Sapevate che Xiaomi ha investito circa 15 milioni di dollari per la ricerca e lo sviluppo del sensore Sony IMX989 che è stato integrato nello Xiaomi 12S Ultra? Perché ok, il nuovo smartphone del brand è animato dal nuovo Snapgragon 8+, ha un nuovo sensore di prossimità, ha (come al solito) un super display ed una buona batteria, ma è chiaro che la feature principale del dispositivo è nel comparto fotografico.
Certo, in realtà il sensore Sony IMX989 non misura realmente 1 pollice, ma di questo ne abbiamo già parlato abbondantemente (qui), ma è indubbio che rispetto ad altri sensori fotografici per smartphone, quello dello Xiaomi 12S Ultra sia decisamente più grande: in soldoni ha le stesse dimensioni di quelli utilizzati nelle fotocamere della serie RX100 di Sony, ma è significativamente più piccolo di quello che si troverebbe in una full frame.
Cosa che, come vedremo, porta molti giovamenti. Come abbiamo visto in smartphone come il Pixel 6a di Google (qui la recensione), la corsa al miglior cameraphone non si vince solo con l’hardware migliore, ma soprattutto con la fotografia computazionale che, volenti o nolenti, deve a sua volta essere spinta (oltre che dal software) da un SoC in grado di reggere il passo.
Insomma, sulla carta lo Xiaomi 12S Ultra ha tutto quello che potrebbe servirgli per diventare il punto di riferimento del settore, e vi dirò una cosa: la fotocamera, non è l’unica caratteristica che mi ha sorpreso in questo dispositivo.
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Recensione Xiaomi 12S Ultra
Fotocamera
Partiamo al contrario: visto che è la fotocamera il punto chiave dello Xiaomi 12S Ultra iniziamo subito a parlare di questo. In realtà, guardando esclusivamente la scheda tecnica, il comparto fotocamere dello Xiaomi 12S Ultra non è poi così diverso da quello che caratterizzava lo Xiaomi Mi 11 Ultra. Certo, la fotocamera principale è tutta nuova ed utilizza un sensore Sony IMX989 da 50 megapixel con rivestimento 8p, ma il sensore della fotocamera ultra-grandangolare è quello della lente zoom periscopica 5x è sempre il solito Sony IMX586 da 48 megapixel.
Ciò che cambia profondamente tra le fotocamere dello Xiaomi 12S Ultra e quelle della generazione precedente è tutta la gestione ed il bilanciamento delle immagini, che tra le altre cose possono essere scattate (con tutte le ottiche) scegliendo tra due profili colore: Leica Authentic e Leica Vibrant.
Ma partiamo dalla fotocamera principale. A che serve un sensore più grande? Semplice, teoricamente dovrebbe riuscire ad assorbire più luce e garantire una migliore gestione della gamma dinamica, assieme ad un numero maggiore di dettagli ed un effetto bokeh molto più spinto.
Tutte caratteristiche che effettivamente si trovano quando si scatta con la fotocamera principale dello Xiaomi 12S Ultra. Qualsiasi sia lo smartphone con cui lo si vorrebbe paragonare, qualsiasi siano le condizioni di scatto, le immagini realizzate con lo smartphone di Xiaomi hanno costantemente un effetto sfocato molto più profondo e naturale e si allontanano (finalmente) dalla tipica “piattezza” delle fotografie scattate con gli smartphone.
Per darvi un esempio pratico, guardate l’immagine in alto. La foto di sinistra è stata scattata con uno Xiaomi 12S Ultra mentre quella a destra con un Samsung Galaxy S22 Ultra: noterete come il risultato prodotto dallo Xiaomi sia caratterizzato da un bokeh molto più naturale, diverso per tutta la lunghezza dell’obiettivo della fotocamera inquadrata, mentre quella realizzata con il Samsung è molto più “piatta”.
