Aggiornamento 23/01: un leaker ci mostra le differenze di sensore fra Huawei P60 Pro e altri top di gamma di riferimento. Trovate tutti i dettagli all’interno dell’articolo.
Ogni volta che saltano fuori nomi come Huawei P60 e P60 Pro, si drizzano le antenne di coloro che sono alla ricerca delle ultime innovazioni lato fotocamera. Purtroppo, da quando il ban USA si è abbattuto sulla compagnia, non è più in grado quanto prima di dimostrarsi pionieristica, avendo in un certo senso ceduto lo scettro alle varie Xiaomi, OPPO e vivo. Questo non significa che non abbia ancora molto da dimostrare, come avvenuto con la serie Mate 50 e il suo incredibile meccanismo di apertura variabile.
Niente sensore fotografico da 1″ per Huawei P60 e P60 Pro, ma c’è un perché
Prendendo i rumors finora trapelati, sappiamo che Huawei P60 e P60 Pro dovrebbero avere fotocamere rispettivamente da 50+50+16 MP e da 50+50+64 MP, il cui sensore principale sarebbe il Sony IMX789 sul primo e il Sony IMX888 sul secondo. Il secondo non lo conosciamo ancora, mentre il primo è lo stesso visto su OnePlus 10 Pro e 9 Pro, non propriamente i migliori camera phone in circolazione. Quello che pare certo è che né il modello base né quello Pro dei nuovi top di gamma Huawei sarà dotato di quel sensore da 1″ che invece trova sempre più spazio sui flagship della concorrenza.
Se si confrontano i sensori previsti a bordo di Huawei P60 Pro e quelli per esempio di Xiaomi 13 Ultra e OPPO Find X6 Pro, si evince una certa differenza rispetto alla concorrenza. E si sa, più un sensore è grande, più luce acquisisce ergo foto migliori, almeno sulla carta, perché poi c’è anche il software a giocare un grosso ruolo nel risultato finale.
L’assenza di un sensore da 1″ è un peccato, visto che negli anni passati Huawei era spesso quella con il miglior hardware fotografico, ma ci sarebbe una buona motivazione. Come specifica l’insider Teme, il perché la serie Huawei P60 non sarebbe dotata di sensori di grandi dimensioni sarebbe da ritrovare proprio nella lente con apertura variabile, il quale richiederebbe più spazio rispetto alle lenti tradizionali.
Come spiegato in questo articolo, questo sistema fa sì che la lente fotografico dello smartphone si comporti come le lenti delle fotocamere professionali. Sulla pressoché totalità degli smartphone, infatti, le lenti di ogni sensore (primario, ultra-grandangolare, teleobiettivo, ecc.) hanno una focale fissa, che può essere f/2.4, f/1.8 e così via. Questo è un impedimento in alcuni casi, perché avere una focale variabile rende la fotocamera più versatile e ottimizzata a scattare in determinate situazioni; per esempio, un’apertura larga f/2.x o f/3.x è funzionale per scattare a soggetti sulla distanza, mentre un’apertura stretta f/1.6 è ideale per gli scatti ravvicinati in modo da creare un bell’effetto bokeh.
Se da un lato avere un sensore da 1″ è un vantaggio in termini di luminosità e resa generale, averlo con un’apertura stretta f/1.x è un rischio perché un’apertura del genere riduce il punto di messa a fuoco e bisogna fare più attenzione con l’autofocus quando si scatta a qualcosa di ravvicinato.
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