Nonostante i Samsung Galaxy ZFold5 e Samsung Galaxy ZFlip 5 (qui prezzi e caratteristiche)siano stati i veri protagonisti dell’evento di Seoul, al quale abbiamo partecipato di persona e grazie al quale abbiamo avuto modo di entrare nella Samsung Digital City (qui il video), dentro di me c’è sempre stata una vocina che mi spingeva a pensare che (forse) il dispositivo più interessante della nuova lineup sudcoreana fosse il loro nuovo smartwatch.
E no, non sto parlando del Galaxy Watch 6 (che arriva con diverse novità, ma non si allontana molto dalla generazione precedente) ma del Samsung Galaxy Watch 6 Classic.
Niente nuovo modello “Pro”, quindi, ed il brand è stato molto attento a sottolineare una cosa: Samsung Galaxy Watch 6 Classic non va a sostituire il Watch 5 Pro (che resta il modello di punta per chi vuole resistenza e funzioni per gli sport estremi).
Insomma, senza perderci in troppi giri di parole, con il suo design classico ed il graditissimo ritorno della ghiera ruotante, il Samsung Galaxy Watch 6 Classic continua a portare avanti il primato che ormai da anni hanno guadagnato gli smartwatch di Samsung: è la migliore espressione della categoria in termini di funzionalità, fluidità e design.
Certo, non è perfetto, ma dopo anni di nulla cosmico, finalmente gli utenti Android hanno una vera alternativa all’Apple Watch, in grado di garantire la stessa qualità costruttiva, un’esperienza utente sempre più completa e, soprattutto, una buona autonomia.
Indice
Recensione Samsung Galaxy Watch 6 Classic: il migliore smartwatch per Android
Design e materiali
Come già detto, Samsung Galaxy Watch 6 Classic non va a sostituire il Watch 5 Pro. E lo si capisce non solo dal design, che è più classico, ma soprattutto dai materiali. Questo però non vuol dire che non sia resistente: certo, la cassa non è realizzata in Titanio ma in acciaio inossidabile, ma il vetro che protegge il display continua ad essere in zaffiro. È comunque certificato IP68, può essere immerso fino a 5 ATM ed ha la certificazione MIL-STD-810H per la resistenza.
Ora, è chiaro che la più grande novità dal punto di vista del design sia la ghiera che si può ruotare, un graditissimo ritorno voluto a gran voce dagli utenti del brand che, l’anno scorso, storsero un po’ il naso quando l’azienda sudcoreana la abbandonò. Ma si tratta di una ghiera tutta nuova, molto diversa da quella vista nel Watch 4 Classic: restituisce un feedback molto più “premium” ed è decisamente più sottile rispetto a quella delle generazioni precedenti in modo da lasciare più spazio all’enorme display da 47mm (è disponibile anche da 43mm) che è il più grande mai utilizzato in uno smartwatch di Samsung.
Ed è proprio questo processo di miniaturizzazione che ha consentito al brand di riuscire a produrre uno smartwatch quasi “compatto”, se valutato in proporzione alla grandezza del display.
Sia chiaro, la versione da 47mm del Samsung Galaxy Watch 6 Classic è comunque bella ingombrante ed è adatta a chi ama gli orologi più “massicci” ed ha dei polsi grandi ma, di nuovo, considerando la dimensione del pannello utilizzato va detto che il brand ha fatto un buon lavoro di ottimizzazione delle dimensioni.
Continuano ad essere presenti i due tasti fisici laterali, il microfono e lo speaker (con il quale si può rispondere alle telefonate), ma un’altra differenza rispetto alle generazioni precedenti sta nei cinturini: sono tutti nuovi ed integrano un nuovo metodo, molto più semplice, per la sostituzione.
In tutta sostanza, piuttosto che “impazzire” con i piccolissimi supporti dei cinturini, basterà premere il tasto posizionato nel lato inferiore per poterlo sganciare e riagganciare. Comodissimo.
Display
Come di consueto per gli smartwatch di Samsung, i nuovi Samsung Galaxy Watch 6 Classic hanno dei display AMOLED super ampi e, soprattutto, estremamente luminosi. Che si scelga il modello da 43mm o quello da 47mm, o che si preferisca la variante base, i nuovi smartwatch di Samsung si piazzano al primo posto in quanto a visibilità in condizioni di luce diretta grazie ai 2000 nit di luminosità di picco.
Aumentano poi anche i pixel: con una risoluzione di 480×480 pixel su un pannello circolare che è grande 1.5”, va da sé che le immagini riprodotte dal Samsung Galaxy Watch 6 Classic siano super risolute, ben leggibili anche quando si tratta di testi di piccole dimensioni, e caratterizzate da un ottimo contrasto, neri profondi e una buona saturazione.
Ciò che non mi ha fatto impazzire del display del Samsung Galaxy Watch 6 Classic è il trattamento oleofobico: non sono certo che sia una cosa dovuta al rivestimento in zaffiro del pannello, ma effettivamente lo strato che protegge lo schermo dello smartwatch soffre molto le impronte digitali e necessita di una costante pulizia. Un fattore che, unito al “problemino” della polvere che si può accumulare attorno la ghiera (e anche in prossimità degli agganci del cinturino, tende a far sembrare sempre sporco il dispositivo.
Prestazioni e software
Nessuna novità di rilievo per quanto riguarda il software e le prestazioni generali. Gli smartwatch dell’anno scorso avevano prestazioni ottime ed erano animati da WearOS, e la cosa non cambia con il Samsung Galaxy Watch 6 Classic.