Detto questo, è inutile dire che in condizioni di buona luminosità le foto scattate con lo Xiaomi 12S Ultra siano di ottima qualità, con una buona gestione del colore (molto diversa rispetto a quella vista in tutti gli altri Xiaomi, e più tendente alle tonalità fredde) ed una gamma dinamica di qualità fantastica. Se vogliamo dirla tutta però, queste “preimpostazioni” Leica tendono molto a evidenziare le ombre ed aumentare il contrasto generale delle immagini, cosa che le rende molto belle da vedere sul display dello smartphone, ma difficilmente gestibili dal software in determinate condizioni di scatto, soprattutto di notte.
Ciò che lascia davvero senza parole però, è la velocità con la quale lo Xiaomi 12S Ultra scatta: più luce catturata significa tempi di scatto minori, ed è questa forse la caratteristica che più ha un impatto nella fotografia con questo smartphone. Vedete, io ho un problema con Frankie, il mio boxer: non sta mai fermo.
Mi è capitato più volte di volerlo fotografare mentre gioca o mentre è semplicemente seduto, e con qualsiasi altro smartphone ho sempre dovuto ripetere più e più volte la foto, proprio perché il tempo pratico dello scatto era troppo lento. Ebbene, con lo Xiaomi 12S Ultra questi problemi vengono totalmente superati: gli scatti di soggetti in movimento, gli scatti di fiori e piante che si muovono per il vento, non saranno più un problema perché appena si tappa sul tasto di cattura, l’immagine viene immortalata, elaborata e salvata nella galleria. È velocissimo.
C’è poi un altro vantaggio tangibile del nuovo sensore: in pratica, la modalità notturna non si attiva quasi mai. Un sensore più grande, vuol dire più luce e a differenza di quello che accade con un Samsung Galaxy S22 Ultra (qui la recensione) o un Google Pixel 6 Pro (qui la recensione), a pari condizioni di scarsa luminosità gli ultimi due attiveranno automaticamente la modalità notturna, mentre lo Xiaomi 12S Ultra no. Oppure quando viene attivata sullo smartphone di Xiaomi, se lo scatto notturno dura un secondo con il 12S Ultra, con iPhone e Galaxy si passa almeno a 3 secondi.
Il risultato è senza dubbio una fotografia molto più naturale, che però alcune volte può sembrare meno luminosa rispetto a quelle prodotte dagli altri due smartphone, colpa anche della gestione delle ombre e del contrasto derivante dai profili di Leica.
Gli scatti notturni con la fotocamera principale dello Xiaomi 12S Ultra sono quasi totalmente privi di rumore, anche se mediamente preferisco la gestione del colore nelle notturne di Samsung ma sono dell’idea che, tra hardware e software, la migliore gestione della gamma dinamica di notte per ora ce l’ha il Vivo X80 Pro (qui la recensione).
C’è però un grande divario tra la fotocamera principale dello Xiaomi 12S Ultra e le altre due. Come vi dicevo, i sensori sono gli stessi visti nello Xiaomi Mi 11 Ultra ed anche se l’elaborazione software è nettamente migliorata rispetto alla generazione precedente, in realtà si tratta di buone fotocamere che però non lasciano gridare al miracolo. Insomma, la differenza è evidente nonostante Xiaomi e Leica abbiano tentato di ridurre il gap qualitativo tra le ottiche, soprattutto in quanto a bilanciamento del colore.
La fotocamera ultra-wide è nettamente più scura rispetto alla principale, e la differenza si nota perfettamente anche nell’anteprima sullo schermo, mentre quella periscopica 5x è sì migliorata moltissimo rispetto a quella dell’11 Ultra, ma è diversi gradini sotto la 10x del Samsung Galaxy S22 Ultra: a prescindere dal fattore d’ingrandimento, lo zoom del Samsung è molto più stabile anche con zoom più spinti, e porta sempre a scatti con meno micro-mossi.
In quanto a video è inutile girarci intorno: Xiaomi 12S Ultra è probabilmente il migliore Android in circolazione, almeno per quanto riguarda la fotocamera principale. Lo smartphone può registrare ad una risoluzione massima di 8k a 24 fps, e sì, ci sono delle discrepanze in quanto a funzionalità e possibilità in base alla risoluzione (ad esempio, se si registra a 1080@60 si può aumentare e diminuire lo zoom sfruttando tutte le fotocamere, mentre in 4K no), ma quando si registra con la principale ci si rende conto delle reali potenzialità del sensore da 1”.
