Nonostante abbia una discreta presenza sul mercato smartphone, la divisione semiconduttori di Samsung non sta vivendo il migliore dei suoi periodi. Dopo aver temporaneamente perso un importante cliente come Qualcomm, che ha virato verso TSMC, la sua divisione Exynos sta soffrendo la concorrenza di quella Snapdragon; al punto che si vocifera che potrebbe essere messa in standby per qualche anno per essere ristrutturata. Nel frattempo, però, gli impianti di Samsung Foundry hanno battuto sul tempo la rivale taiwanese, avendo già dato via alla produzione dei primi chip a 3 nm al mondo, destinati a potenziali clienti come Qualcomm, AMD e Tesla.
Samsung punta a triplicare la sua produzione di chip avanzati, anche grazie agli USA
Nel frattempo, oggi la dirigenza di Samsung Electronics ha dichiarato l’intenzione di voler triplicare la produzione dei chip più avanzati, in modo da recuperare terreno nei confronti di rivali come TSMC e Intel. Mentre i 3 nm sono diventati realtà, il 2025 dovrebbe essere l’anno in cui debutteranno i primi chip a 2 nm, a cui dovrebbero seguire nel corso del 2027 i primi a 1,4 nm, destinati a settori come intelligenza artificiale e super computer.
Ma c’è anche chi vede in questa eccessiva voglia di miniaturizzazione uno dei limiti di Samsung, che negli ultimi anni ha deluso le attese quando si parla di rendimento energetico. Secondo gli addetti ai lavori, Samsung sarebbe avanzata troppo rapidamente verso i processi produttivi più complessi, mentre TSMC solidificava le proprie tecnologie e i rapporti a lungo termine con i clienti; per poter sostenere un’industria così complessa e costosa, si dimostra necessario avere rapporti economici affidabili che la alimentino.
Lo si è notato con la produzione di chip a 5 e 4 nm, come sottolinea il co-CEO Kyung Kye-hyun, dove Samsung si è trovata in ritardo sulla tabella di marcia rispetto a TSMC, un passo in avanti anche in termini di prestazioni; lo si può vedere con le nuove schede grafiche NVIDIA RTX 4000, stampate con il processo a 4 nm di Samsung. A quel punto, Samsung ha puntato ad anticipare i tempi con i chip a 3 nm, diventando così la prima al mondo in vista del 2024, anno in cui arriverà la più matura seconda generazione. Al contempo, i primi SoC a 3 nm per il mondo smartphone/tablet arriveranno nel 2023 e saranno targati TSMC anziché Samsung.
Passare dagli attuali 3/4 nm ai chip a 2 nm fino a quelli a 1,4 nm non sarà un compito facile, sotto diversi aspetti; per raggiungere una complessità del genere sarà necessario collaborare con ASML, la compagnia olandese che si occupa di fabbricare i macchinari indispensabili per stampare chip così piccoli. Serviranno anche impianti appositi, oltre a quelli già presenti, per porre rimedio alla crisi della catena di approvvigionamento che ha provocato la famigerata crisi dei chip. Non solo in Corea del Sud, ma anche negli USA sfruttando gli investimenti del suo CHIPS Act: dopo l’impianto costruito in Austin, per il 2024 dovrebbe aprirne uno nuovo sempre in Texas nella città di Taylor, incaricato di stampare chip avanzati, probabilmente a 3 nm.
Cosa aspettarsi dai chip a 2 e 1 nm
Nel corso degli ultimi anni, Samsung si è pronunciata più volta sull’evoluzione tecnologia del mondo dei semiconduttori. Per esempio al Samsung Foundry Forum 2021, quando la compagnia ha affermato che stava già lavorando ai chip a 2 nm con la nuova struttura GAA, requisito necessario per poter realizzare SoC così piccoli. O anche all’evento IEDM 2021, quando la legge di Moore è stata sfidata parlando di come i chip a 1 nm cambieranno il mondo dei semiconduttori.