In tutto ciò, Elon Musk non ha mai esplicitato il perché abbia un legame così profondo con la lettera X. Tuttavia, esaminando le simbologie, questa lettera ha da sempre avuto varie rappresentazioni: nelle scienze, l’X indica l’ignoto e l’incognita, concetto che ben si sposa con le missioni tecnologiche di aziende come SpaceX e Tesla. Nella cartografia e nella nautica, invece, la X viene utilizzata per segnalare incroci e punti di interesse, un concetto che richiama lo scambio d’opinioni che avviene su Twitter. Inoltre, alcuni vedono nella X qualcosa di neutro e soprattutto inclusivo, e questo ci porta a collegarci con i prossimi paragrafi.
Dopo mesi di una gestione altalenante, Elon Musk ha ufficialmente ceduto il suo posto di CEO a Linda Yaccarino, che in seguito alla notizia ha prontamente tweetato pubblicato un post dove racconta la mission di X:
“X trasformerà la piazza cittadina globale. X è lo stato futuro dell’interattività illimitata – incentrata su audio, video, messaggistica, pagamenti/attività bancarie – creando un mercato globale per idee, beni, servizi e opportunità. Alimentato dall’intelligenza artificiale, X ci collegherà tutti in modi che stiamo appena iniziando a immaginare. Non c’è assolutamente limite a questa trasformazione. X sarà la piattaforma in grado di fornire, beh… tutto.“
Era il 2022 quando vi parlavamo di un’altra passione di Elon Musk, ovvero WeChat, una delle app più paradossali al mondo. Questo perché, sebbene sia quasi sconosciuta in Occidente, in Cina esiste da 12 anni e conta oltre 1,3 miliardi di utenti. Tencent è riuscita a creare un social network praticamente confinato alla sola Cina, ma che è comunque diventato un colosso del settore. A titolo di confronto, il secondo social cinese, Weibo (l’alternativa cinese a Twitter), conta “solo” 500 milioni di utenti mensili.
Il motivo di questo successo può essere riassunto in una sola parola: superapp. Da semplice app di messaggistica in stile WhatsApp, si è evoluta al punto da diventare il centro nevralgico per la maggior parte delle attività digitali dei suoi utenti. Non solo messaggi e videochiamate, quindi, ma anche gruppi, notizie, foto, video, Storie, comunicazioni statali, e-commerce e pagamenti. C’è poi WeChat Pay, con cui si può pagare praticamente tutto: basta entrare in qualsiasi negozio cinese – che sia un rivenditore, una piccola bottega, un ristorante, ecc. – inquadrare il codice QR alla cassa e pagare in pochi clic; ma lo stesso vale per lo shopping online su JingDong (il loro Amazon), per inviare soldi ai propri contatti in stile Paypal, per pagare bollette, biglietti e abbonamenti dei trasporti e così via.