Con questa ottica c’è una buona stabilizzazione, una buona gestione delle gamme dinamiche e del contrasto, ed anche quando entra in azione l’HDR non è mai troppo spinto. Ciò che è eccezionale è, ancora una volta, l’effetto bokeh che si può ottenere in determinate inquadrature che è vero, morbido, piacevole. Insomma l’esperienza video con la fotocamera principale dello Xiaomi 12S Ultra è tutta un’altra cosa.
E lo è anche di notte, quando è evidente che il sistema cattura più luce, eliminando quasi totalmente qualsivoglia rumore o pastellamento dei colori. Se proprio vogliamo dirla tutta però, a mio avviso quelli di Xiaomi avrebbero dovuto fare qualche sforzo in più nel tentare di eliminare il lens flare che si verifica quando si registra in determinate condizioni e, soprattutto, lavorare meglio sulla qualità ed il bilanciamento dei microfoni nella registrazione dei video.
Chiaramente, poi, anche con i video c’è l’enorme gap qualitativo tra la principale e le altre due fotocamere: personalmente, registrerei solo ed esclusivamente con l’ottica principale, perché i risultati che si ottengono con l’ultra-wide e lo zoom non sono a livello di uno smatphone che vuole essere davvero “ultra”.
Hardware e prestazioni
Il secondo punto su cui c’è molto da discutere di questo Xiaomi 12S Ultra è l’hardware. E lo è perché il nuovo smartphone del brand cinese è uno dei primi ad essere animato dal nuovissimo Qualcomm Snapdragon 8+, un aggiornamento che definirei “iterativo” rispetto alla centrale nucleare che era lo Snap 8 liscio, nel quale il produttore di semiconduttori si è focalizzato più sull’ottimizzazione dell’efficienza energetica, che sull’aumento delle prestazioni: secondo Qualcomm, il nuovo Snap 8+ sarebbe più veloce solo del 10% rispetto alla generazione precedente, ma l’efficienza energetica dovrebbe essere migliorata del 30%.
E ve lo dico subito: non mentono, ci sono riusciti davvero. Quindi non ero un pazzo quando dicevo che lo Snap 8 era un SoC praticamente inutilizzabile per via della sua (non) efficienza energetica.
Per farvi capire meglio quali sono le reali differenze tra i due SoC, prendiamo come punto di riferimento lo Xiaomi 12 Pro (qui la recensione), che aveva seri problemi di surriscaldamento con il processore della generazione precedente.
Se paragoniamo 1310 punti in Single-Core ed i 4169 punti in Multi-Core che lo Xiaomi 12S Ultra ha ottenuto su GeekBench, con i 1180 punti in Single-Core ed i 3429 punti in Multi-Core del 12 Pro, salta subito all’occhio come le prestazioni del nuovo SoC siano migliorate, ma non di tantissimo. Lo stesso lo si nota paragonando i 951.145 punti del 12 Pro in AnTuTu rispetto al punteggio di 1.043.281 ottenuto dallo Xiaomi 12S Ultra. D’altronde, tutto si poteva dire di questo Snap 8, tranne che non fosse veloce.
Ma le vere differenze le si nota paragonando le prestazioni nello stress test di AnTuTu di entrambi i dispositivi. Se si vanno a paragonare i grafici relativi alla velocità dei Core e le prestazioni della CPU, si nota che effettivamente la gestione dello Snap 8+ nello Xiaomi 12S Ultra è molto simile a quella che abbiamo visto nel 12 Pro. Insomma, il throtteling non è un problema di rilievo in entrambi i dispositivi. Il fatto che Qualcomm abbia deciso di dire addio a Samsung e realizzare il nuovo Soc con lo stesso processo TSMC a 4nn del Dimensity 9000 è stato una benedizione dal cielo.
Cambiano però due fattori principali: il battery drain e le temperature. Xiaomi 12 Pro, in un test da 15” ai tempi della recensione ebbe un drain della batteria di circa il 7%, che scende al 5% nello Xiaomi 12S Ultra. E non finisce qui.
