Se avete seguito le vicende di Amazon alle prese con le aziende cinesi, conoscerete già la lista dei brand che sono stati bannati dalla piattaforma. La prima vittima illustra è stata Aukey, a cui sono seguiti altre compagnie quali Mpow, Victsing, RavPower e Choetech. Fra l’altro, il ban di Mpow potrebbe essere ricollegato alla chiusura di GearBest. Ma non è finita qua, perché un nuovo report ci fa sapere che la scure dell’azienda di Jeff Bezos si è abbattuta su altri 600 marchi cinesi collegati a 3.000 venditori diversi.
Un totale di 600 aziende cinesi sono state bannate dalla piattaforma di Amazon
Questa volta è la stessa Amazon ad essersi pronunciata in merito, al contrario di alcuni episodi del passato. La notizia è stata diffusa ai microfoni della TV statale cinese da parte di Cindy Tai, vicepresidente della divisione Asia Global Selling di Amazon. Il motivo della decisione è sempre il solito: l’abuso consapevole e reiterato delle politiche di Amazon, soprattutto quelle legate alle recensioni. A detta della stessa Amazon, si tratta del ban più grande negli ultimi anni, vista la quantità di marchi coinvolti.
Ne abbiamo già discusso più volte in passato, di queste dinamiche controverse. Quello che queste aziende cinesi hanno fatto è l’incentivare recensioni positive in cambio di rimborsi, omaggi, buoni sconto e così via. E non era raro venire contattati in caso di recensioni negative, con richieste di cancellazione in cambio di questi “incentivi”. Ed è paradossale se si pensa che marchi come Aukey, generalmente molto apprezzati dai consumatori per la loro qualità, non avevano bisogno di una “spintina” del genere per essere acquistati.