Recensione Google Pixel Tablet: il tablet che diventa uno smart display arriva anche in Italia

Dopo circa un anno dalla presentazione e l’arrivo nel mercato statunitense, Google (alla buon ora) ha deciso di ufficializzare anche in Italia il suo Pixel Tablet. Un tablet, per l’appunto, con cui però Google ha tentato di “unire” il mondo dei dispositivi mobili con quello degli home hub, in un dispositivo che ha tanti lati positivi e qualche aspetto negativo, figlio probabilmente del fatto che – nonostante sia passato circa un anno dalla sua presentazione ufficiale – stiamo ancora parlando di una “prima generazione”.

Lo abbiamo testato a lungo, sia come tablet che come dispositivo per la casa smart: chi scrive ha un ecosistema domotico totalmente composto da dispositivi di Google, con diversi home hub e circa 10 telecamere Nest, oltre a 120 dispositivi intelligenti.

Recensione Google Pixel Tablet: un buon tablet, che si “traveste” da Nest Hub

Design e materiali

Realizzato totalmente in alluminio, spesso solo 8.1 millimetri e pesante 493 grammi, Google Pixel Tablet è realizzato come ogni singolo dispositivo del colosso di Mountain View. La back cover è “morbida” tutti i bordi sono arrotondati, e che lo si utilizzi per soli 10 minuti o per diverse ore, impugnarlo è sempre un piacere. Il sensore per le impronte digitali è stato posizionato nel tasto d’accensione che è lungo uno dei bordi più lunghi, e tutti i dettagli di design sono totalmente simmetrici: cono così simmetrici che, spesso, mi è capitato di non riuscire a intuire immediatamente l’orientamento del tablet, ma è un particolare a cui – alla fine – ci si abitua in pochissimo tempo.

La dock di ricarica potrebbe essere considerata come una copia, più grande, del tipico supporto dei Google Home Hub (o i Nest Hub). E proprio come abbiamo visto negli smart display del brand, anche quello che arriva con il Google Pixel Tablet è rivestito in tessuto ed è realizzato con materiali di altissima qualità.

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La differenza? Integra un magnete e dei connettori, grazie ai quali trasformerà il Google Pixel Tablet in una sorta di smart display (ma non proprio). Il cavo di alimentazione si connette nella parte posteriore del dock e gli speaker integrati sono in grado di garantire un audio molto più corposo di quello che troviamo in un tradizionale smart display di Google. Ma a questo ci arriviamo.

Display

L’unico, vero, limite del display del Google Pixel Tablet è quello della frequenza di aggiornamento. Perché, per il resto, è un display davvero di buona qualità e molto piacevole. Il pannello è un IPS da 11” che, come accennavo, è in grado di gestire un refresh rate massimo di 60 Hz. E se non mi sento di lamentarmi della tecnologia utilizzata, perché alla fine garantisce un’immagine più che sufficiente per la stragrande maggioranza delle persone, non mi sento di dire lo stesso per la frequenza d’aggiornamento: non utilizzare un pannello almeno con 90 Hz di frequenza d’aggiornamento, a mio avviso, è un’occasione persa.

Per il resto, lo schermo del Google Pixel Tablet è comunque luminoso e più che godibile per gli utilizzi più comuni, sia che si utilizzi per la produttività, che per l’intrattenimento e per i giochi. Infine, le cornici: anche se per alcuni potrebbero sembrare un po’ troppo spesse, a mio avviso hanno la giusta dimensione per permettere il giusto grip quando si impugna il tablet.

Hardware e prestazioni

Da un punto di vista hardware, Google Pixel Tablet è piuttosto ben bilanciato, ma il fatto che arrivi in Italia un bel po’ di tempo dopo la sua presentazione ufficiale, per alcune persone potrebbe pesare un po’. Perché no, data la sua “età” Google Pixel Tablet non utilizza lo stesso SoC della famiglia Pixel 8, ma è animato da un Google Tensor G2 con 8 GB di memoria RAM. La memoria interna è disponibile nei tagli da 128 GB e 256 GB, ed integra il WiFi 6, il Bluetooth 4.5, e la connettività ultrawideband.