Nel corso del test (realizzato in pieno inverno), Xiaomi 12 Pro in 15 minuti è passato da una temperatura di partenza di 29 gradi fino a toccare la soglia dei 40°, con un aumento di 11.7°, mentre lo Xiaomi 12S Ultra con il test (eseguito in piena estate) è passato da una temperatura di partenza di 30.4° ad una temperatura massima di 37.8°, con un aumento 7.4° nonostante il caldo infernale di questi giorni.
Quindi sì, in soldoni lo Snapdragon 8+ gestisce decisamente meglio il consumo energetico e fa altrettanto con le temperature. Insomma, Qualcomm ha mantenuto le promesse fatte.
Questo però non vuol dire che lo smartphone non scaldi: con sessioni lunghe intense di giochi complessi, come Gesnhin Impach o CoD Mobile, la temperature possono arrivare a raggiungere anche i 45°, ma lo fanno in un tempo profondamente più lungo di quanto accadeva con uno Snap 8 liscio.
Inutile dire quindi che le prestazioni sono da puro primo della classe e, così come con lo Xiaomi 12 Pro, anche grazie alla RAM di tipo LPDDR5X e le memorie UFS 3.1 che, però, ho notato un po’ sotto tono in quanto a prestazioni rispetto a quelle utilizzate nel 12 Pro.
L’audio in capsula è ottimo, così come quello stereofonico gestito da due speaker harman/hardon di altissima qualità. Buona la ricezione alle reti WiFi così come quella alle reti cellulari, ma preferirei andare un po’ oltre l’ovvio e parlare di una cosa molto più interessante: il sensore di prossimità.
Ce l’avete chiesto in In Prova con Giz, il nostro gruppo Telegram in cui vi facciamo vedere i backstage di tutti i nostri video, e vi rispondo subito: il sensore di prossimità nello Xiaomi 12S Ultracontinua ad essere prodotto da Elliptic Labs, e continua ad essere di tipo virtuale.
La buona nuova è che l’algoritmo AI che dovrebbe riconoscere quando lo smartphone è vicino al viso e disabilitare il display ed il touch, è nettamente migliorato e tutti quei fastidiosi problemi sono stati quasi (e ripeto, quasi) risolti. In soldoni no, le prestazioni del sensore di prossimità dello Xiaomi 12S Ultra non sono ancora a livello di un sensore standard, ma ci siamo vicini.
Personalmente continuo ad essere perplesso sulla scelta fatta da Xiaomi di non utilizzare sensori standard. Anche perché smartphone che ha una fotocamera del genere se lo meriterebbe. Valli a capire.
Batteria e ricarica
In quanto a ricarica e batteria, arriviamo subito al passo indietro più clamoroso fatto dall’azienda: per tutta una serie di motivi tecnici, la velocità di ricarica dello Xiaomi 12S Ultra è stata ridotta a 50w. Poco male però, perché nonostante la batteria da 4860 mAh non sia tra le più grandi in circolazione, con un’unica carica sono riuscito a raggiungere circa 7 ore di display acceso con un’unica carica, all’aperto e con un utilizzo piuttosto intenso. Quindi sì, un altro punto a favore per lo Snap 8+ perché Nessun altro telefono con uno schermo WQHD+ a 120 Hz, potrebbe offrire 7 di attivazione dello schermo.
Poi un’altra piccola curiosità: ho la sensazione che quelli di Xiaomi abbiano spostato la bobina per la ricarica wireless il che ha portato a limitare la compatibilità dello smartphone con alcune basette di ricarica.
Display
Per quanto riguarda lo schermo, non c’è nessuna novità. Xiaomi 12S Ultra è dotato dello stesso identico pannello che abbiamo visto sul 12 Pro, e non solo continua a mantenere la risoluzione di 1440p, la frequenza di aggiornamento massima a 120 Hz e la frequenza di aggiornamento del tocco di 480 Hz che abbiamo visto nella generazione precedente ma, questa volta, utilizza il nuovo pannello E5 di Samsung, coadiuvato dalla tecnologia Micro-Lens e dall’LTPO di seconda generazione. In soldoni è uno dei display con la migliore qualità visiva, ed il minore consumo energetico.
