Quello di oggi è l’ennesimo capitolo della lunga diatriba che vede contrapposte USA e Cina con Huawei nel mezzo, vittima di un ban che mette a rischio la sua permanenza sul mercato. Una delle principali conseguenza del ban è la fuoriuscita dal mercato 5G in diverse nazioni. Ovviamente gli Stati Uniti sono stati la prima nazione da cui è stata estromessa, non potendo più vendere apparecchiature radio agli operatori telefonici nazionali. Divieto che si sta concretizzando in questi mesi, con le autorità statunitensi che hanno stanziati grossi investimenti per la sostituzione delle apparecchiature già presenti nelle reti telefoniche nazionali. Non solo Huawei, ma anche ZTE e altre aziende cinesi, i cui costi ridotti hanno fatto gola agli operatori rurali e delle zone periferiche.
E dopo aver sistemato la situazione sul proprio territorio, pare proprio che l’intento degli USA sia fare lo stesso in Europa. I politici americani stanno spingendo affinché Huawei venga estromessa anche dalle infrastrutture di telecomunicazione in Europa. Vari rappresentanti dei partiti americani stanno portando avanti il Transatlantic Telecommunications Security Act, il quale recita così: “Gli Stati Uniti hanno interessi economici e di sicurezza nazionale nell’aiutare i paesi dell’Europa centrale e orientale a migliorare la sicurezza delle loro reti di telecomunicazioni riducendo la dipendenza da apparecchiature o servizi di telecomunicazioni coperti che sono spesso offerti con incentivi economici predatori e sostituendoli con apparecchiature di telecomunicazioni sicure o servizi“.
Continua la crociata degli USA contro la presenza di Huawei in occidente
Fra le nazioni europee coinvolte ci sarebbero Grecia, Austria, Ucraina e Moldavia. Secondo il governo americano, la presenza di aziende cinesi come Huawei e ZTE minerebbe la sovranità delle nazioni coinvolte nel progetto Belt Road Initiative (la cosiddetta Nuova Via della Seta). Un’iniziativa che si comporrebbe proprio di componenti made in Huawei e ZTE. Ma proprio come gli operatori rurali statunitensi, anche quelli di alcune nazioni europee avrebbero adoperato attrezzatura cinese per la loro economicità. Ed obbligarle a farne a meno significa un duro colpo alle loro finanze, in particolare a quegli operatori minori che non potrebbero permetterselo.
Proprio per questo, il Transatlantic Telecommunication Security Act mira a fornire finanziamenti anche agli alleati europei più vulnerabili alle “criticità cinesi”. Il disegno di legge americano parla di “sostenere gli alleati europei per sviluppare mercati 5G che siano inclusivi, trasparenti, economicamente sostenibili e conformi al diritto internazionale“, nonché “guidarli per sviluppare standard internazionali 5G che favoriscano le istituzioni democratiche”.
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