In soldoni, il processore di Google rimane uno di qui SoC che non puntano tanto alle performance nude e crude, ma all’ottimizzazione dei processi di machine learning e alla gestione della parte relativa alla fotocamera anche se, su un tablet, non è proprio la cosa più importante.

Tecnicismi a parte, le prestazioni nell’uso quotidiano più che buone, e non ci sarà nulla che non si potrà chiedere di fare tablet di Google, anche grazie alla presenza di 8 GB di RAM ed all’utilizzo di memorie interne di tipo UFS 3.1 che ok, non sono velocissime, ma sono più che sufficienti per un utilizzo medio che si potrebbe fare con questo tablet.

In quanto a stabilità di sistema, c’è poco da criticare all SoC di Google. Nei nostri test, seppur non totalizzando punteggi estremamente alti, Google Pixel Tablet si è comportato proprio come ci aspettavamo si comportasse un dispositivo animato dal Tensor 2, garantendo prestazioni durevoli nel tempo, anche sotto stresso.

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Non dedicherò un capitolo alle fotocamere, perché ovviamente non si tratta della caratteristica più importante per un tablet. Google Pixel Tablet integra due sensori da 8 megapixel f/2.0, utili comunque per fotografare i documenti con buona qualità o effettuare videochiamate che, grazie alla dock, diventano molto comode soprattutto quando sia ha le mani impegnate.

Software

In quanto a software, Google Pixel Tablet porta con sé tutta la piacevolezza dei Pixel di Google. È animato da Android 14, il tutto personalizzato dall’esperienza Pixel che, alla fine, è praticamente una versione stock di Android ma con tutta una serie di funzioni in più.

Android 14 è anche più personalizzabile. Sui dispositivi Pixel è ora possibile modificare lo stile dell’orologio nella schermata di blocco, le due scorciatoie e così via. Il nuovo OS poi aggiunge anche la modalità Ultra HDR, miglioramenti per quanto riguarda l’ottimizzazione della gestione energetica e nuove funzionalità relative all’accessibilità.

Google Pixel Tablet, poi, integra una serie di funzionalità molto importanti per un tablet: è possibile suddividere lo schermo in due per affiancare le app (anche se non sono presenti le finestre flottanti), ha una dock a scomparsa ed è in grado di ottimizzare l’interfaccia grafica delle app in base all’orientamento con cui si utilizza. Insomma, è davvero un prodotto piacevolissimo da utilizzare.

Il sistema nel complesso è decisamente fluido, non c’è mai un lag, e poi è importante ricordarsi che i Pixel sono da sempre tra gli smartphone che si aggiornano più rapidamente alle nuove versioni del sistema operativo, e per il numero maggiore di anni: Google mi ha confermato che il tablet riceverà comunque 5 anni di aggiornamenti, che includono sia feature drop che patch di sicurezza.

Esperienza dock

Un capitolo a parte serve per raccontarvi l’esperienza con il Google Pixel Tablet posizionato sul suo dock. Perché, anche se difficilmente mi sentirei di consigliare l’acquisto di questo tablet per sostituire il proprio Google Home Hub, in realtà l’esperienza per la gestione della demotica mi è sembrata molto più convincente di quel che credevo. Perché non può sostituire uno smart display? Perché gli manca una funzione essenziale per chi ha un ecosistema composto da telecamere e citofoni di Google.

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Una volta collegato il tablet alla dock, parte la modalità Hub, che può essere personalizzata proprio come si farebbe come uno smart display. Si può scegliere di visualizzare uno screen saver in cui verrà mostrata una galleria d’arte, oppure un orologio artistico, il meteo, un album di foto e così via. Si può anche decidere se mostrare il tasto aggiuntivo per i controlli della casa.