Anche quest’anno il sistema operativo scelto dal brand è Wear OS nella versione 4 personalizzata dalla One UI Watch 5, il che vuol dire app di terze parti scaricabili dal Play Store, pagamenti contactless tramite NFC, una miriade di quadranti personalizzabili e così via. A dirla tutta poi, quest’anno le possibilità di personalizzazione sono ancora di più e, ad esempio, c’è la possibilità di abbinare il quadrante dello smartwatch allo sfondo del telefono a cui è connesso.
Tutto sommato però, non posso affermare che l’esperienza utente con il Samsung Galaxy Watch 6 Classic sia molto diversa da quella che abbiamo molto apprezzato con la generazione precedente dello smartwatch, ciò che è evidente però sono alcuni aggiornamenti e miglioramenti di molte applicazioni principali. È chiaro però, che la presenza della ghiera cambia profondamente l’interazione, rendendola molto più fluida e comoda, soprattutto se si utilizzano dei guanti o si hanno le mani bagnate.
Tutto scorre talmente bene al punto da farmi pensare che l’Exynos W930 (affiancato da 2 GB di RAM) sia uno dei migliori SoC per smartwatch in circolazione, perché effettivamente i rallentamenti sono rarissimi se non quasi impercettibili.
Sensori e monitoraggio
C’è un sacco di tecnologia per il monitoraggio della salute nascosta nel Samsung Galaxy Watch 6 Classic che, è l’unico della lineup ad essere dotato del sensore Hall 3D con il quale potrà capire la posizione tramite analizzando i campi magnetici.
Il cuore del dispositivo continua ad essere il sensore BioActive (per frequenza cardiaca ottica, tracciato elettrocardiaco e analisi impedenza bioelettrica) ed è chiaro che lo scopo di Samsung sia sempre di più quello di permettere ai suoi smartwatch di offrire una sorta di “servizio sanitario olistico”, grazie a tantissime funzioni avanzate.
È in grado di valutare l’ossigenazione del sangue, la composizione corporea, la temperatura corporea, la pressione arteriosa, analizzare molto più approfonditamente il sonno ed integra alcune funzioni molto interessanti anche per l’analisi del battito cardiaco durante gli allenamenti.
E ve lo dico, se sulla lettura della pressione arteriosa effettivamente c’è un alto tasso di precisione, non è altrettanto preciso il sensore della temperatura che, spesso, ha rilevato una percepita poco inerente all’ambiente in cui mi trovavo. Inoltre, capita spesso che l’analisi dell’SpO2 rilevi dei picchi molto bassi (prossimi all’85%) soprattutto durante la notte. Ma poco importa, sinceramente.
Peccato però che la lettura della pressione sanguigna e l’elettrocardiogramma siano funzionalità limitate solo ai dispositivi Galaxy, il che vuol dire che Samsung Galaxy Watch 6 Classic si potrà usare con tutti i dispositivi Android, ma rinunciando ad alcune funzionalità. Per quanto riguarda iPhone no: non c’è alcuna compatibilità con iOS.
Ad ogni modo, le novità che mi sono piaciute di più sono due. La prima riguarda gli sportivi: lo smartwatch ora è in grado di calcolare la zona di frequenza cardiaca personalizzata grazie alla quale, dopo aver effettuato diversi allenamenti intensi, il dispositivo sarà in grado di determinare qual’è (o dovrebbe essere) la frequenza cardiaca massima da raggiungere e, grazie a questi dati, creerà un profilo personalizzato in modo da tenere sempre sotto controllo il battito cardiaco durante gli allenamenti.
La seconda è l’analisi del sonno che diventa ancora più approfondita e si arricchisce di un sistema di “valutazione” con il quale, dopo diverse analisi, lo smartwatch sarà in grado di rilevare eventuali problemi del sonno ed aiutare l’utente a migliorare i propri riposi.
Autonomia della batteria
In quanto a batteria, è giusto fare una precisazione. Samsung Galaxy Watch 6 Classic non è dotato dell’enorme 590 mAh che abbiamo visto nel 5 Pro e, nonostante le dimensioni più grandi, ha la stessa batteria che troviamo nella versione base della nuova lineup.
Una scelta che effettivamente ha acceso mi ha suscitato non pochi dubbi circa l’autonomia che, certo, non può essere simile a quella che accompagnava il “Pro” dell’anno scorso, ma che comunque il brand dichiara essere di 40 ore.
In realtà, la batteria da 430 mAh integrata nel Samsung Galaxy Watch 6 Classic (e nel Watch 6 da 44mm) nei miei test è riuscita a garantirmi poco più di 26 ore con l’Always On attivo, e circa 35 con l’Always On spento.
Il che non è effettivamente male, considerando che i sensori biometrici sono attivi H24 e che il dispositivo analizza tantissimi dati in tempo reale.
Prezzo di vendita e considerazioni
Galaxy Watch 6 Classic è disponibile in preordine a partire dal 26 luglio sullo store Samsung e su Amazon in quattro diverse configurazioni:
- 43 mm, Bluetooth – 419€
- 43 mm, LTE e Bluetooth – 469€
- 47 mm, Bluetooth – 449€
- 47 mm, LTE e Bluetooth – 499€
E considerando le similitudini del Watch 6 “base” con il suo predecessore, sono convinto che la vera novità sia proprio la variante Classic. Ed il motivo non è solo nel design più “classico”, ma soprattutto per la presenza della ghiera rotante che semplifica profondamente le interazioni con l’interfaccia grafica.
È chiaro poi che la presenza di tutte le funzionalità più recenti di Wear OS e gli ottimi sensori biometrici lo fanno andare in cima alla classifica dei dispositivi indossabili, ma c’è un grande problema: con suo doppio display e la super autonomia, il TicWatch 6 Pro (qui la recensione) potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote, non solo in quanto ad autonomia ma soprattutto in quanto a prezzo.
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