Quando si parla di smartphone economici, non si può non pensare a Redmi come uno dei punti di riferimento del mercato. L’azienda figlia di Xiaomi, da tempo infatti è uno di quei nomi quasi imbattibili quando si tratta di prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo, venduti a cifre decisamente accessibili ma che non rinunciano ad alcune caratteristiche tecniche.
Lo abbiamo visto con il Redmi Note 11 Pro (qui la recensione), e adesso arriva il turno dell’entry level della nuova famiglia Note: è il Redmi Note 11, il modello più economico, che rafforza la lineup del 2022 del brand con un pannello AMOLED a 90 Hz, delle buone prestazioni in gaming ed una fotocamera niente male per un prodotto venduto a 179 euro tramite il link che trovate in basso.
Ma ha anche qualche rinuncia: a partire dal fatto che si tratta di uno smartphone 4G, fino ad arrivare alla mancanza dell’NFC, il Redmi Note 11 è uno di quei dispositivi che vanno acquistati non solo per risparmiare, ma consci di alcuni compromessi che – ve lo dico in anticipo – a mio parere sono necessari per portarsi a casa questa qualità a questo prezzo.
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Recensione Redmi Note 11: il migliore smartphone economico del 2022?
Design e materiali
Dal punto di vista del design e dei materiali, il Redmi Note 11 non si allontana molto da quello che abbiamo visto con la variante Pro. Anche nel più economico della lineup, le cornici laterali del frame in plastica hanno un taglio più piatto e squadrato, ed è un fattore che ne migliora sensibilmente il grip e la comodità della presa.
Seppure si tratti sempre di policarbonato, è indubbio che quando si impugna il Redmi Note 11 si ha la sensazione di utilizzare un dispositivo venduto a ben più di 179 euro, e questo anche grazie alla back cover, che ha una finitura opaca ma che – a differenza della versione Pro – non gestisce poi chissà quanto bene le impronte digitali.
Anche in questa versione, il sensore per le impronte digitali è stato posizionato nel tasto d’accensione laterale, mentre anteriormente tutta l’area è dedicata al luminosi pannello AMOLED a 90 Hz che, però, continua ad essere caratterizzato da cornici asimmetriche: quella inferiore è decisamente più spessa di quella superiore e sì, sono dettagli è vero, però sono certo che sono in molti a notare queste piccolezze.
È grande 159,9 x 73,9 x 8,1 mm e pesa 179 grammi, inoltre è certificato IP53 (il che lo rende resistente solo a polvere e schizzi d’acqua), integra l’ingresso per il jack delle cuffie da 3.5 mm ed ha anche il blaster IR che lo può trasformare in un telecomando universale.
È interessante poi notare come la versione cinese sia totalmente diversa da quella global che abbiamo in prova, e lo è non solo per le dimensioni dello schermo (che sono da 6.6” anziché 6.43”), ma soprattutto perché integra un pannello LCD invece di un AMOLED. I misteri di Xiaomi.
Display
Lo schermo del Redmi Note 11 è praticamente identico a quello che si troverebbe nel Note 11S. Il pannello è un brillante AMOLED da 6.43 pollici, con una risoluzione FullHD+ ed un refresh rate a 90 Hz. No, non è un LTPO, quindi la frequenza di aggiornamento non può variare in un ampio range, ma è un pannello estremamente luminoso con cui, anche se l’azienda ha dichiarato 1000 nit di picco, ho notato poter variare da un minimo di 2,3 nits ad un massimo di circa 725 nits. Ed è un risultato niente male, per uno smartphone che costa così poco.
Vanta poi, anche una frequenza di campionamento del tocco da 180 Hz, ed è in grado di riprodurre immagini pulite e nitide, con un buon rapporto di contrasto e neri estremamente profondi. Ciò che potrebbe far storcere il naso è una leggera aberrazione cromatica quando si guarda lo smartphone a grandi angoli di visione ma, davvero, non si può chiedere di più ad uno smartphone economico venduto a meno di 200 euro.