Ed è proprio questo tasto aggiuntivo che, in tutta sostanza, permetterà al Google Pixel Tablet di trasformarsi in un hub domestico che, però, sarà effettivamente molto diverso rispetto ad un Google Home Hub. In sostanza, premendo il tasto, si aprirà la versione Android di Google Home con la quale poi si potrà gestire tutti i dispositivi domotici e si potranno vedere anche le anteprime delle telecamere collegate al proprio account, purché si tratti delle telecamere di Nest.

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Insomma è un’esperienza utente molto diversa, poco ma sicuro, che però tutto sommato è piuttosto funzionale anche perché, rispetto alla versione internazionale che ho provato mesi e mesi fa, ora tutto è diventato più veloce e fluido. C’è però una cosa che, per la mia esperienza, manca tantissimo: le anteprime relative agli avvisi delle fotocamere.

Certo, si tratta di una carenza che sentirà solo chi – come me – in casa ha tutto l’ecosistema di Google ma, ad esempio, mi sarebbe piaciuto che qualora qualcuno citofonasse con il Nest Doorbell (che ho installato vicino al portone d’ingresso di casa), sul Google Pixel Tablet venisse immediatamente riprodotta l’anteprima della fotocamera come succede su un tradizionale Hub.

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Purtroppo però non è così, ed è sostanzialmente questa la motivazione per la quale – per le mie necessità di utilizzo – il Google Pixel Tablet non potrà mai sostituire un Nest Hub. Quindi sì, il nuovo tablet di Google è un buon hub domestico, con il quale si può interagire con l’Assistente Google e che permette la gestione della demotica, ma in alcune cose è ancora piuttosto limitato.

Detto questo, i tre microfoni integrati nel dock sono di ottima qualità e il connubio della fotocamera anche in modalità “Hub” mi ha permesso di portare avanti alcune delle migliori videochiamate mai provate negli ultimi tempi. Buono anche lo speaker, che è unico ma nonostante questo è in grado di riprodurre un suono ben bilanciato, molto corposo e con un volume piuttosto alto.

Autonomia della batteria

In quanto a batteria, Google Pixel Tablet è uno dei prodotti del brand più ottimizzati lato consumo energetico. Con la sua 7020 mAh, miei test sono riuscito a superare le 7 ore e mezzo di display acceso, utilizzando il dispositivo sia per lo streaming audio e video, che per le più comuni operazioni. Insomma, con un’unica carica si potrebbero sfiorare i 2 giorni di autonomia, con un utilizzo medio.

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Ciò che non mi fa impazzire è la velocità di ricarica, che con soli 15w ricaricherà il tablet piuttosto lentamente. Va detto però che stiamo parlando di un prodotto concepito per essere posizionato sul dock ogni volta che non lo si utilizza, quindi personalmente non mi sento di considerarlo come un difetto, a meno che non si decida di utilizzare il tablet in viaggio e senza la dock.

Prezzo e considerazioni

Google Pixel Tablet è disponibile ad un prezzo di 599,00 euro dock inclusa con le Pixel Buds A o 100 euro di credito in omaggio. Ed è un prezzo ok, non proprio super concorrenziale, ma che alla fine ci potrebbe stare considerando che ci si porta a casa un prodotto 2-in-1. Al netto di qualche rinuncia hardware e software (in modalità Hub), Google Pixel Tablet è un prodotto davvero ben progettato, sempre fluido grazie al software del brand e molto piacevole sia al tatto che nell’utilizzo quotidiano.

Peccato per quelle poche funzioni che Google non ha pensato di implementare nella modalità Hub perché, se avesse quantomeno avuto la possibilità di gestire il citofono come è possibile in un Nest Hub, personalmente avrei pensato di sostituirlo ad uno dei miei 5 smart display che ho sparsi per la casa.


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