Il concetto di modularità è ben radicato nel mondo PC, che da decenni permette ai suoi utenti di personalizzare il proprio computer nel modo in cui preferiscono. Ben diverso è il discorso se si parla di notebook modulare: quando si parla dei PC portatili, si parla di dispositivi in cui è richiesta una miniaturizzazione tale da impedire l’intercambiabilità della maggior parte dei suoi componenti. Ma ciò non significa che non siano stati fatti importanti passi in avanti in tal senso, anche e soprattutto grazie al lavoro di aziende quali Lenovo, Dell e Framework.
Notebook modulare: lo stato del mercato PC con Lenovo, Dell e Framework
Negli ultimi anni, da parte dei produttori tecnologici si è palesata la volontà di creare prodotti dove economia circolare e sostenibilità siano più presenti. In tal senso stanno aiutando le decisioni da parte dell’Unione Europea, che a più riprese sta facendo pressioni sulle compagnie tech per ridurre i rifiuti elettronici, con smartphone più longevi, con batterie sostituibili e con porte USB-C per tutti. Se oggi abbiamo notebook estremamente sottili e dal look pregiato, l’altro lato della medaglia comporta una scarsa riparabilità e spesso l’impossibilità di aggiornarne le specifiche.
Recentemente si è quindi parlato di Lenovo e del suo Project Aurora, una prova concettuale in cui la linea ThinkPad viene immaginata con una modularità tale da facilitarne la riparabilità. Secondo gli studi dell’azienda, c’è un 20% di clientela che vorrebbe ripararsi il PC da solo, e con Project Aurora potrebbero venire accontentati. Ma non solo, perché questa modularità potrebbe aprire nuovi scenari: come afferma Lenovo, per esempio, se il display del laptop si può staccare, allora potrebbe anche diventare un display standalone.
C’è poi Concept Luna, in questo caso da parte di Dell in collaborazione con Intel, e anch’esso abbraccia la modularità portata sul mercato notebook. Un prodotto che potrebbe ridurre del 50% l’impronta di carbonio nella sua produzione grazie a una scheda madre più compatta del 75%, e distribuita in maniera che la ventola non sia necessaria, a un circuito stampato a base biologica (fibra di lino e polimero idrosolubile) e a un telaio in alluminio proveniente da fonti sostenibili. È un PC più facilmente riparabile, con 4 viti anziché centinaia per l’accesso ai componenti, e più longevo, con una batteria a celle a ciclo profondo dalla durata garantita per più anni.
Ma l’esempio concreto è senza ombra di dubbio quello di Framework Laptop, prodotto da una delle poche se non l’unica compagnia che lo offre sul mercato non come prototipo ma come prodotto acquistabile, anche in Italia. Disponibile nei due modelli con display matte da 13″ e 16″ in 3:2, ha una scocca realizzata da Cooler Master e al suo interno l’hardware comprende Intel Core 13° Gen (i5-1340P, i7-1360P e i7-1370P) o AMD Ryzen 5/7 (7640U e 7840), batteria da 55/61 Wh e memorie da 8/16/32/64 GB di RAM DDR4-3200, 250/500 GB/1/2/4 TB di SSD NVMe.
Il resto delle specifiche comprende connettività Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3, porta Thunderbolt 4, USB4, USB-PD, DisplayPort, mini-jack, speaker stereo da 2W, tastiera retroilluminata con lettore d’impronte, e sia i due microfoni MEMS che la webcam 1080p a 60 fps hanno lo switch di disattivazione per la privacy.
Ma il pezzo forte è – appunto – la sua modularità: si può sostituire praticamente tutto, fra scheda madre, RAM, SSD, tastiera, cornice del display, e il sistema Framework Expansion Card permette di cambiare e/o aggiungere anche le porte di connessione. Ogni pezzo che si acquista ha un codice QR che, una volta scansionato, dà accesso alla guida per la sua installazione. Framework Laptop sarà disponibile dal Q4 2023 a un prezzo che parte da 979€ sia per la variante Intel che quella AMD.
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