Gli sviluppatori di app posso finalmente usare Gemini Nano, ma solo su un dispositivo

Google Gemini Nano AI
Crediti: Google

La corsa all’intelligenza artificiale sta caratterizzando tutte le grandi aziende nel mondo tech ed una delle più attive in tal senso è sicuramente Google. Tra i modelli di AI in locale al momento lo sviluppo più attivo sembra essere quello di Gemini. Per la sua versione Nano, infatti, il colosso americano ha ufficialmente aperto agli sviluppatori la possibilità di utilizzarlo nelle loro app sui dispositivi Android, anche se per adesso l’annuncio riguarda solo ed esclusivamente i prodotti della gamma Pixel 9.

Gemini Nano in pasto agli sviluppatori Android, ora possono controllare i parametri chiave dell’AI usando l’SDK AI Edge

Google Gemini Nano AI_1
Crediti: Google

Il modello più leggero e slegato dal cloud dell’intelligenza artificiale di Google può adesso essere sfruttato anche dalle applicazioni di terze parti. È bene precisare che Gemini Nano, progettato appositamente per portare l’esperienza AI in locale sui dispositivi mobile, mostra il suo valore soprattutto quando si tratta di lavorare sulla generazione di testo. Questo modello è infatti molto abile nel riassumere, correggere e anche nel parafrasare i testi, risultando dunque particolarmente ottimizzato per la riformulazione rapida. Un esempio in merito alla sua tempestività è stato visto pochi mesi fa con alcun test effettuati su Google Chrome.

Ora gli sviluppatori hanno un vantaggio: possono sfruttare diversi aspetti dell’AI all’interno delle loro app usando l’SDK AI Edge. Una delle risorse più ambite è certamente il campionamento top-K, metodo che Nano usa per essere molto simile ad un cervello umano. In breve, questo parametro specifico permette di generare risposte più pertinenti cercando di evitare ripetizioni. Il processo prevede l’adesione al gruppo Google AIcore-experimental per ottenere l’accesso ad “Android AICore (Beta)”, tutto tramite il Play Store. In questo modo gli sviluppatori avranno accesso al modello Nano 2 dotato di 3,25 miliardi di parametri, quasi il doppio rispetto a alla prima versione.

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