Recensione POCO F6 Pro: come un TOP di gamma, ma a metà del prezzo

Con i suoi 4000 nit di luminosità, fino a 16 Gb di memoria RAM e 1 TB di memoria interna (che, sì, sono di tipo veloce), una fotocamera stabilizzata e la ricarica a 120w, se c’è uno smartphone che rivoluziona gli standard della fascia media di questa metà 2024 è sicuramente il POCO F6 Pro.

E non solo perché è animato da un Qualcomm Snapdragon Gen. 2, ma perché in early bird è possibile acquistarlo a partire da 499,90 euro per la variante 12+256. Un prezzo quasi assurdo, per un dispositivo a cui, come vedremo, non manca quasi niente.

Perché anche POCO ha sempre puntato alle massime prestazioni possibili, al netto di un software non sempre ottimizzato e delle fotocamere non proprio al top, con il suo F6 Pro ha introdotto novità molto apprezzabili anche in questi due comparti.

Recensione POCO F6 Pro: non ha nulla da invidiare ai TOP di gamma, la metà

Videorecensione POCO F6 Pro

Design e materiali

Il design del POCO F6 Pro non si allontana tanto da quello introdotto con l’X6 Pro, il modello più economico della nuova lineup di POCO. La differenza principale è che se lo smartphone di qualche mese fa aveva una back cover lucida, il nuovo modello ha invece una cover posteriore a mio avviso molto bella, opaca, elegante nella colorazione nera, caratterizzata da una texture più chiara presente nella zona posteriore.

Il bump delle fotocamere è grande, molto simile a quanto abbiamo già visto con altri smartphone di POCO, ed è protetto da uno strato lucido che, a differenza della cover, soffre un po’ le impronte digitali e la polvere. Tutto sommato però, POCO F6 Pro è un prodotto realizzato davvero molto bene, con materiali di ottima qualità ed un processo costruttivo ben più alto di quello che ci si aspetterebbe da uno smartphone della sua fascia di prezzo.

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Con i suoi 209 grammi di peso non è di certo tra i più leggeri in circolazione, ma i suoi 8.21 mm di spessore lo rendono comunque piuttosto comodo da utilizzare, anche grazie ad un grip ottimo dovuto al frame in metallo e i bordi curvi.

Ciò che non mi ha fatto impazzire però sono gli speaker. Certo, anche POCO F6 Pro ha l’audio stereofonico, ma usa la capsula auricolare e, almeno nel mio sample, il volume dello speaker inferiore è marcatamente più alto rispetto a quello riprodotto dalla capsula. Ad ogni modo, la qualità sonora è buona sia in termini di equalizzazione che in termini di chiarezza, peccato però che l’effetto stereofonico risulti un po’ troppo sbilanciato.

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Dito in su per la presenza del Blaster IR, grazie al quale POCO F6 Pro si potrà trasformare in un vero e proprio telecomando universale, purtroppo è certificato solo IP53, ma da un punto di vista di design e touch and feel mi sento di dover sottolineare che fin dal primo utilizzo si ha una sensazione di utilizzare un dispositivo dalla qualità e le potenzialità molto maggiori rispetto a quelle che ci si aspetterebbe da uno smartphone di questa fascia di prezzo. Quindi, come al solito, brava POCO.

Display

Il display del POCO F6 Pro è davvero da primo della classe ed è in grado di competere senza troppe difficoltà anche con gran parte dei top di gamma attualmente in commercio. Il pannello è un Flow AMOLED WQHD+ da 6.67”, con una risoluzione di 3200×1440 pixel ed un refresh rate di 120 Hz. Non abbiamo informazioni ufficiali a riguardo, ma dovrebbe essere un pannello prodotto da Huaxing (ossia, TCL), ed è un produttore con il quale Xiaomi collabora anche per i display dei suoi top di gamma.

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E si vede: perché, a costo di risultare ripetitivo, il display del POCO F6 Pro è davvero uno schermo da top di gamma, c’è poco da fare. La definizione è ottima e la luminosità di picco è da primato nella fascia di prezzo: POCO F6 Pro e uno dei pochi (se non il solo, attualmente) ad essere dotato di un display da ben 4000 nits di picco. Ma non finisce qui: il PWM dimming è di 3840 Hz, il touch sampling rate è da 2160 Hz ed il contrasto è di ben 5.000.000:1. Insomma, è un signor display che, tra le altre cose, da il meglio di sé con i contenuti in HDR.