Bianchi e colori sono ben blianciati, i neri sono profondi, il rapporto di contrasto è ottimo. Insomma è inutile spendere troppe parole, anche perché l’abbiamo già analizzato a fondo nella recensione del 12 Pro: è uno dei migliori display in circolazione, se non il migliore.
C’è però una piccola nota dolente, molto tecnica, ma c’è. Con lo Xiaomi 12S Ultra non è possibile attivare il DC Dimming, a meno che non si attivino le opzioni sviluppatore e, una volta attivato, il risultato è decisamente più debole rispetto a quello che si aveva con il Mi 11 Ultra. Forse per questo l’azienda ha deciso di “nascondere” il tag di attivazione. Furbetti.
Design e materiali
Il design ed i materiali sono la cosa più “noiosa” di questo Xiaomi 12S Ultra. Anzi, a dirla tutta, sono il fattore che meno fanno sembrare “premium” lo smartphone, soprattutto se paragonato alla generazione precedente che, soprattutto grazie al secondo display, era forse un po’ troppo tamarra ma trasmetteva una sensazione ben diversa.
Grande 163.17 x 74.97 x 9.06 mm con un peso di 225 grammi, Xiaomi 12S Ultra è decisamente ingombrante e piuttosto scomodo da utilizzare con una mano. La back cover poi è stata realizzata con una pelle vegana che non mi piace particolarmente, non solo perché trasmette una sensazione molto distante da quella “premium” che avrebbero voluto caratterizzasse lo smartphone, ma soprattutto perché si sporca molto facilmente.
Ed è lo stesso per il camera bump che è composto da due sezioni, la più grande della quale (quella rettangolare con il logo Leica) tende a sporcarsi ed è esteticamente poco piacevole. Ma questi, si sa, sono gusti. La cosa buona però, è che il camera bump migliora molto il grip dello smartphone, perché lo si tenederà involontariamente ad utilizzare come appoggio.
Per il resto, Xiaomi 12S Ultra è il solito Xiaomi. C’è il blaster IR, ci sono gli speaker indipendenti harman/kardon, c’è il solito frame in alluminio con le solite forme. Insomma, ripeto, quello del design e dei materiali è l’aspetto più noioso di uno smartphone che, altrimenti, è davvero divertente da utilizzare.
Software
Al momento della recensione lo Xiaomi 12S Ultra che abbiamo in prova è animato da Android 12 personalizzato con la MIUI 13. Non mi dilungherò troppo sul software del nostro sample per il semplice motivo che si tratta della versione cinese del dispositivo: quando avremo modo di installare la ROM ufficiale italiana, pubblicheremo un approfondimento dedicato.
Prezzo di vendita e conclusioni
Ad oggi, non sappiamo ancora quando è se lo Xiaomi 12S Ultra sarà venduto in Italia. È però già possibile acquistarlo su Trading Shenzen, con spedizione senza oneri doganali ma sempre con la ROM cinese, in cui è possibile utilizzare il Play Store senza problemi, ma che è in lingua inglese.
Il prezzo parte da 1117 euro per la versione 8/256 GB, 1157 euro per la versione 12/256 GB fino ad arrivare a 1257 euro per la versione 12/512 GB. Ed il punto è questo: nonostante non sia uno smartphone sorprendente come fu il Mi 11 Ultra, è indubbio che lo Xiaomi 12S Ultra farà sicuramente da apripista. Certo, è un ultra-premium in tutto e per tutto, con alcune cosette che sarebbero potute essere curate meglio, ma è davvero il primo della classe in molte cose.
Ma sono convinto che detterà anche il futuro: i sensori da 1” sono il prossimo step per il mondo della fotografia da smartphone, e solo l’idea che un giorno Apple, Google e Samsung lo utilizzeranno, mi fa davvero ben sperare. Immaginate un sensore del genere, gestito dal software di Google ad esempio. Sarà una cosa spettacolare.
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