Il lancio di Xiaomi 11T Pro, così come del modello standard, rappresenta la volontà dell’azienda di posizionarsi in ogni fascia di prezzo disponibile. Abbiamo Mi 11 Lite nella fascia dei 300€, Mi 11i in quella dei 400€, 11T in quella dei 500€, 11T Pro in quella dei 600€, Mi 11 in quella dei 700€ ed infine Mi 11 Ultra in quella dei 1.000€. La serie 11T si pone quindi nel segmento di fascia alta ma non troppa, con una configurazione hardware pregiata ma senza colpire troppo il portafogli.
Nel caso di Xiaomi 11T Pro, parliamo di uno smartphone di alto profilo, con un fluido schermo AMOLED a 120 Hz, un potente Snapdragon 888, una capiente 5.000 mAh rapidissima a ricaricarsi a 120W ed un comparto multimediali degno di nota. Di tutti questi aspetti vi abbiamo parlato nella nostra recensione, ma c’è chi potrebbe essere ulteriormente curioso. Ecco, quindi, che un teardown come quello recentemente pubblicato potrebbe soddisfare questa curiosità.
Il teardown di Xiaomi 11T Pro ce ne rivela le sue viscere più nascoste
Realizzato dallo youtuber PBKreviews, il teardown parte come con tutti gli smartphone odierni, cioè con la rimozione mediante calore della parte posteriore in vetro. Soltanto così si può aver accesso alla sezione interna di Xiaomi 11T Pro, non prima di aver rimosso la sezione plastica che copre la scheda madre ed i relativi componenti collegati. La prima cosa che si nota è l’ampio utilizzo di materiali dissipanti come grafene e rame, elementi indispensabili per mantenere moderate le temperature internet.
L’altro elemento caratteristico di Xiaomi 11T Pro, così come di tutti gli smartphone con ricarica molto rapida, è che possiede una batteria a doppia cella. Praticamente è come se all’interno dello smartphone ci fossero due batterie collegate fra loro e il motivo è da ricondurre alla potente ricarica a 120W. Una sola batteria non sarebbe in grado di sopportare una potenza del genere, pertanto si richiede una doppia batteria su cui ripartirla. Per concludere, Xiaomi 11T Pro si è preso un voto di 8 su 10 in termini di riparabilità, con una certa modularità e la rimozione di non troppi componenti per sostituire lo schermo.