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Al di là di questi aspetti prettamente tecnici, nel concreto è un display che si apprezza senza sé e senza ma anche nella vita di tutti i giorni: c’è una luminosità ottima, una buona reattività del touchscreen ed un’elevata fluidità durante l’uso, per via della compatibilità con i 120Hz.

La qualità dei colori è ottima, non a caso c’è una copertura colore 100% DCI-P3 12 bit. Davvero nulla da dire, soprattutto se considerate che Hyper OS ha portato con sé le infinite possibilità di calibrazione dei colori che aveva la MIUI.

Hardware e prestazioni

Una delle caratteristiche che più lasceranno sorpresi gli utenti meno esperti, che magari si troveranno ad acquistare questo POCO F6 Pro solamente per il prezzo, è la sua fluidità. Conosciamo bene il Qualcomm Snapdragon 8 Gen. 2 e sappiamo quanto faccia davvero egregiamente il suo lavoro, senza soffrire mai di alcun microlag nell’interfaccia grafica né di cali di franerete durante il gioco. Nei miei test ho volutamente provato a metterlo in difficoltà, caricandolo il più possibile, e non sono mai riuscito a fargli perdere un colpo.

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Purtroppo però, come qualsiasi smartphone animato dal questo SoC anche POCO F6 Pro tende a riscaldare, ma va detto che il sistema di dissipazione LiquidCool 4.0 fa un buon lavoro per evitare il thermal throttling che, sì, è presente ma in maniera meno marcata di quello che ci si aspetterebbe da uno Snap 8 Gen. 2.

E queste prestazioni si notano palesemente anche nei benchmark che abbiamo effettuato: oltre al punteggio di AnTuTu, che è molto alto, vi farei soffermare anche sullo stress test, nel quale il POCO F6 Pro si è comportato quasi da top di gamma, evidenziando delle performance praticamente costanti in tutta la durata del test, con un termal throttling tenuto il più possibile a bada.

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Ma il merito non è solo del SoC di Qualcomm: POCO F6 Pro è uno dei pochi smartphone in questa fascia di prezzo ad essere dotato di memorie RAM di tipo LPDDR5X e memorie interne UFS 4.0. E sono le stesse memorie che si trovano oggi sui top di gamma.

Buona la ricezione alla rete cellulare (è un dual-sim, ma non supporta la e-sim), anche se nel mio sample ho avuto qualche problema a connettermi alla rete WiFi 6e: POCO F6 Pro è uno dei pochi smartphone nella sua fascia di prezzo ad essere compatibile con le reti WiFi 7, ma personalmente non sono mai riuscito a farlo connettere con la mia rete WiFi 6e, che riesce a visualizzare ma alla quale non riesce a portare a termine l’autenticazione.

Infine, una buona notizia per tutti quelli che se lo staranno chiedendo: il brand non ci ha dato alcuna informazione in merito, ma nei nostri test abbiamo rilevato che POCO F6 Pro è dotato di un sensore di prossimità di tipo tradizionale, e quindi non si avrà mai alcun problema con i vocali in capsula, con le telefonate etc.

Fotocamere

Ora, in quanto a fotocamere, è la stessa OCO che ha più volte sottolineato il fatto che la sua “filosofia” non è certo quella di produrre cameraphone, ma di riuscire a vendere prezzi contenuti dispositivi molto performanti.

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Ma nonostante questa premessa, va detto che il comparto fotocamere del POCO F6 Pro non è niente male. Sia chiaro, non sono di certo foto e video le caratteristiche di punta di questo smartphone, ma la scelta di aver utilizzato un sensore Light Fusion 800 da 50 megapixel e stabilizzato nella fotocamera principale si è confermata una scelta vincente: è un plus che difficilmente si troverebbe nei suoi diretti competitor.

Ma andiamo con ordine. Le fotocamere sono tre, la principale è una 50 megapixel f/1.6 stabilizzata ed è in grado di scattare immagini molto gradevoli, anche e soprattutto grazie alla presenza dell’OIS. Con questa fotocamera il dettaglio è molto buono, così come la gestione della gamma dinamica, ed anche quando si scatta con la modalità notturna, i risultati ottenuti sono davvero molto soddisfacenti (soprattutto se paragonati al prezzo di vendita del dispositivo). È poi in grado di scattare in modalità Brust producendo 50 scatti a 30 fps. Davvero niente male per un medio gamma.

