La prima sensazione che ho provato quando ho impugnato il nuovo Nothing Phone (2), è stata quasi quella di un “ritorno al passato”, ai tempi d’oro della OnePlus di Carl Pei. Un’epoca totalmente diversa da quella attuale, nella quale però il brand, poi acquisito da Oppo, era riuscito a creare una community di appassionati di tali dimensioni che, volenti o nolenti, tutti i nuovi prodotti venivano sempre anticipati da tantissimi rumor.
Ed è una cosa che è effettivamente successa anche con la nuova versione di uno degli smartphone più discussi del 2022, del quale ormai si conosce già quella che è la sua caratteristica più “attraente”: il design. E già, perché sicuramente avrete visto il video di anteprima che il brand ha permesso di pubblicare a due noti youtuber statunitensi con i quali, in tutta sostanza, sono state già svelate le funzioni più distintive del brand.
Una buona strategia di marketing? Molto probabilmente sì, considerando che Nothing Phone (2) questa volta arriverà anche nella grande distribuzione statunitense. Ma è una strategia che ha reso le cose più difficili a tutti gli altri, che si sono ritrovati a parlare di un prodotto per il quale la “fame di notizie” si è ormai già placata.
Per questo, in questa recensione abbiamo pensato di cambiare totalmente strada. Confronteremo il Nothing Phone (2) con il Nothing Phone (1) e non solo perché, design a parte, le caratteristiche tecniche del nuovo smartphone lo inseriscono in un segmento molto diverso rispetto a quello dell’anno scorso, ma anche perché in realtà la novità più importante del Nothing Phone (2) e un’altra: il prezzo di lancio che è sensibilmente aumentato rispetto alla prima versione. E quindi il punto è questo: Nothing Phone (2) vale quello che costa?
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Recensione Nothing Phone (2) vs. Nothing Phone (1): la differenza non sta solo nel prezzo
Design e la nuova Glyph Interface
Ora, il design ormai penso che lo conosciate tutti e, sì, lo smartphone continua a richiamare in modo marcato vari elementi di design degli iphone, quanto basta almeno a far fare al cervello un collegamento di questo tipo. Va detto poi, che all’occhio meno esperto notare le differenze tra i due prodotti potrebbe risultare piuttosto difficile, ma ci sono. Per prima cosa, con i suoi 162x76x8.6 mm e 201 grammi, il Nothing Phone (2) è più grande e più pesante della generazione precedente: Nothing Phone (1) pesava 192 grammi e questi quasi 10 grammi in più, uniti ai circa 3 millimetri di aumento verticale, lo rendono troppo (troppo) ingombrante.
La back cover continua ad essere tra le più scivolose in circolazione (quindi, mi chiedo, perché non inserire una cover trasparente in confezione?) ma cambiano le linee: quella del Nothing Phone (2) è curva ai lati ed anche se esteticamente continuo a preferire le linee più marcate della prima generazione, va detto che questa curvatura rende touch and feel decisamente più “premium” ed il grip molto più piacevole e confortevole.
Cambia anche la Glyph Interface anche se, dobbiamo dirlo, ad occhio nudo potrebbe sembrare praticamente identica alla genrazione precedente. In tutta sostanza, i LED attorno alla fotocamera si dividono in 2 strisce, mentre attorno alla bobina di ricarica wireless si passa da 1 a 6 strisce. La novità è che le zone LED salgono da 12 a 33, e questo ne permette un controllo più granulare, aprendo le porte a nuovi scenari. Su Phone (1) questo accadeva con la striscia LED in basso, che veniva usata per indicare lo stato della ricarica; su Phone (2), per esempio, la striscia LED in alto a destra sopra la ricarica wireless può essere usata come indicatore visivo per il controllo del volume e per i timer dell’orologio.
Questa nuova interfaccia ha permesso a Nothing di pensare anche a nuove funzionalità come “Notifiche essenziali” che mantiene la striscia LED nell’angolo in alto a destra sempre accesa finché non si è letta la notifica delle app di cui vogliamo essere sempre notificati, oppure l’integrazione per la gestione dei LED nelle app di terze parti anche se, per ora, l’unica compatibile è Uber. C’è poi una piccola chicca che ho apprezzato tantissimo: nella back cover è stato integrato un sensore di luminosità, che regola l’intensità dei LED in base alla luce ambientale.
Alcune di queste novità saranno disponibili anche sul Nothing Phone (1), così come lo sarà il Glyph Composer (che nella traduzione italiana si chiama “Compositore”) e che permetterà di creare delle suonerie personalizzate sfruttando proprio un compositore che gestirà a tempo anche i LED posteriori. Ora, nell’attesa che venga rilasciato il pacchetto suoni realizzato in collaborazione con Swedish House Mafia, trovo molto bella l’idea ma un po’ meno la realizzazione: utilizzarlo per creare delle suonerie degne di essere impostate non è semplice quanto potrebbe sembrare e, quantomeno, sarebbe stato interessante integrare un metronomo per rendere il compositore più user friendly anche alle persone che non hanno proprio il ritmo nel sangue.
