Come riporta un insider vietnamita, all’evento di lancio dei nuovi Galaxy A34 e A54, Samsung ha confermato la volontà di mantenere lo stesso linguaggio estetico per tutti i suoi smartphone. Salvo qualche sparuta eccezione, tutte le ultime uscite del produttore coreano hanno un look simile se non identico fra loro, a partire dai top di gamma tradizionali passando per i pieghevoli, per poi giungere ai medio di gamma fino ai modelli più economici. Ma come mai Samsung a deciso di adottare una scelta così apparentemente rischiosa?
Ripercorriamo l’estetica degli smartphone Samsung nel corso degli anni
Partiamo dall’ultima serie Samsung Galaxy S23, composta dai tre modelli S23, S23+ ed S23 Ultra: fatta eccezione per le linee più spigolose della variante Ultra e qualche sensore fotografico in più, il design posteriore è praticamente identico.
La situazione si fa ancora più acuta scendendo di prezzo e prendendo in esame il trittico composto da Samsung Galaxy A14, A34 e A54, presenti nell’immagine qua sotto. Sapreste dire quale dei tre sia quale modello? Esatto, nemmeno io.
Scendendo ulteriormente di fascia c’è la famiglia Samsung Galaxy M, in questo caso gli ultimi due modelli M14 ed M54, e la storia si ripete.
Aggiungiamoci pure i rumors attorno a Samsung Galaxy Z Fold 5, perché anche per il prossimo pieghevole top di gamma si preannuncia una soluzione visiva dello stesso tipo.
Se si torna indietro al 2022, abbiamo i tre top di gamma Samsung Galaxy S22, S22+ ed S22 Ultra, e qua già notiamo alcune differenze tra i due modelli base e Plus e quello Ultra, oltre al differente modulo fotografico che troviamo sul pieghevole Z Fold 4.
Ci sono poi A03, A13, A33 e A53, e anche in questo caso vediamo una maggiore diversificazione sotto il profilo visivo fra i modelli della famiglia Samsung Galaxy A.
Stessa cosa fra le due coppie composte da Samsung Galaxy M13 ed M23 e da Galaxy M33 ed M53, con i due modelli più economici che hanno una fotocamera diversa rispetto ai due più costosi, che sfoggiano una quadrupla fotocamera che può restituire un aspetto più “premium” (al netto dell’effettiva qualità, ma quello è un altro discorso).
Come avrete notato, finora vi ho mostrato gli smartphone solo posteriormente, e il motivo è molto semplice: davanti sono tutti uguali. Che sia un notch o un punch-hole, da quando gli smartphone hanno intrapreso la strada del full screen la parte frontale non è più importante quando si parla di estetica in un telefono.
Se invece torniamo al 2017, quando gli smartphone a tutto schermo dovevano ancora prendere il sopravvento, ecco che possiamo notare una certa diversificazione nel catalogo Samsung: i due top di gamma S8 e S8+, i tre mid-range A3, A5 e A7 e infine i tre low-cost J3, J5 e J7, ognuna categoria aveva una sua personalità che permetteva ai consumatori di vedere un modello e poterlo subito catalogarlo in una specifica fascia di prezzo.
Rischi e benefici della strategia di Samsung
Ma quindi, perché Samsung ha deciso di eliminare questa diversificazione e omologare tutti i suoi smartphone a un’estetica ben specifica? Ho già trattato in parte l’argomento in questo video-editoriale, perciò colgo l’occasione per elaborare ulteriormente la mia opinione, dato che Samsung non si è espressa in merito. Il primo motivo è l’identità del marchio: avere smartphone uguali crea coerenza nel catalogo, e questo fa sì che il brand sia più facilmente riconoscibile, che si tratti di vederli nelle vetrine o nelle mani delle persone per strada; inoltre, mantenere un design nel tempo può restituire la sensazione di un brand sicuro di sé e delle proprie scelte.
Un altro vantaggio è per i telefoni low-cost, che assomigliando ai top di gamma assumono un aspetto più pregiato, dando la sensazione all’acquirente di star spendendo bene i propri soldi, anche perché Samsung sa bene che è la fascia economica quella che gli dà i maggiori incassi. Mantenere invariata l’estetica nel tempo significa anche creare familiarità nella mente dei consumatori, che imparano così a riconoscere più facilmente gli smartphone Samsung nei negozi abituandosi alle loro livree. Ci sono poi motivi più puramente tecnici come il voler ridurre i costi: in tempi di crisi economica come quelli odierni, avere una filiera produttiva dove molti prodotti condividono lo stesso design significa limare i costi che deriverebbero dalla ricerca e sviluppo di design diversi.
Ciò non significa, però, che non ci siano rischi nell’adottare una strategia del genere. Basta farsi un giro sui social per leggere centinaia di commenti che lamentano una certa ripetitività da parte di Samsung, che non starebbe osando nell’estetica al contrario di brand cinesi come Xiaomi, OPPO e vivo, che spesso cambiano di anno in anno. C’è chi dice che le linee di Samsung siano così minimal da essere banali, ma questo è lo scotto da pagare: creare un design unico per tutti i prodotti significa dover creare un design che piaccia a quante più persone possibili, cosa difficile da fare con forme e colori più azzardati.
Agli occhi di molti questo potrebbe dare la sensazione di poca innovazione, per un produttore come Samsung che in passato ha invece cercato soluzioni che rompessero gli schermi (nel bene e nel male). Anche perché, se il design non cambia, allora il focus va verso la scheda tecnica, ma oggi innovare nelle specifiche è quasi impossibile visto l’avanzamento tecnico raggiunto dagli smartphone odierni.
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