Senza lode e senza infamia l’ultrawide da 8 megapixel f/2.2, che garantisce prestazioni nella media, senza particolari punti di forza e che inizia ad andare un po’ in difficoltà con gli scatti notturni “estremi”, cioè quando di luce ce n’è davvero poca.

La terza fotocamera, quella Macro, è del tutto inutile. Continuo a chiedermi il motivo per il quale i brand si ostinino ad utilizzare ottiche del genere, e sono dell’idea che anche in questo POCO F6 Pro la sua presenza sia puramente per simmetria e per marketing.

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Nei video però non brilla. Con la fotocamera principale è possibile registrare video in 4K a 60 fps (o 30 fps con HDR attivo), ma quando si passa all’ultra-wide la risoluzione scende addirittura ai 1080p a 30 fps. Sia chiaro, di certo chi acquista un POCO non lo fa per i video, però quantomeno i 60 fps con l’ultragrandangolare sarebbero stati più che graditi.

Insomma, considerando la risoluzione e la presenza dell’OIS, il mio consiglio è quello di registrare i video solo con la fotocamera principale dello smartphone.

Software

Così come il modello più economico, anche POCO F6 Pro arriva animato da Android 14, personalizzato dalla Hyper OS. Non è la prima volta che parliamo della GUI di Xiaomi, e trovo troppo ripetitivo starne a raccontare nuovamente le caratteristiche.

Ciò che è importante sottolineare è che la HyperOS va che è una bellezza su questo POCO F6 Pro. Certo, le novità grafiche sono effettivamente poche, ma l’obiettivo di Xiaomi HyperOS è saper sfruttare meglio l’hardware a disposizione al fine di ottimizzare prestazioni e consumi. In base alla tipologia di prodotto su cui viene eseguito, si adatta nelle dimensioni potendo così essere adeguatamente “pesante”, che si tratti di smartphone o gadget IoT: nel caso degli smartphone, ha un peso di circa 10 GB.

Batteria e ricarica

Buona la batteria da 5000 mAh che, nei nostri test, ci ha garantito poco più di un giorno di autonomia con un utilizzo “medio”. Conosciamo ormai bene lo Snap 8 Gen. 2 e sappiamo quanto sia ottimizzato nello stand-by e più energivoro sotto stress, ed i risultati sono ovvi: quando si utilizza “normalmente” l’autonomia è davvero buona, quando si trova a fare calcoli un po’ più complessi il battery drain si farà sentire. Insomma, dipende molto dall’utilizzo che si fa del dispositivo.

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Poco male però, perché POCO F6 Pro supporta la ricarica rapida a 120w. E questa si che è una vera ricarica veloce: basteranno 19 minuti per una ricarica completa. Purtroppo però manca la ricarica wireless.

Prezzo e considerazioni

POCO F6 Pro è disponibile nelle colorazioni Black e White e in tre configurazioni: 

  • 12GB+256GB, a partire da 579,90€;
  • 12GB+512GB, a partire da 629,90€;
  • 16GB +1TB, a partire da 699,90€.

Da oggi, 23 maggio ore 13.00 fino al 30 maggio ore 23.59, inoltre, entrambi gli smartphone saranno disponibili su mi.com in offerta early bird. 

POCO F6 Pro sarà acquistabile a:  

  • 499,90€ per la variante da 12GB+256GB;
  • 549,90€ per la configurazione da 12GB+512GB
  • 599,90€ per la variante da 16GB +1TB.
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E se comprato in early-bird, è il best-buy della sua fascia. Ha prestazioni e display da top di gamma, è ben realizzato, ed anche se non punta ad essere un cameraphone, ha una fotocamera principale davvero di qualità.

Certo, qualche compromesso c’è: l’audio stereofonico non mi ha fatto impazzire, la sua certificazione IP non è proprio il massimo e non ha la ricarica wireless. Ma per il prezzo a cui è venduto, sarei uno stolto se non dicessi che il brand ha fatto un lavoro egregio nel garantire prestazioni da top ad un prezzo molto a fuoco.


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