Sono molto combattuto nel parlare del nuovo OnePlus 10T. Perché sì, è vero che in linea generale quando il brand rilascia un aggiornamento di metà anno lo fa con un prodotto leggermente più scattante del suo ultimo top di gamma con una manciata di lievi perfezionamenti, ma con il OnePlus 10T è come se si siano dovute sacrificare diverse funzionalità per puntare tutto sulla velocità e mantenere un prezzo non proprio economico, ma quantomeno competitivo.
Il neo-arrivato in casa OnePlus è animato dal nuovo Snapdragon 8+ Gen. 1, ha un ottimo display a 120 Hz ed una ricarica super veloce, ma ha dovuto dire (temporaneamente) addio al tipico Alert Slider (e questo succede per la prima volta), alla resistenza all’acqua e, soprattutto, alla ricarica wireless. Tutte mancanze che in uno smartphone che parte da un prezzo base di 719 euro sono forse un po’ troppo. E no, dell’assenza della collaborazione con Hasselblad non mi interessa minimamente.
Insomma, sono molto combattuto nel parlare del nuovo OnePlus 10T. Anche perché stiamo parlando di un buon prodotto che strizza l’occhio al gaming e che nell’uso di tutti i giorni è assolutamente piacevole da utilizzare ma che l’azienda ha inserito in una fascia di prezzo in cui la concorrenza è agguerrita: c’è lo Zenfone 9 di Asus, il Motorola Edge 30 Pro, per non parlare di tutti i top di gamma che ormai sono scesi di prezzo ed i Pixel di Google.
Indice
Recensione OnePlus 10T: hardware da top, ma con qualche rinuncia
Design e materiali
Dal punto di vista del design, OnePlus 10T continua a seguire la strada del OnePlus 10 Pro (qui la recensione), ma con qualche differenza piuttosto importante. Il modulo della fotocamera continua ad essere l’elemento più distintivo dello smartphone ed è stato inserito in un grande ritaglio incastonato nella cover posteriore dello smartphone con linee molto smussate. A me piace ma, si sa, i gusti sono personali.
È disponibile in due colorazioni: Moonstone Black, che la cover posteriore caratterizzata da sottili scanalature molto piacevoli al tatto (che lo fanno sembrare quasi un disco in vinile), e Jade Green che è la colorazione che abbiamo utilizzato per questa recensione. Ed indipendentemente dalla colorazione, entrambe le versioni hanno una back cover protetta da uno strato in vetro Gorilla Glass 5.
Il bilanciere del volume è stato posizionato sul frame sinistro ad un’altezza perfettamente raggiungibile anche quando si utilizza lo smartphone con una mano, mentre sul lato destro è presente solo il tasto d’accensione. Niente Alert Slider, quindi, ed è la prima volta che succede dal 2015. La motivazione di questa scelta l’ha sottolineata stesso l’azienda: a quanto pare, OnePlus avrebbe rinunciato al comodissimo slider per le modalità audio per far spazio ad alcune delle caratteristiche che caratterizzano OnePlus 10T, come la ricarica ultra rapida, una batteria più capiente e dei miglioramenti relativi alle antenne del telefono.
Ha un senso, ma poi neanche tanto soprattutto considerando che si tratta di uno smartphone grane 163 × 75.4 × 8.75 mm. Insomma, se avessero davvero voluto, sono sicuro che un modo per integrare lo slider lo avrebbero trovato, invece hanno preferito rinunciare ad una delle poche feature che rendevano unici i OnePlus. Peccato.
Display
Il display del OnePlus 10T è un ottimo Fluid AMOLED da 6.7 pollici, con una risoluzione fullHD+ ed un refresh rate adattivo che può arrivare massimo a 120 Hz. Certo, non è un pannello di tipo LTPO ed ha una densità di pixel per pollice di 394 ppi, ma ha una buona luminosità di picco che nei nostri test supera di poco gli 870 nit, ed è compatibile con HDR 10+.
Insomma, stiamo parlando di uno schermo di qualità, con colori ben saturati e contrastati, un buon bilanciamento delle tonalità ed una luminosità in grado di renderlo utilizzabile anche in condizioni di luce diretta che, tra l’altro, si può personalizzare profondamente: c’è anche una modalità “Pro” con la quale si può selezionare un profilo cinematografico che riesce a coprire il 100% della gamma P3 e sfruttare al massimo la profondità nativa del pannello, che è a 10 bit.
