Qualche anno fa, il mondo dei chipmaker era guidato da cinque nomi principali: Apple, Samsung Exynos e Huawei HiSilicon, nonché Qualcomm e MediaTek per le terze parti. Oggi il panorama è rimasto pressoché identico, se non per l’assenza di HiSilicon che, a causa del ban statunitense, sta progressivamente sparendo dalla circolazione. Un brutto colpo per la Cina, che si ritrova così senza un chipmaker di punta nel mercato consumer, in particolare quello degli smartphone. Certo, la cinese SMIC è comunque uno dei chipmaker più profittevoli al mondo, ma soltanto in altri ambiti commerciali. Ecco quindi che il posto di HiSilicon potrebbe essere preso da una realtà underdog ma che abbiamo già sentito nominare più volte: UNISOC.
UNISOC potrebbe diventare il primo chipmaker cinese, dopo HiSilicon
Il nome di UNISOC era già spuntato più di un anno fa, proprio quando il ban USA stava facendo vagliare a Huawei le varie alternative alla propria HiSilicon. L’accordo non è poi andato in porto, anche perché né SMIC né UNISOC sarebbero ancora in grado di sostituire a pieno le soluzioni di ultima generazione a 7 e 5 nm offerte da HiSilicon. Fatto sta che la divisione SoC di Huawei è praticamente ferma, un vantaggio proprio per UNISOC che, fra 2020 e 2021, sta assistendo ad un boost delle vendite del +152%. Numeri riportati nel report di Digitimes, che sottolinea come nel 2020 UNISOC avesse venduto soltanto 27,1 milioni di chip AP per smartphone.
Se UNISOC è riuscita a balzare così in avanti nel mercato dei semiconduttori è grazie alle varie partnership strette con le compagnie locali. Una su tutte Honor, che proprio recentemente ha lanciato smartphone come Honor Play 20 e Play 5T, entrambi guidati dal UNISOC Tiger T610. Parliamo di un SoC a 12 nm, completo di CPU octa-core (2 x 1,8 GHz A75 + 6 x 1,8 GHz A55)) e GPU Mali-G52 MP2. Ma parlando di smartphone recenti, potremmo citare anche ZTE Axon 20 4G e Blade V30, Motorola Moto G20, Realme C21Y, Lenovo A7 e Micromax In2b. Tutti smartphone modesti e con connettività 4G, un mercato in cui UNISOC si sta infilando proprio per la mancanza di rivalità.
Le quote di Huawei/HiSilicon sono crollate, MediaTek si sta concentrando sui SoC 5G, perciò c’è ampio spazio di manovra per una UNISOC che punta al mercato dei paesi emergenti, dove il 4G è ancora imperante, in particolare e India e Sud Asia. Per il momento, quindi, UNISOC rimarrà un nome che qua da noi non sentiremo nominare ancora per un po’, ma i presupposti per una crescita interessante ci sono tutti. Ricordiamo che UNISOC nasce dall’acquisizione del gruppo Tsinghua Unigroup e dalla fusione fra RDA Microelectronics e il fu Spreadtrum, un brand storicamente legatosi a produttori di fascia medio/bassa. Vedremo se questa crescita quasi inaspettata potrà aiutarlo, e con esso la Cina, a farsi un nome proprio nel mercato dei chipset.