Il Brasile banna Telegram: “È una terra di nessuno”

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A partire dal 26 aprile, un tribunale del Brasile ha ordinato il blocco di Telegram, e il motivo sarebbe l’aver indirettamente appoggiato quelli che sono stati indicati come gruppi estremisti. Per la sua natura di totale libertà alla popolazione globale, di tanto in tanto Telegram si è scontrato con le richieste di governi e autorità, ritenute “tecnologicamente irrealizzabili” vista la crittografia messa in atto dalla piattaforma di messaggistica, che attualmente conta qualcosa come 700 milioni di utenti attivi al mese.

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Tutto parte nel novembre 2022, quando in una scuola brasiliana avvenne una sparatoria da parte di un ex studente di 16 anni, che tolse la vita a 4 persone ferendone altre 12. Le indagini parlarono di attacco pianificato da almeno 2 anni, col ragazzo che venne arrestato e ritrovato con indosso un giubbotto con una svastica appuntata; a questo caso se ne sono aggiunti altri nei mesi successivi, come il 5 aprile quando un uomo armato di ascia ha ucciso 4 bambini e feriti 5 all’interno di un asilo brasiliano.

Con il proseguire delle indagini, le autorità hanno scoperto che le persone coinvolte erano solite frequentare chat neonaziste su Telegram. Alla piattaforma è stato quindi richiesto di fornire informazioni sugli indagati, ma la mancata collaborazione ne ha significato il blocco tramite gli operatori telefonici nazionali, il download sia dal Google Store che dall’Apple Store e una multa di circa 200.000$ per ogni giorno di inadempienza. Le autorità brasiliane hanno accusato Telegram di essere una “terra di nessuno“, avendo ricevuto risposte e informazioni soltanto parziali sugli utenti indagati. E non è la prima volta che le parti si scontrano: già nella primavera 2022 era stato attuato un ban di qualche giorno per motivazioni simili.

Per via della sua crittografia end-to-end, non salva sui suoi server le chat segrete che vengono create proprio per evitare che le proprie informazioni vengano salvate. Telegram ha dichiarato che presenterà ricorso per tornare attiva in Brasile, con il patron Pavel Durov che ha dichiarato quanto segue:

La missione di Telegram è preservare la privacy e la libertà di parola in tutto il mondo.
Nei casi in cui le leggi locali vanno contro questa missione o impongono requisiti tecnologicamente irrealizzabili, a volte dobbiamo lasciare tali mercati. In passato, paesi come Cina, Iran e Russia hanno vietato Telegram a causa della nostra posizione di principio in materia di diritti umani. Tali eventi, sebbene sfortunati, sono ancora preferibili al tradimento dei nostri utenti e delle convinzioni su cui ci siamo fondati.
In Brasile, un tribunale ha richiesto dati per noi tecnologicamente impossibili da ottenere. Stiamo facendo appello contro la decisione e attendiamo con impazienza la risoluzione finale. Indipendentemente dal costo, difenderemo i nostri utenti in Brasile e il loro diritto alla comunicazione privata.
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