Ha poi un’altra chicca. OnePlus 10T è uno dei pochi smartphone in questa fascia di prezzo (eccetto i top di gamma di Xiaomi) ad avere una frequenza di campionamento del tocco di ben 1000 Hz il ché, come vedremo, tende a migliorare tantissimo l’esperienza di digitazione con la testiera virtuale e, soprattuto, l’esperienza in gioco. Infine un appunto per i sensori di luminosità e prossimità: non sono virtuali e funzionano benissimo nella lettura della luce.
Hardware e prestazioni
Come già anticipato, OnePlus 10T fa parte della nuova generazione di smartphone animati dallo Snapdragon 8+ Gen. 1 di Qualcomm. Il tentativo con cui il brand ha cercato di risolvere tutte le profonde problematiche del primo Snap 8, abbandonando Samsung ed affidando la produzione a TCMC con un processo a 4 nm. E, ormai l’avrete capito, ci sono riusciti. Certo, probabilmente questo Snap 8+ è quello che sarebbe dovuto essere la versione precedente, ma l’importante è che alla fine ci sono arrivati ed hanno mantenuto le promesse.
La memoria RAM del dispositivo può essere da 8 Gb o da 16 GB ed è di tipo LPDDR5, mentre la memoria interna può essere da 128 GB o da 256 GB ed è di tipo UFS 3.1. Insomma, senza girarci intorno, OnePlus 10T è uno degli smartphone più veloci del mercato, con cui è possibile eseguire qualsiasi operazione senza alcun rallentamento e che è in grado di riprodurre giochi come Genshin Impact decisamente meglio del OnePlus 10 Pro, e con meno surriscaldamento: con il 10 Pro ricordo di essere riuscito a riprodurre il gioco al massimo della definizione grafica con una media di circa 50 fps e temperature che variavano dai 45 ai 49 gradi, mentre sul OnePlus 10T (con le stesse impostazioni) il framerate medio si avvicina molto ai 60 fps e la temperatura a stento supera i 45 gradi.
C’è da dire però, che quelli di OnePlus sono stati furbi sulla gestione di questo Snap 8+. Ora, va detto che il sistema di dissipazione pensato dal brand per il suo nuovo smartphone funziona egregiamente, ma è guardando i risultati dei benchmark che ci si rende conto di cosa abbiano fatto gli ingegneri di OnePlus per “addomesticare” il nuovo SoC di Qualcomm.
Quando ho effettuato i primi benchmark sul OnePlus 10T, ci sono rimasto male. Perché, nonostante il nuovo SoC, il nuovo smartphone del sub-brand di Oppo ha ottenuto 1055 punti in Single-Core e 3398 punti in Multi-Core su GeekBench e 872875 punti in AnTuTu. Punteggi piuttosto bassi, soprattutto considerando che il OnePlus 10 Pro (con lo Snap 8 liscio) ottenne 1002 punti in Single-Core e 3353 punti in Multi-Core su GeekBench e 941653 punti su AnTuTu.
Strano, no? Ma dopo qualche test più approfondito, sono riuscito a capire il motivo analizzando il grafico derivante dallo stress test di AnTuTu: noterete come, in 15 minuti di test, la temperatura non abbia subito nessun aumento sostanziale, ma perché effettivamente le prestazioni della CPU e le frequenze di funzionamento dei Core sono state bruscamente frenate da OnePlus. In soldoni, in modalità “normale” (e ora capirete perché utilizzo questo termine), il brand ha optato per una gestione super conservativa dello Snap 8+, limitando il processore e spingendolo a toccare tanti punti di minimo al 20%, con una media di circa il 50% delle performance reali.
E dopo aver visto questi pessimi risultati, mi sono chiesto: ma come è possibile che sono riuscito ad ottenere quelle performance in gioco, con un SoC così castrato? Ma la risposta è molto più semplice di quel che sembra, e si trova nelle impostazioni dello smartphone. Perché è entrando nella sezione relativa alla batteria ed attivando la modalità ad alte prestazioni, che le cose cambiano profondamente.
Con questo settaggio infatti, OnePlus 10T ha ottenuto 1032463 punti in AnTuTu, ed è cambiato profondamente anche il risultato dello stress test di AnTuTu. Come potete vedere dall’immagine in alto, attivando la modalità ad alte prestazioni la gestione del SoC è totalmente diversa: praticamente, per i primi 10 minuti del test i core della Cpu hanno lavorato quasi al massimo, e le prestazioni sono salite ad una media dell’80%, per poi assestarsi al 60% per gli ultimi minuti del test. Quindi, un po’ di trhottling c’è, ma è più che normale e le prestazioni generali del sistema non ne risentono.