Display
Probabilmente però, uno dei più grandi passi in avanti fatti con il Nothing Phone (2) è il display che sì, continua ad avere le cornici tutte simmetriche (e meno spesse della generazione precedente) ma che è qualitativamente tuto un’altro mondo rispetto alla generazione precedente. Parliamo di un OLED flessibile da 6.7”, compatibile con HDR10+ di tipo LTPO e protetto da un Gorilla Glass, che è profondamente più luminoso rispetto al Phone (1).
Con i suoi 394 ppi (su una risoluzione FullHD+) ed 1600 nits di picco in HDR, per quel che mi riguarda lo schermo del Nothing Phone (2) è promosso a pieni voti. E lo è perché oltre alla luminosità in HDR molto alta, nei nostri test è stato in grado di raggiungere circa i 1000 nit di picco in condizioni di luce diretta. Insomma, si vede bene in qualsiasi condizione.
Il foro della fotocamera frontale passa dall’angolo sinistro al centro dello schermo, mentre il sensore per le impronte digitali è integrato nel pannello stesso ma, a dirla tutta, non mi ha fatto impazzire: personalmente, trovo il posizionamento troppo basso e un po’ scomodo da raggiungere, inoltre in quanto a precisione e velocità di sblocco siamo quasi ai livelli di quello del Google Pixel 6 Pro (qui la recensione). Insomma, Nothing poteva fare molto (ma molto) meglio con il sensore.
Fotocamere
Viene stravolto totalmente anche il comparto fotocamere che, purtroppo, non viene arricchito da uno zoom ottico ma da un sensore che abbiamo già visto nel OnePlus 11 (qui la recensione): il Sony IMX890 da 50 megapixel che o coadiuvato da un’apertura f/1.88, dalla stabilizzazione ottica e da un buon processore d’immagine, e che è affiancato da una ultra-wide con un field of view da 114°, sempre da 50 megapixel, che utilizza un Samsung JN1 ed un’ottica f/2,2.
Certo, la luminosità più scarsa (e la mancanza della stabilizzazione ottica) sull’ultra-wide si fanno sentire, ma devo dire di essere rimasto piuttosto sorpreso dalla qualità delle foto e dei video realizzate con Nothing Phone (2). Perché non me lo aspettavo.
In condizioni di buona luminosità i colori sono vibranti e ben saturati e sicuramente in grado di raccontare l’atmosfera che c’era quando si è scattata la foto. La gestione della gamma dinamica è eccellente e nella stragrande maggioranza delle volte, tutte le immagini scattate con la modalità automatica sono decisamente migliori di quelle che si potevano realizzare con la prima generazione.
Ed è lo stesso anche quando non c’è luce. La modalità notturna si attiva automaticamente ed i risultati sono sempre ben godibili e gestiti perfettamente dal software di elaborazione delle immagini. Certo, quando si va a scattare con l’ultra-wide i risultati sono meno piacevoli rispetto a quelli che si ottengono con la principale, ma il salto in avanti è stato fatto.
C’è però un piccolo particolare che vale la pena sottolineare. Forse anche a causa di un software non definitivo, il Nothing Phone (2) scatta le foto meno velocemente della generazione precedente.
Buona la fotocamera anteriore, che utilizza un sensore Sony IMX615 da 32 megapixel f/2.45, non male i video che possono essere registrati alla risoluzione massima di 4k a 60 fps con entrambe le fotocamere. Con quella principale, poi, si può sfruttare la nuova modalità “Azione” che riduce la risoluzione a 1080p ma che aiuta l’EIS e l’OIS nei video più in movimento. E, senza girarci troppo intorno, funziona bene ma non benissimo perché soprattutto nei pan più veloci potrebbe rendere il movimento poco naturale.
Hardware e prestazioni
Anche nell’hardware si nota il cambio di passo di Nothing perché mentre la generazione precedente puntava sostanzialmente solo sul design, Nothing Phone (2) è anche un prodotto in grado di garantire buone prestazioni: in tutta sostanza, si passa dal mediocre Snapdragon 778G dell’anno scorso all’ottimo Snap 8+ Gen. 1 che, sì, non è il top di gamma del 2023, ma garantisce un boost prestazionale di circa l’80% rispetto alle generazioni precedenti.
Nothing Phone (2) sarà disponibile con 8 o 12 GB di memoria RAM, mentre la memoria interna parte dai 128 GB ed arriva a 512 GB ed è di tipo UFS 3.2 (è veloce, ma non velocissima). Ora, vedete, sulla carta si tratta di una scelta più che sensata, perché utilizzare un processore più che rodato ed ottimizzato, dalle ottime prestazioni ed in grado di contenere il prezzo di vendita ufficiale è una strategia logica che garantirà anche una buona longevità al dispositivo. Il punto però è che ormai siamo a metà 2023 e ci sono dei top di gamma con Snap 8 Gen. 2 il cui street price è sceso notevolmente e con cui Nothing Phone (2) dovrà andarsi a scontrare.
