A primo impatto potrebbe sembrare una “tradizionale” bici elettrica pieghevole per la città ma, osservando con più attenzione tutti i dettagli, la Honey Whale S6 Pro è un modello molto diverso da quelli a cui ci siamo abituati negli ultimi tempi. Ok, è compattissima, si può piegare ed ha ruote piccole pensate proprio per le persone che hanno la necessità di trasportarla anche in auto o nei mezzi pubblici, in realtà però le caratteristiche che la contraddistinguono praticamente da tutto il resto del mercato sono ben altre.
Basti pensare che, nonostante la compattezza, la Honey Whale S6 Pro è in grado di supportare un carico massimo di ben 125 Kg grazie al suo motore da 350w, ma non finisce qui: è l’unica bici elettrica pieghevole a meno di 500 euro ad essere dotata di ben 6 ammortizzatori e a non utilizzare chiavi per l’accensione, ma un tag NFC.
Indice
Recensione Honey Whale S6 Pro: tutta la tecnologia della bici elettrica pieghevole più compatta
Unboxing e montaggio
La Honey Whale S6 Pro arriva in una confezione piuttosto compatta e, praticamente, già montata. Ci saranno da fissare solo i pedali ed il sellino oltre che gonfiare gli pneumatici.
Una volta effettuate queste semplicissime operazioni la bici sarà immediatamente pronta per il primo utilizzo, ma mi raccomando: fate molta attenzione alla pressione delle gomme, perché le ruote sono molto piccole ed è importante averle gonfiate correttamente.
Caratteristiche tecniche – Honey Whale S6 Pro
- Potenza motore: 350W (di tipo brushless);
- Velocità massima: limitata a 25 km/h;
- Batteria: rimovibile da 48v e 15 Ah;
- Pneumatici: 14×2.1 pollici;
- Tre modalità di guida;
- Luce anteriore: LED;
- Telaio: lega d’alluminio;
- Peso bici: 26 kg;
- Peso supportato: 125 Kg;
- Freno a disco: anteriore/posteriore;
- Dimensioni da aperta: 125.5 x 52 x 106 cm.
Design e materiali
Da un punto di vista puramente estetico, va detto che la Honey Whale S6 Pro ha un design a dir poco particolare. È uno di quei design che “o si odia o si ama”, e mi rendo conto che non ha uno stile che può piacere a tutti. Ad ogni modo, con l’enorme batteria montata pesa 26 Kg, e da chiusa è davvero super compatta ed ovviamente si può ripiegare sia nella canna centrale che in prossimità del manubrio, con dei meccanismi molto solidi.
Posteriormente è stato integrato un portapacchi con cuscino anche se, a dirla tutta, data la compattezza e l’altezza ridotta della struttura, difficilmente due persone adulte potrebbero andarci in due.
Ma è chiaro però, che il dettaglio che più spicca all’occhio di tutta la Honey Whale S6 Pro sono gli ammortizzatori: questa bici elettrica ne ha addirittura sei e, secondo quanto dice il brand, sono in grado di assorbire circa l’85% degli urti e delle vibrazioni.
In sostanza, oltre alla tipica forcella ammortizzata posizionata sul manubrio, nella Honey Whale S6 Pro la struttura della ruota posteriore e del motore, è connessa al telaio da altri quattro ammortizzatori ad elastomero. E, credetemi, questa caratteristica unita all’imbottitura della sella, riduce drasticamente tutti gli urti e le vibrazioni.
C’è poi il grande pacco batteria, che è esterno ed è posizionato nella zona posteriore del sellino. E se da un punto di vista estetico questa soluzione potrebbe starci, dato il design quasi “industriale” della Honey Whale S6 Pro, ciò che non mi è piaciuto è il metodo ci collegamento: è un semplice cavo, che va collegato alla batteria e che rimane esterno a sua volta, che ho trovato piuttosto brutto e dalla dubbia sicurezza.
Sulla sinistra del manubrio è stato integrato il computer di bordo sul quale, come sempre, è possibile controllare tutte le informazioni relative alla bicicletta e che, sì, è piuttosto compatto ma è dotato di un’ottima retroilluminazione che lo rende perfettamente visibile anche in condizioni di luce diretta.
Accanto al piccolo display, poi, c’è il supporto per lo smartphone: e no, non è uno di quei supporti “giocattolo” che in genere escono in dotazione con le bici elettriche, ma è saldato fisso sul manubrio ed ha un sistema di chiusura a vite solidissimo. Probabilmente è l’unico supporto per smartphone che utilizzerei su una bici elettrica.
