici ed economici, la Cina vuole rendersi più indipendente nella produzione di chip. È quasi paradossale che, pur essendo la nazione fulcro nella creazione di smartphone, non abbia dei chipmaker all’altezza delle aspettative. Ricordiamoci che la statunitense Qualcomm e la cinese MediaTek sono chipmaker “fabless”, cioè che non si producono realmente i chipset. Una volta ingegnerizzati, i progetti vengono realizzati fisicamente dalle vere e proprie fabbriche di semiconduttori. E queste sono in mano a pochissime realtà, quasi interamente alla taiwanese TSMC se si guarda al mondo degli smartphone. Il motivo per cui un mercato così competitivo e danaroso sia nelle mani di pochi è dovuto all’estrema complessità che richiede la realizzazione di chip così sofisticati. Se foste interessati all’argomento, vi consiglio caldamente questo video di TechAltar:

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