Recensione Hotwav T7: il rugged phone leggero e resistente

recensione hotwav t7 smartphone rugged economico

Tra la miriade di produttori cinesi di smartphone, molti dei quali semi sconosciuti, vi è Hotwav, un’azienda che in realtà a noi non è nuova in quanto più volte già ci sono capitati tra le mani i loro prodotti che hanno un potenziale molto grande e si distinguono, come spesso accade, per un forte rapporto qualità prezzo.

Il nuovo Hotwav T7, come il W10 che provammo un po’ di tempo fa, rientra di diritto nella categoria degli smartphone rugged, ma questa volta strizza l’occhio ad un pubblico più esigente sul fronte estetico e costruttivo: lui è un po’ più leggero rispetto la media di mercato, ma soprattutto non è mastodontico nel peso. Ve lo racconto un po’ più da vicino.

Recensione Hotwav T7

Design e materiali

Trovare un design unico ed esclusivo, soprattutto su un prodotto il cui costo è davvero molto contenuto, è praticamente una mission impossible, ma devo dire che Hotwav qui ce l’ha messa tutta per dare un tocco di originalità in più al suo smartphone che cerca in tutti i modi di distinguersi dal piattume generale presente nel mondo dei dispositivi rugged.

La prima strategia che l’azienda ha adottato per differenziarsi dai competitor, è racchiusa nell’ottimo bilanciamento di peso e dimensioni dello smartphone: l’Hotwav T7, infatti, è grande 174.6 x 82.8 x 12.8mm e pesa solamente 292 grammi, qualcosa come 50-60 grammi in meno rispetto la media di mercato con un hardware (e batteria, soprattutto!) simile.

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Per quanto riguarda il resto, l’Hotwav T7 è principalmente realizzato in plastica, ad eccezione di due rinforzi laterali sul telaio che sono realizzati in alluminio. Il resto, invece, è completamente in plastica: la back cover possiede una finitura in simil fibra di carbonio, quasi gommosa al tatto, e il frame dello smartphone è in plastica rigida per attutire meglio gli urti e danneggiarsi il meno possibile.

Sulla parte superiore, poi, è stato inserito un bordino rosso salva display che permette di tutelare lo schermo in caso di cadute; lo stesso bordino rosso è stato ripreso anche sulla parte posteriore, a protezione dell’imponente camera bump. Ingressi e porte sono protetti da sportellini ermetici per isolare gli elementi elettronici dall’acqua, dato che lo smartphone è certificato IP68 e IP69K, oltre agli standard MIL-STD810H sempre più comuni in questa categoria di prodotti.

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Gli elementi fisici, poi, sono distribuiti su tutti i lati: in basso c’è il connettore USB-C mentre è assente il jack da 3.5mm per le cuffie, elemento che su questo genere di dispositivi è ancora molto comune da trovare. Poi, invece, sul lato sinistro c’è lo slot MicroSD ibrido che può anche ospitare una o due schede SIM in formato nano, insieme al bilanciere per la regolazione del volume. A destra, infine, è stato inseririto il solo tasto di accensione.

Display

Una delle caratteristiche deludenti su dispositivi come l’Hotwav T7 è spesso il display: i pannelli degli smartphone rugged, infatti, sembrano tutti essere accomunati dalle stesse lacune e mancanze, quali angoli di visuale limitati e una luminosità non eccezionale, ad esempio, due problemi ricorrenti e presenti sulla quasi totalità degli smartphone rugged, incluso questo T7 di Hotwav.

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Tuttavia, devo essere sincero, la situazione qui non è così tragica e l’ho trovato anche migliorato rispetto il W10 di Hotwav che provai qualche tempo fa. Qui lo smartphone ha uno schermo mediocre da 6.52″ pollici con risoluzione HD+ 720 x 1600 pixel di tipo LCD IPS; e si, prima che ve lo chiediate, lui supporta solamente 60Hz come frequenza di aggiornamento del display, nulla di più. I colori sono accettabili, la luminosità fino a 450nits di picco non è il massimo, ma anche quando esposto direttamente alla luce solare non ho avuto difficoltà particolari. Vi confermo, però, che gli angoli di visualizzazione non sono eccezionali, ma per meno di 200 euro è davvero impossibile pretendere di più.

A protezione, tuttavia, l’azienda ha inserito a bordo dello smartphone un vetro Dragontrail che garantisce una resistenza ai graffi superiore del 200% rispetto i vetri tradizionali, ed è più affidabile in caso di cadute, che qui il produttore certifica fino a 1.5mt di altezza.

Hardware e performance

A seconda del momento in cui acquisterete questo dispositivo, o ne starete valutando l’acquisto, potreste trovare delle offerte che ve lo propongono a prezzi poco superiori i 100-110 euro, una cifra piuttosto onesta in relazione all’hardware installato a bordo, una piattaforma Mediatek con circa 4 anni di anzianità sul groppone. Mi riferisco all’MT8788, chipset del lontano 2020 con architettura Octa-Core a 2GHz e processo produttivo a 12nm, supportato da una GPU Mali-G72 e soli 4GB di memoria RAM, espandibili con 4GB ulteriori. Lo storage interno qui è pari a 128GB, ma nel caso ne aveste la necessità, tramite MicroSD potreste raggiungere i 2TB di spazio interno.