Sulla manopola di destra è stato integrato l’acceleratore che, come ricordiamo sempre, non è possibile utilizzare in Italia: il mio consiglio è quello di disconnettere il cavo, in modo da poter utilizzare la Honey Whale S6 Pro in regola con tutte le normative vigenti nel nostro Paese.
Infine, sempre sulla manopola destra è stata posizionata la “chiave”, che però non è di tipo tradizionale: Honey Whale S6 Pro si accende con dei tag NFC che arrivano in confezione, ed è un’idea molto interessante che rende più comoda l’accensione, ma che qualche dubbio me lo fa sorgere: cosa succede se si perdono i due tag?
Motore, cambio e freni
A spingere la Honey Whale S6 Pro ci pensa un motore brushless da 350w, in grado di garantire una potenza di picco di 750w ed una coppia di 28 Nm. È un motore piuttosto potente considerando la natura “cittadina” della bici, che gestisce un carico massimo di ben 125 Kg e salite con una pendenza massima del 10%.
Ora, per poter interpretare il motore della Honey Whale S6 Pro bisogna comunque valutarlo in base alla “destinazione” della bicicletta. Perché se lo si paragonasse ai motori che troviamo nelle MTB elettriche o nelle fat bike elettriche, probabilmente non ci sembrerebbe niente di speciale ma, considerando la natura perlopiù “cittadina” di questo modello e le ruote molto piccole, si arriva alla conclusione che si tratta di un buon motore.
È sempre presente, reattivo, ha una giusta potenza ed è in grado di distribuire la coppia in maniera piuttosto uniforme. Sulle salite ripide potrebbe avere qualche problemino ma, di nuovo, anche se il brand afferma che le ruote più “large” della media del segmento potrebbero permettere alla Honey Whale S6 Pro di essere utilizzata non solo in città, a mio avviso rimane una city bike elettrica, al punto da non avere alcun cambio.
La prova su strada
Ad ogni modo, una volta presa confidenza con le ruote da 14” che, va detto, sono larghe 2.1” e quindi sono leggermente più “carrozzate” rispetto alle altre city bike, ed una volta abbracciata l’assenza del cambio, guidare la Honey Whale S6 Pro è davvero un piacere. Ed è così perché la presenza di un sistema di ammortizzatori così completo, la rende davvero perfetta nella gestione degli urti e delle vibrazioni.
Il manubrio e la sella poi si possono regolare in altezza con una variazione molto ampia, il che rende la posizione di guida comoda anche alle persone più alte. Mi piacciono molto l’ergonomia del telaio e della sella ed anche se le ruote non sono poi quanto grandi, sono comunque in grado di attutire bene gli urti e di permettere alla bici di rimanere molto silenziosa.
Buoni i due freni a disco, anche se ho notato che tendono a flettere leggermente quando si frena con molta forza, ma che riescono a garantire comunque una frenata ben bilanciata e decisa quanto serve.
Autonomia della batteria
La batteria della Honey Whale S6 Pro è una buona 15 Ah a 48v che permette a questa bicicletta elettrica di avere un’autonomia variabile tra i 30 ed i 75 Km di percorrenza con un’unica carica. Nei miei test, utilizzandola in modalità a pedalata assistita variabile, sono riuscito a percorrere circa 50 Km prima di dover ricaricare la batteria, mentre in modalità full-electric circa 30 Km.
Performance piuttosto in linea con la natura “cittadina” di questa bicicletta elettrica che, per ricaricarsi dallo 0% al 100% impiegherà circa 6 ore.
Prezzo di vendita e conclusioni
Il prezzo di vendita della Honey Whale S6 Pro è di 549,00 euro su Geekbuying ma, tramite il box in basso, la potrete acquistare in sconto grazie ad un coupon che abbassa la cifra a 489,00 euro. Una cifra direi più che centrata per una bicicletta elettrica da città molto evoluta.
I suoi punti di forza sono sicuramente il sistema ammortizzante e la compattezza, che la rendono molto agile negli spostamenti e decisamente comoda anche nel trasporto da chiusa. L’unica vera mancanza, a mio avviso, è quella del cambio: mi rendo conto che le city bike in genere non lo hanno, ma se il brand avesse integrato il tipico cambio a 7 rapporti avrebbe fatto centro.
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