Apple e Xiaomi sono due delle aziende colpite dalle nuove politiche di importazione dell’India, sempre più restrittiva nei confronti delle nazioni estere. Le indiscrezioni parlano di una restrizione dei controllidi qualità sui prodotti elettronici che arrivano dalla Cina. E non è sicuramente una coincidenza, essendo uno dei vari tasselli che compongono un quadro più ampio, nel quale l’India sta cercando di slegarsi dal mercato estero. In particolar modo dalla Cina, paese con cui si è scontrato recentemente sia sul piano geopolitico che su quello commerciale.
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Apple e Xiaomi nuovamente colpite dalle politiche commerciali dell’India
I dissidi fra le due mega-nazioni asiatiche si stanno protraendo nel corso del 2020. Soltanto qualche giorno fa altre 43 app cinesi, in primis AliExpress, sono state aggiunte alla lista delle app bannate in India. Senza contare che, come avvenuto negli Stati Uniti e in parte d’Europa, anche in India si è deciso per il ban di Huawei e ZTE dalle infrastrutture 5G. Non meraviglia, quindi, scoprire che il governo indiano sta rallentando l’importazione di brand esteri, fra cui rientrano Apple e Xiaomi.
Ogni volta che un nuovo prodotto entra nel mercato indiano, deve prima ricevere il lasciapassare del BIS (Bureau of Indian Standards). L’ente è incaricato di eseguire tutti i test di rito che ne certificano la qualità richiesta per poter essere ufficialmente venduto. Solitamente questo passaggio avviene entro 15 giorni, mentre adesso le aziende di derivazione cinese stanno riscontrando rallentamenti fino a due mesi o persino di più. Ritardi che stanno colpendo non soltanto gli smartphone, ma anche smartwatch, notebook e così via. Anche iPhone 12 è finito vittima di questi rallentamenti, costringendo Apple India a fare pressioni sul BIS e contestualmente promettere ulteriori espansioni della produzione sul suolo indiano.