Ora, la domanda sorge spontanea: è ovvio che un utente medio non si mette ogni volta ad attivare la modalità ad alte prestazioni, quindi come mai quando si avvia un gioco (senza attivare la modalità) si ottengono questi risultati? La risposta è nella modalità gioco: nei miei test ho notato che, quando si attiva, il dispositivo viene impostato immediatamente nella modalità ad alte prestazioni. Mistero risolto: è una furbata. Forse dovuta anche alla presenza di alcune funzioni software come il GPA che riduce la fluttuazione del framerate durante il gioco, il GLC ovvero un algoritmo che controlla il carico sulla GPU ottimizzandone consumi e prestazioni.
Ma sinceramente non ne capisco il motivo, soprattutto considerando che con “Prestazioni normali” nel corso del test OnePlus 10T ha avuto un aumento delle temperature di 4.5° ed un battery drain del 4%, che è lo stesso che ha avuto in modalità “Prestazioni elevate”, con un aumento della temperatura di 4.1°. In soldoni la scelta del brand è inutile, e se avessero pensato di farlo andare al massimo di default avrebbero fatto una scelta più giusta. Anche perché c’è un massiccio sistema di dissipazione passivo con camera di vapore con 8 canali e vari strati tra cui un foglio di grafite 3D che, che tecnicamente, dovrebbe dissipare il 50% meglio che un normale strato di grafite.
E dopo questo pippone, torniamo all’ovvio. Buono l’audio in capsula, ottima la connessione alle reti cellulari e alle reti WiFi veloci, e buono l’audio stereofonico che, però, è generato sfruttando anche la capsula auricolare. Anche il sensore per le impronte digitali sotto lo schermo è piuttosto veloce, ed è di tipo ultrasonico.
Fotocamere
In quanto a fotocamere, arrivo subito al sodo: con il OnePlus 10T l’azienda avrebbe potuto spingersi un po’ oltre a quel che ha fatto. Ok, nel nuovo smartphone del brand sparisce la collaborazione con Hasselblad (addio mia cara collaborazione, non mi mancherai), ma la colpa delle prestazioni un po’ sotto tono del comparto fotografico del OnePlus 10T non dipendono da questo.
Dando per scontato che la presenza di una macro da 2 megapixel penso sia la cosa più inutile dello smartphone, in realtà il vero “limite” di queste fotocamere è hardware: OnePlus 10T integra un sensore principale Sony IMX766 da 50 megapixel stabilizzato otticamente, affiancato da una ultra-wide da 8 megapixel con messa a fuoco fissa. In pratica, OnePlus 10T ha le stesse fotocamere del OnePlus Nord 2T (qui la recensione) che, a loro volta, erano le stesse del OnePlus Nord 2 (qui la recensione) che si trova ormai a meno di 300 euro.
Sia chiaro, la qualità delle foto è sempre più o meno convincente, quantomeno quando si utilizza la fotocamera principale, ed è palese quanto il trittico OPPO-Realme-OnePlus sia riuscito ad ottimizzare il sensore di Sony: la gestione della gamma dinamica è buona, l’HDR non è mai troppo invasivo, e le immagini sono sempre ben saturate. Ma gli manca quel quid in più per poter essere definite ottime, per uno smartphone che comunque costa più di 700 euro.
Ed anche di notte i risultati sono gli stessi. Anche grazie allo stabilizzatore ottico, le foto scattate con la fotocamera principale di OnePlus 10T sono buone e molto piacevoli da guardare ma, che si scatti di giorno o che si scatti di notte, il divario con la fotocamera ultra-wide è molto marcato: con l’ottica ultra grandangolare è molto evidente che si utilizza una lente meno luminosa con un sensore non stabilizzato e con messa a fuoco fissa. Il che, poi, porta ad una gestione delle luci decisamente diversa, così come la gestione della gamma dinamica e dei colori. Personalmente, poi, avrei preferito che OnePlus avesse eliminato la macro da 2 megapixel, a favore di uno zoom anche non troppo spinto, tipo un 3x. Ma, a quel punto, avrebbe dovuto optare per un altro sensore.