Non è una novità che l’hardware degli smartphone rugged, generalmente, sia piuttosto sotto tono, ma qui è davvero entry-level. Tuttavia, tralasciando i benchmark che, per forza di cose, non hanno potuto evidenziare numeri incoraggianti, vi devo dire che nel complesso, le prestazioni dello smartphone sono sufficienti. Se pensiamo al prezzo estremamente concorrenziale, tempi di caricamento un po’ lunghi nelle varie app e un po’ di lentezza generale non ci spaventano di sicuro.

Per quanto riguarda i giochi, funzionano, ma bisogna accettare tempi di caricamento lunghi e una qualità grafica non eccelsa, così come un frame rate non elevato: insomma, non è uno smartphone per i videogiocatori, nè per smanettoni che mandano decine di mail a settimana o centinaia di Whatsapp. Per tutte le altre operazioni più basilari, soprattutto se effettuate con ritmi sostenuti, e quindi non da smanettoni che non lasciano allo smartphone il tempo di “elaborazione”, lui possiamo ritenerlo comunque affidabile nel complesso.

A livello di connettività il T7 di Hotwvav supporta i tre sistemi di navigazione satellitare (GPS, Glonas, e Galileo), è compatibile solo con reti 4G (inclusa la Banda 20 e tutte le altre), e offre Bluetooth 5.0 e connessione Wi-Fi su bande 2.4/5GHz.

Software

Molto bene sul fronte software, perchè la ROM installata a bordo da Hotwav è piuttosto semplice e veramente il brand si è limitato, per fortuna, a pochissime aggiunte. Android, qui, è in versione 13 con patch di sicurezza risalenti ad inizio 2024, ma tralasciato questo dettaglio ci troviamo di fronte ad una esperienza Android stock nuda e cruda, con solo alcune personalizzazioni a livello grafico con icone e launcher personalizzato, ma nulla di più.

Tra le aggiunte immancabili che contraddistinguono la totalità degli smartphone rugged, inserirei naturalmente la famosa “cassetta degli attrezzi” che racchiude alcune funzionalità canoniche, come la torcia, il compasso e altri strumenti definiti “da lavoro”.

Fotocamera

A livello fotografico il nuovo Hotwav T7 arriva con due lenti sul retro, e una sul fronte; all’interno dell’imponente camera bump posteriore c’è una lente centrale da 20.7MP f/2.0 prodotta da Sony, e poi una piccola superiore di cui non si conosce nè l’utilità pratica sul campo, nè altre informazioni tecniche. La camer anteriore, invece, è da 8MP.

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Venendo però alla qualità fotografica, come ho già sottolineato in diverse recensioni di smartphone rugged, noto una resa delle immagini praticamente identica su tutti i dispositivi che rientrano in questa categoria: e no, non mi aspetto che un rugged sia uno smartphone dalle elevati capacità fotografiche, ma quantomeno mi aspetto un risultato all’altezza del periodo (tecnologico, si intende) in cui viviamo. Di giorno e con una buona illuminazione, le foto sono accettabili, anche se a volte è necessario mettere a fuoco manualmente per avere uno scatto ben definito; lo stesso vale per i primi piani, dove la messa a fuoco non è sempre immediata. Di base diciamo che una sufficienza piena, di giorno, la si raggiunge.

Di notte, la qualità delle immagini non è eccellente e il rumore è evidente nelle foto, quindi è meglio evitare di scattare in condizioni di scarsa illuminazione. La fotocamera per i selfie da 8MP produce immagini appena sufficienti, ma comunque più che buone per un utilizzo “interno”, o per qualche videochiamata. È possibile registrare video in FullHD a 30fps, ma anche in questo caso consiglio di farlo solo in presenza di una buona illuminazione, altrimenti i risultati potrebbero essere deludenti.

Autonomia

Peso più contenuto, ai limiti del normale direi, semplicemente grazie alla capacità della batteria installata, che qui è ben lontana dai 10 mila e più mAh tipici di smartphone come questo. Hotwav T7, infatti, ne monta a bordo una più modesta da 6280 mAh, un’unità che riesce a fare comunque il suo lavoro senza alcuna difficoltà e che è capace di assicurare all’utente finale un’autonomia pari a circa due giorni di utilizzo senza limiti di nessun tipo.

Se rientrate nella categoria di utilizzatori che con lo smartphone ci fa lo stretto necessario, allora l’autonomia con voi potrebbe essere pari anche a 3 giorni, sempre senza limitazioni. La batteria naturalmente non supporta ricariche rapide di alcun tipo e, anzi, si ferma a 10W massimi con l’alimentatore incluso in confezione, piuttosto lento nella ricarica.

Prezzo e considerazioni

Hotwav T7, spulciando un po’ online, è acquistabile per cifre molto variabili a seconda degli store e delle offerte attive, ma parliamo sempre di prezzi inferiori ai 150 euro netti. Alla luce dei test effettuati, a prescindere dai benchmark e dai numero, l’Hotwav T7 è uno smartphone che, per chi non ha grosse pretese, fa il suo dovere.

E ok, sono d’accordo con voi sulla questione hardware: stiamo pagando circa 150 euro per portarci a casa uno smartphone con una CPU di 4 anni? Sì, ma allo stesso tempo avete tra le mani un rugged compatto, dal design curato e che, nonostante tutto, fa il suo lavoro e vale interamente il suo prezzo d’acquisto.

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