Aggiornamento 27/01: Dopo l’annuncio delle nuove commissioni per l’utilizzo di store e marketplace di terze parti, Spotify si è scagliata duramente contro Apple accusando la compagnia aver messo in scena una farsa nei confronti degli sviluppatori. Trovate tutte le informazioni all’interno dell’articolo.
Il 7 marzo, data di entrata in vigore del DMA nell’Unione Europea, è forse tra le date più attese da tantissime aziende che si trovano da anni “in guerra” con i sistemi chiusi di Apple e Google. Chi però proprio non vede l’ora è Spotify che non ha mai nascosto il suo disprezzo per le politiche restrittive dell’azienda guidata da Tim Cook ed ha già preparato i nuovi acquisti in-app esenti dalla tassa dell’App Store.
Abbonamenti più semplici e acquisto di audiolibri in-app in arrivo per Spotify
Il colosso statunitense della musica in streaming, infatti, ha già immaginato come evolverà la situazione se la commissione del 27% di Apple per gli acquisti in-app con metodi di pagamento di terze parti dovesse decadere in seguito all’entrata in vigore del DMA. Nei mockup realizzati di Spotify, infatti, l’acquisto degli abbonamenti è molto più semplice e gli audiolibri possono finalmente avere un prezzo privo della tassa di Apple.
Si preannuncia una vera e propria rivoluzione nel settore tech, soprattutto per quelle aziende che da anni si lamentano contro le politiche commerciali considerate scorrette messe in piedi da quelli che adesso l’Unione Europea considera dei “Gatekeeper” che non possono più operare in questo modo.
L’appuntamento quindi è fissato per il 7 marzo, ma sicuramente le aziende tenderanno ad uniformarsi ai nuovi protocolli con diversi giorni di anticipo.
Aggiornamento 27/01: per Spotify le nuove regole di Apple sono una “farsa”
In un lungo thread su Twitter/X, il CEO di Spotify Daniel Ek ha commentato i recenti cambiamenti alle politiche commerciali di Apple che sta provando ad adeguarsi in tempo al DMA che andrà in vigore a marzo. Secondo Ek, le nuove commissioni proposte dalla compagnia di Cupertino per utilizzare gli store e i marketplace sarebbero un’offesa per gli sviluppatori, nonché una farsa per passarla liscia con l’Unione Europea.
“Spotify stessa si trova ad affrontare una situazione insostenibile“, scrive il CEO di Spotify: “Con la nostra base installata europea di circa 100 milioni, questa nuova tassa su download e aggiornamenti potrebbe far salire alle stelle i costi di acquisizione dei nostri clienti, aumentandoli potenzialmente di dieci volte… Con i nuovi termini, non possiamo permetterci queste tariffe se vogliamo essere un un’azienda redditizia, quindi la nostra unica opzione è restare fedeli allo status quo“.
La situazione, quindi, sembra essere davvero molto tesa: gli sviluppatori non possono far altro che sperare che l’Unione Europea bocci le proposte di Apple.
Aggiornamento 15/03: Spotify accusa Apple di aver bloccato l’aggiornamento
Il 5 marzo 2024, in previsione dell’entrata in vigore del DMA, Spotify ha inviato ad Apple un nuovo aggiornamento dell’app per iOS che come anticipato rimuove gli acquisti in-app e rimanda gli utenti direttamente al sito ufficiale per la sottoscrizione degli abbonamenti. Da allora però, l’azienda di Cupertino sembra aver ignorato totalmente il servizio di streaming, il cui abbonamento è rimasto in un limbo.
“Sono passati nove giorni e stiamo ancora aspettando notizie da Apple in merito alla presentazione della nostra app per mostrare i prezzi ai consumatori dell’UE e un collegamento al nostro sito Web, cosa che ora siamo autorizzati a fare dalla decisione della Commissione Europea sul caso dello streaming musicale” ha dichiarato la portavoce Jeanne Moran ai microfoni di The Verge, che hai poi aggiunto “Il ritardo di Apple è in diretto conflitto con la loro affermazione di consegnare le recensioni sulle app inviate entro 24 ore, e va anche contro la tempistica per l’adozione stabilita dalla Commissione“.
La situazione, quindi, sembra essere sempre più tesa e pare inevitabile, a questo punto, l’ennesimo intervento dell’Unione Europea per redarguire i comportamenti di Apple.
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