Buoni i video, che arrivano alla risoluzione massima di 4k a 60 fps, e che mi sono particolarmente piaciuti in quanto a stabilizzazione, soprattutto con la fotocamera principale. La gestione della gamma dinamica è buona, i colori piacevoli ed è possibile anche scattare con una modalità AI che ottimizza le impostazioni della scena (ma solo con il sensore principale). Con l’ultra-wide invece, si stente un pochino la mancanza dello stabilizzatore ottico, ma l’EIS fa un ottimo lavoro.
Insomma, in quanto a video, anche di notte, si sente particolarmente tutta l’esperienza di OPPO, ed i risultati devo ammettere che sono piuttosto buoni.
Software
Ad animare OnePlus 10T ci pensa Android 12 personalizzato con la OxygenOS 12.1 che, per quanto a me continui a piacere stilisticamente, continua ad essere un pochino confusionaria da quanto OPPO e OnePlus si sono fusi. La buona notizia però, è che il brand prevede tre major update di Android e 4 anni di patch di sicurezza, il che non è niente male.
Lo stile grafico è molto simile a quello che troviamo nella ColorOS e sono integrate alcune delle funzioni che abbiamo già visto negli smartphone di OPPO, come la Zen Mode, ma c’è anche la OnePlus Self, che però si attiva con uno swipe verso il basso partendo dall’angolo destro, rendendo il tutto un po’ confusionario e piuttosto scomodo.
Insomma, senza girarci troppo intorno: l’interfaccia grafica della OxygenOS a me piace, è pulita, fluida, veloce e su OnePlus 10T non rallenta praticamente mai: lo smartphone è uno dei più fluidi e veloci che ho avuto modo di provare negli ultimi tempi. Ciò che proprio non mi fa impazzire è l’incoerenza grafica e funzionale nata dopo l’unione delle GUI di OPPO e OnePlus, che sarebbe potuta essere gestita meglio.
Batteria e ricarica
La batteria e la ricarica del OnePlus 10T però, sono stupefacenti. Sotto la scocca lo smartphone nasconde una batteria da 4800 mAH a doppio modulo che, seppure non sia tra le più capienti della categoria e sia in grado di superare le circa 6 ore di schermo acceso con un utilizzo molto stressante, è accompagnata da una ricarica super veloce che il brand ha chiamato UPERVOOC Endurance Edition a 150 Watt, che permette di ricaricare da 1 a 100% in circa 19 minuti. E lo fa grazie ad un algoritmo chiamato Smart Battery Health Algorithm che controlla costantemente il flusso di corrente e la regola con grande precisione e grazie ad un sistema di rigenerazione continua degli elettrodi che avviene durante la ricarica. E funziona davvero bene.
Ciò che mi ha lasciato perplesso però, sono l’autonomia rapportata alle gestione conservativa che OnePlus ha deciso di dare al SoC, ma sono più che conscio che si tratta di un fattore che un utente medio non sentirà neppure, ma soprattutto l’assenza di un qualsivoglia sistema di ricarica wireless: so che molti di voi penseranno che non si tratti di una grande perdita, ma sono dell’idea che uno smartphone del genere se la meriti questa tecnologia. Peccato.
Prezzo e considerazioni
Il prezzo di vendita di OnePlus 10T è di 719 euro per la versione 8/128 e 819 euro per la versione 16/256. Sarà in vendita a partire dal 25 agosto ed a partire dall’11 agosto si potrà preordinare su Amazon e su OnePlus.com usufruendo di una promo interessante: uno sconto del 40% sulle OnePlus Buds Pro e del 60% sulle OnePlus Buds Z2, oltre a potersi aggiudicare altri regali come cover e protezione dello schermo. Infine, gli utenti registrati al Red Cable Club riceveranno il triplo dei Red Coins preordinando il 10T.
E veniamo al sodo: si tratta di uno smartphone di ottima qualità, con prestazioni che possono raggiungere valori decisamente importanti che l’azienda ha voluto ottimizzare anche per chi vuole un dispositivo per giocare. È ben costruito, ha un ottimo schermo piatto ed una ricarica super veloce che in questa fascia di prezzo non è poi così ovvio trovare.
Gli manca però quel quid in più per poter essere definito il ritorno del flagship killer, ma è uno degli smartphone che quantomeno si avvicinano di più alla “vecchia OnePlus”: è davvero un peccato che l’azienda abbia rinunciato alla certificazione IP, alla ricarica wireless e non abbia fatto qualcosa in più sulle fotocamere perché, se avesse dato l’attenzione che meritano a queste piccole cose, anche i vecchi fan del brand sarebbero stati accontentati. E, cara OnePlus, ridatcci l’Alert Slider.