Hardware e prestazioni
Ad animare il Redmi Note 11 ci pensa un Qualcomm Snapdragon 680 che, nel nostro sample, è affiancato da 6 GB di memoria RAM di tipo LPDDR4X e 128 GB di memoria interna di tipo UFS 2.2. Ma se in termini di materiali e schermo il Redmi Note 11 è un dispositivo che trasmette la sensazione di utilizzare uno smartphone più costoso, quando lo si inizia ad utilizzare con costanza si ritorna con i piedi per terra.
Non fraintendetemi, conosciamo bene lo Snap 680 e tutti i suoi pregi e difetti, ed effettivamente l’hardware di cui è dotato il più piccolo della famiglia Note di Redmi è più che adatto alla fascia di prezzo in cui si va ad inserire lo smartphone. Il vero limite di questo dispositivo è il connubio hardware/software che probabilmente viene un po’ a mancare rispetto agli altri dispositivi di Xiaomi.
Nonostante un buon punteggio ottenuto nei benchmark ed una buona esperienza di gaming (per uno smartphone da 179 euro), utilizzando il dispositivo costantemente e in maniera stressante, potrebbero capitare dei lag nelle animazioni del sistema operativo, ma anche che il display si spenga dopo un tot di secondi di inattività e che non si accenda più.
Ad esempio, non sono riuscito ad effettuare lo stress test di AnTuTu perché, puntualmente, il sistema si bloccava totalmente arrivato al 28% della procedura e l’unico modo di poter utilizzare di nuovo lo smartphone era quello di forzare l’avvio.
Insomma, se le ragioni di questi problemi potrebbero dipendere da un mix tra hardware e software, l’unica cosa che ci resta da sperare è che con gli aggiornamenti futuri quelli di Xiaomi tentino di sistemare un po’ le cose, rendendo tutto più bilanciato e stabile.
Detto questo, l’audio in capsula è ottimo, così come sono ottimi gli speaker stereo indipendenti dalla capsula auricolare, in grado di garantire un buon effetto di spazialità e soprattutto un bilanciamento delle frequenze che mai si era visto in uno smartphone così economico.
In quanto a sensore di prossimità, la storia si ripete: Redmi Note 11 continua ad utilizzarne uno di tipo “ottico” che emula il lavoro che farebbe un sensore di tipo tradizionale. Personalmente non ho avuto problemi in chiamata, ma ammetto che nell’ascoltare i messaggi vocali di WhatsApp, ogni tanto il sistema si prende una pausa.
Fotocamere
Il comparto fotocamere del Redmi Note 11 è il tipico esempio di quando un’azienda vuole per forza vendere il proprio smartphone come un quad-camera, nulla di contrario a questo, però quando si acquista uno smartphone del genere bisogna farlo con la consapevolezza che molto probabilmente si utilizzeranno solo due delle fotocamere di cui è dotato, anzi nel caso del Redmi Note 11 forse è meglio utilizzare solo la principale.
Perché è proprio la fotocamera principale da 50 megapixel con apertura f/1.8 a fare la differenza nella fascia di mercato in cui si inserisce lo smartphone, ed è in grado di generare degli ottimi scatti, ben bilanciati, con un bilanciamento del colore giusto ed una buona gestione della gamma dinamica che, però, potrebbe andare in affanno quando entra in azione l’HDR.
C’è poi una macro da 2 megapixel f/2.4 affiancata da un sensore di prossimità con la stessa risoluzione e la medesima apertura, e poi c’è un’ultra-grandangolare da 8 megapixel f/2.2 che non è minimamente in grado di garantire la stessa qualità che si può ottenere con l’ottica principale. Sia chiaro, la presenza di un ultra-wide è sempre bene accetta, perché da la possibilità all’utente di scattare foto con un field of view più ampio (nello specifico parliamo di 118 gradi), ma le foto scattate con questa ottica sono decisamente più artefatte, meno luminose e più “piatte” rispetto a quelle scattate con la fotocamera principale.
