Fin dalle prime notizie sull’ufficialità del ban USA contro Huawei, abbiamo ipotizzato che Xiaomi sarebbe stata la rivale a goderne maggiormente. Un’ipotesi banale e che ha avuto riscontro con i risultati di vendita in Europa, con Xiaomi che è rapidamente salita sul podio. E se si considera che nel 2021 è previsto un forte tracollo per le casse di Huawei, viene da pensare che il prossim’anno sorriderà ancor di più all’azienda di Lei Jun. A confermarci questa impressione sono le previsioni di vendita riportate da Nikkei, secondo le quali Xiaomi si appresterebbe a diventare il secondo produttore di smartphone al mondo.
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Le previsioni di vendita sono più che ottimiste per il futuro di Xiaomi
A causa soprattutto della rivalità con Huawei, Xiaomi ha avuto un andamento altalenante in questi ultimi anni. Dopo una rapida ascesa nei primi anni di esistenza, fra 2018 e 2019 c’è stato un rallentamento fisiologico. Vuoi la concorrenza, vuoi la saturazione del mercato, Xiaomi ha quindi deciso di sbarcare ufficialmente in Europa. Dopo anni di presenza ufficiosa tramite rivenditori di terze parti, ha allargato le sue mire espansionistiche al nostro continente. Una mossa che ha ripagato in termini numerici, con un’ovvia crescita in zone geografiche dove prima era assente in via ufficiale.
Attualmente a cavallo fra secondo, terzo e quarto posto, le fonti riportate da Nikkei danno Xiaomi in netta crescita nel 2021. Si prevedono ben 240 milioni di smartphone venduti, sulla base della quantità di componenti e parti che Xiaomi ha prenotato presso i suoi fornitori. Un numero ben superiore rispetto a quello di un 2020 che dovrebbe concludersi attorno ai 150 milioni e che coinciderebbe con il picco raggiunto da Huawei nel 2019. A sostegno di questa manovra di mercato ci sarebbe la forte capitalizzazione in borsa, con guadagni che sosterrebbero ulteriormente questo schizzo in classifica.
In realtà Xiaomi avrebbe dichiarato ad alcuni fornitori un obiettivo ancor più elevato ed improbabile, pari a 300 milioni di smartphone. Anche perché Qualcomm e MediaTek non sarebbero in grado di fornire così tanti chipset ad una singola azienda, dovendo sostentare anche Huawei, Honor, OPPO, Vivo e Samsung. L’aggressività di Xiaomi sarebbe anche da imputare ad una possibile ristrettezza nella quantità di componenti prodotte nel 2021, con la volontà di anticipare la concorrenza e mettendosi così al riparo. Al contempo, analisti come IDC prospettano un 2021 in crescita, per la prima volta dopo il 2017, visto anche un 2020 poco positivo.