Che i paesi si spiino vicendevolmente è il segreto di Pulcinella, specialmente quando i paesi in questione sono USA e Cina. Ci sono esempi su esempi avvenuti negli anni 2000 che vedono le due parti essersi spiate a vicenda, che si tratti del caso Edward Snowden/Wikileaks per la controparte orientale oppure dell’Operazione Aurora o più recentemente della questione Huawei per quella occidentale. Ma da quando la Cina ha riacceso la questione attorno alla possibile annessione dell’isola di Taiwan i casi di spionaggio si sono fatti più accesi, come denunciato in queste ore da Microsoft in collaborazione con varie agenzie di intelligence occidentali.
Hacker cinesi starebbero attaccando le infrastrutture USA in vista del possibile scontro con Cina e Taiwan
Dopo il caso dei palloni spia degli scorsi mesi, è di queste ore il rapporto stilato da Microsoft e agenzie come l’americana NSA (National Security Agency) che accusa di spionaggio il gruppo Volt Typhoon, che sarebbe stato finanziato dal governo cinese per hackerare e spiare infrastrutture critiche negli Stati Uniti. In particolare sull’isola di Guam, geopoliticamente importante per diversi motivi: per la sua posizione strategica nella regione Asia-Pacifico, per la presenza di importanti basi militari statunitensi e per il passaggio dei cavi sottomarini che collegano USA, Oceania e Asia. Prontamente è arrivata la risposta di Mao Ning, portavoce del ministero degli esteri della Cina, secondo cui le accuse farebbero parte di una “campagna di disinformazione collettiva” da parte dei Five Eyes, l’alleanza di intelligence fra USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, aggiungendo anche che “niente di tutto questo può cambiare il fatto che gli Stati Uniti sono l’impero dell’hacking“.
L’ipotesi americana è che gli hacker abbiano testato la manomissione delle infrastrutture per preparare il territorio cyber-informatico qualora la situazione fra USA e Cina si aggravasse, in particolare nello scontro per Taiwan, in cui Guam ricoprirebbe un ruolo primario data la sua posizione geografica. L’NSA ha quindi avvisato le compagnie che gestiscono queste infrastrutture nell’identificare possibili attacchi per “impedire agli aggressori di nascondersi nei loro sistemi“. Anche perché le tecniche utilizzate da Volt Typhoon sarebbe più raffinate delle classiche tecniche di hacking dove la vittima viene ingannata nell’aprire un file infetto, secondo le analisi di Microsoft. Non troppi giorni fa, un membro del governo statunitense ha paventato la possibilità di bombardare TSMC in caso di invasione cinese, alzando ulteriormente le tensioni fra USA e Cina.