E queste differenze tra le ottiche si notano soprattutto in ambienti bui dove, guarda caso, è possibile utilizzare una buona (ma non miracolosa) modalità notte solo con la principale: in questo caso le foto sono più che godibili, anche se in ambienti molto bui potrebbero diventare troppo scure dall’essere utilizzate. Ricordiamoci però che stiamo parlando di uno smartphone da 179 euro, in cui le prestazioni della fotocamera principale sono decisamente migliori rispetto alla media di mercato, soprattutto grazie ad una buona apertura dell’ottica, nonostante non sia integrato nessun sistema di stabilizzazione ottica delle immagini.
Ciò che mi ha stupido in uno smartphone di questo prezzo, è l’ottima messa a fuoco PDAF che, grazie al rilevamento di fase, è quasi istantanea. Lo zoom 2x poi è digitale, ma grazie alla qualità della fotocamera principale produce scatti piuttosto buoni.
Buone le foto con effetto ritratto, nella media i selfie scattati con la fotocamera frontale da 13 megapixel e piuttosto godibili anche i video, che possono essere registrati ad una risoluzione massima FullHD a 60 fps, con tutte le ottiche, in cui però la stabilizzazione elettronica spesso non riesce a far benissimo il proprio dovere.
Software
Se conoscete l’interfaccia grafica di Xiaomi, nel software del Redmi Note 11 non troverete nulla di nuovo. Ad animare il dispositivo ci pensa Android 11, personalizzato dalla MIUI 13, in cui non sono state introdotte funzionalità particolari pensate per il dispositivo di Redmi rispetto a quelle viste negli altri Xiaomi animati da questa versione.
È ormai da tempo che parliamo della MIUI 13 e non mi sembra il caso di dilungarci troppo sull’interfaccia grafica di Xiaomi. Ma vi do una bella notizia: Redmi Note 11 è dotato di ingresso per le cuffie da 3.5mm, che possono anche essere utilizzate come antenna per la Radio FM che è integrata nel dispositivo, e viene gestita da un’applicazione dedicata.
E il punto che dovrebbe lasciar riflettere un pochino non è quello relativo ai piccoli rallentamenti di cui abbiamo parlato in precedenza, quanto il fatto che Redmi Note 11 esca sul mercato globale con la MIUI 13, ma ancora animato da Android 11.
Batteria e ricarica
In quanto a batteria, arrivo subito al sodo: la 5000 mAh integrata nel Redmi Note 11, gli permette (con un utilizzo meno) di raggiungere senza problemi anche il giorno e mezzo di autonomia. Il che vuol dire che, con le giuste accortezze, per alcune tipologie di utenza lo smartphone potrebbe garantire addirittura i due giorni con un’unica carica.
Un risultato niente male, coadiuvato anche dalla presenza della ricarica rapida a 33w che di certo è ben distante dai 120w record di Xiaomi, ma che in uno smartphone venduto a questo prezzo non può che essere da apprezzare.
Prezzo e considerazioni
Il prezzo di vendita ufficiale del Redmi Note 11 è di 229 euro, ma tramite il link che trovate in basso potreste acquistarlo in early bird a 179 euro. In più, chi ordina la versione da 4/128 GB, ha la possibilità di vincere una Mi Band 6. Ed è un prezzo niente male, per un dispositivo che in linea generale fa quello che promette.
Costa poco, ha un display AMOLED a 90 Hz, una super batteria ed una buona fotocamera principale. Ciò che mi ha lasciato perplesso riguarda sostanzialmente l’ottimizzazione software che sì, potrà essere migliorata dall’azienda con futuri aggiornamenti, ma che ora come ora potrebbe limitare un po’ l’esperienza utente.
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