Ogni volta che si ha a che fare con uno smartphone resistente ai liquidi, come molti Samsung, si apre un dibattito sull’effettiva impermeabilità all’acqua. D’altronde parliamo di dispositivi pieni di componenti elettrici sensibili ai liquidi, all’interno di scocche che non sono totalmente isolate verso l’esterno. Per quanto l’ingresso mini-jack stia gradualmente sparendo dagli smartphone, ci sono elementi come tasti laterali, porta USB, speaker e microfoni che offrono un possibile passaggio all’acqua. Se a ciò sommiamo le promesse mancate da parte di produttori come Samsung, ecco che la situazione si fa ancora più complessa.
Samsung è stata condannata per aver mentito sull’impermeabilità dei suoi smartphone
Lo dimostra la decisione dall’Antitrust australiano ACCC, che ha inflitto a Samsung circa 10 milioni di dollari di multa per aver fatto pubblicità ingannevole sull’impermeabilità dei suoi telefoni. La notizia arriva oggi, ma in realtà i fatti risalgono al periodo compreso fra marzo 2016 e ottobre 2018. In quel frangente, Samsung portava avanti una campagna pubblicitaria in cui sponsorizzava i suoi smartphone con scene di immersioni in mare e piscina. Il tutto affermando che quegli smartphone fossero in grado di stare fino a 1,5 metri di profondità per 30 minuti.
Ma c’è un problema: mentre i test di laboratorio di Samsung vengono svolti in acqua dolce, gli smartphone non erano affatto in grado di resistere del tutto all’acqua salata o al cloro contenuto nelle piscine. Questi elementi, infatti, rischiano di intaccare il corretto funzionamento dello smartphone, in particolare attaccando e corrodendo la porta USB.
Ma quali erano gli smartphone coinvolti? Torniamo indietro nel tempo, dato che i modelli sono Samsung Galaxy S8, S8+, S7, S7 Edge, Note 8, A7 2017 e A5 2017. Il risultato è la multa di circa 10 milioni inflitta da ACCC ai danni di Samsung, che successivamente alla condanna si è adeguata e ha modificato hardware e software dei telefoni. Ecco, quindi, che la porta USB dei modelli di smartphone Samsung lanciati a partire da marzo 2018 non rischiano più la corrosione con sale o cloro.
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