Va detto però che le tecnologie di ultima generazione non sempre hanno dei giovamenti che ne giustificano i costi più alti, e le prestazioni dello Snapdragon 8+ Gen. 1 le conosciamo più che bene. In tutta sostanza, se con la generazione precedente non era possibile eseguire i task più complessi o i giochi con le grafiche 3D più risolute, con il Nothing Phone (2) le cose cambiano.
È certificato IP54, l’audio in capsula e la connessione alle reti cellulari sono al pari di quanto visto nella generazione precedente, così come l’effetto stereofonico (che è affidato alla capsula auricolare) e la connettività alle reti WiFi. Ciò che proprio non mi è piaciuto per niente è il sensore che gestisce la rotazione automatica dello schermo che, almeno nel mio sample, è troppo (troppo) sensibile. Quasi ai limiti del fastidioso.
Software Nothing OS 2.0
Sono rimasto un po’ deluso dal Nothing OS 2.0. Nothing Phone (2) è animato dalla nuova versione della GUI del brand con cui viene personalizzato Android 13 (e che presto arriverà anche sulla prima generazione), con la quale il brand ha tentato di migliorare l’esperienza utente, riuscendoci però solo a metà.
È possibile scegliere se utilizzare lo smartphone con lo stile Android stock o con il pacchetto di icone e font Nothing ma, anche qui, il problema sta nel fatto che non tutte le icone delle applicazioni sono ottimizzate e quindi sicuramente ci si troverà un cassetto delle app con icone colorate ed altre monocromatiche. Sono dettagli, è vero, e non è niente che non si possa risolvere installando un pacchetto icone, ma in un prodotto del genere sono proprio i dettagli a fare la differenza.
La schermata home è stata comunque migliorata, ed ora è possibile raggruppare le app di uso più comune nelle cartelle e personalizzarne le dimensioni, il layout e le copertine e sono stati integrati tutta una serie di widget in stile Nothing che dal punto di vista dell’impatto visivo sono davvero molto piacevoli e che si possono anche aggiungere alla schermata di blocco.
Insomma, anche qui ci sono novità, ma da Nothing mi aspettavo qualcosa in più.
Batteria e ricarica
Le differenze tra Nothing Phone (2) e Nothing Phone (1) sono anche nella batteria. Nonostante lo spazio occupato dai LED posteriori, nel nuovo smartphone la capienza aumenta a 4700 mAh in grado di garantire un’ottima autonomia al dispositivo: nei miei test ho superato di gran lunga le 5 ore e mezza di display acceso, e non è niente male considerando la capienza della batteria.
La ricarica “rapida” è a 33w e sì, nella confezione esce il cavo di ricarica trasparente che abbiamo visto nei giorni scorsi. C’è anche la ricarica wireless a 15w e supporta anche la ricarica wireless inversa a 5w.
Prezzo e considerazioni
E quindi, veniamo al dunque. Se ricordate, il Nothing Phone (1) aveva un prezzo di lancio di 499€ per la versione 8/128, mentre per quella più costosa, la 12/256 ci volevano 570€. Prezzi molto distanti dagli attuali 679€ per la versione 8/128, 729€ per la 12/256 e 849€ per la 12/512: si potrà preordinare a partire dalla mezzanotte del 17 luglio e sarà disponibile il 21 luglio.
Un aumento sostanziale che però, in parte, è giustificato dal grande salto di qualità fatto a livello hardware e fotografico. Insomma, se il Nothing Phone (1) era uno smartphone che puntava tutto al design, il Nothing Phone (2) è un dispositivo molto più solido e concreto in praticamente tutti i comparti. Non è un top, questo è certo, e lo potremmo definire quasi come un “medio gamma di lusso”.
Il problema però è che in realtà i medio gamma ormai non esistono più, e dover pensare di spendere queste cifre per un prodotto che per quanto sia di qualità e di carattere non è di fatto un top di gamma, sono certo che non fa impazzire tutti. C’è poi il problema dello street price di alcuni top di quest’anno che si è abbassato al punto tale da far venire il dubbio se conviene puntare su questa categoria, oppure spendere qualche euro in più per un prodotto più completo e prestante.
Ma, prezzo a parte, sono rimasto soddisfatto del Nothing Phone (2) e sì, sono convinto che il mercato ha bisogno di nuovi player con qualità ed idee di livello come quelle di questo dispositivo. Conviene l’upgrade da Nothing Phone (1) a Nothing Phone (2)? Dipende dalle vostre esigenze e dal budget che avete a disposizione, quello che è certo è che la nuova generazione è migliorata praticamente in tutto.
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