L’Europa rinvia Google Bard: troppi rischi per la privacy

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Fumata nera per Google Bard in Europa: sin dal suo lancio in larga scala dal Google I/O 2023, ci si è accorti del mancato lancio nel nostro continente (Italia compresa). Inizialmente si è brancolato nel buio sul perché mancando una dichiarazione ufficiale nera su bianco, ma anche interrogando lo stesso Bard non c’è voluto molto per capire che il motivo fosse la più stringente tutela della privacy che l’Europa ha rispetto ad altre parti del mondo. Era successo con ChatGPT e adesso la storia si ripete col chatbot di Google, che finora non ha dato informazioni che tranquillizzino le autorità sul trattamento dei dati dei cittadini europei.

Il lancio europeo di Google Bard è stato rinviato per i soliti motivi di privacy

Google Bard

Lo scorso martedì, la Commissione irlandese della protezione di dati ha annunciato che il lancio europeo di Google Bard è rinviato, mancando dettagli e strumenti sulla salvaguardia della privacy dei dati europei. Inizialmente, il lancio era previsto per questa settimana, ma Google si è scontrata nel GDPR, e la General Data Protection Regulation prevede che le piattaforme abbiano misure di sicurezza adeguate affinché possano operare legalmente nel continente, pena sanzioni salate. L’ente irlandese afferma che il lancio dovrà ancora attendere, visto che Google non ha fornito loro alcuna documentazione che renda vane le preoccupazioni sulla privacy dell’Europa.

La compagnia americana affermò che Bard sarebbe arrivato in Europa nel mese di maggio “in modo responsabile, dopo aver interagito con esperti, regolatori e responsabili politici e parlato con le autorità di regolamentazione della privacy per rispondere alle loro domande e ascoltare il feedback“. La palla adesso passa a Google, che dovrà regolare il suo Bard affinché soddisfi le richieste europee.

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