Recensione Samsung Galaxy Book S: uno sguardo ad un futuro ancora (troppo) lontano

Se ci si dovesse basare solo ed esclusivamente sul design, difficilmente si troverebbe qualcuno con il coraggio di criticare il Samsung Galaxy Book S. Il notebook di Samsung fa della forma e della portabilità alcuni dei suoi punti di forza ma, se da un lato anche l’occhio vuole la sua parte, dall’altro quando si acquista un computer, lo si fa per soddisfare determinate esigenze che esulano, totalmente, dalla sola seduzione estetica che è in grado di trasmettere un dispositivo.

Insomma, l’ultrabook dell’azienda sudcoreana – almeno a prima vista – potrebbe avere tutte le carte in regola per candidarsi come scelta ottimare per chi lavora spesso in mobilità. Ma il Samsung Galaxy Book S non è un computer tradizionale: è animato da un processore ARM prodotto da Qualcomm che, in soldoni, è profondamente diverso dalle CPU che siamo abituati a vedere sui notebook o gli ultrabook degli ultimi anni.

Non è un dispositivo nuovissimo, è vero, ma abbiamo avuto modo di utilizzarlo a fondo, e portarlo in viaggio con noi lasciando il caricabatterie a casa e utilizzandolo, senza alcuna remore, per tutto il giorno. Perché sì, portabilità, connettività e durata della batteria sono eccezionali, a patto che si riesca a fare la pace con alcuni compromessi non proprio secondari, che il Galaxy Book S porta con sé.

Recensione Samsung Galaxy Book S Qualcomm

Design e materiali

11 millimetri di spessore e 930 grammi di peso. Sono questi i numeri più significativi del Samsung Galaxy Book S e che, considerando il display da 13.3 pollici touch screen, rendono l’ultrabook dell’azienda decisamente compatto e ottimo per chiunque abbia la necessità di lavorare in mobilità. Certo, con i suoi 305.2 x 203.2 mm non è tra i più piccoli, ma questo non fa altro che giovare alla stabilità del prodotto: se, per esempio, ci si dovesse trovare a lavorare con il notebook appoggiato sulle gambe, non si avrebbe alcun problema.

Esternamente tutta la scocca è realizzata in alluminio, mentre internamente la struttura è in policarbonato. Le cerniere dello schermo sono rigide quanto basta e il display non tende a traballare quanto si utilizza il touch. Un po’ meno bene la tastiera, che integra dei tasti con una corsa forse troppo corta, che tendono ad arrancare in quanto a reattività del sistema a molla e che sono retroilluminati, ma pochissimo: la retroilluminazione è decisamente fiacca, ed è visibile esclusivamente in ambienti veramente bui. Ma, d’altronde, forse è va bene così: in effetti questa funzione serve solo al buio, no? Il touchpad invece è in vetro, molto scorrevole e preciso e delle giuste dimensioni: la cosa strana è che nella parte superiore non è possibile eseguire un click fisico. Strano ma vero.

Sotto la scocca sono nascosti due speaker prodotti in collaborazione con AKG, mentre lateralmente sono presenti due porte USB-C di tipo 3.1, quindi abilitate sia alla ricarica che al trasferimento dei dati. Sono infine presenti un LED di stato e l’ingresso per il jack audio da 3.5 mm.

Display

Il pannello utilizzato nel display da 13.3 pollici del Samsung Galaxy Book S è un BOE TFT in grado di garantire una luminosità di poco più di 300 nits, quindi piuttosto discreta, ed una risoluzione massima FullHD. E ok, la luminosità e la risoluzione forse non sono il top, ma su queste dimensioni credo che siano un compromesso più che accettabile per riuscire ad avere dei vantaggi in termini di autonomia.

Tutto sommato però, si tratta di un pannello di qualità eccelsa, con un delta E che non supera mai il 2.5 e che è perfetto per guardare serie TV e film in streaming. Sia chiaro però, che non si tratta di un computer con cui svolgere lavori di grafica professionali, perché la precisione del colore non è il massimo, ma per il resto si tratta di un pannello con un’ottima resa.

Hardware e prestazioni

Il cuore di tutto il Samsung Galaxy Book S è il Qualcomm Snapdragon 8CX, un SoC progettato per funzionare con Windows on ARM, affiancato da una GPU Adreno 680, 8 GB di memoria RAM di tipo LPDDR4X ed un SSD da 256 GB espandibili tramite microSD. Ed è proprio il processore che cambia tutto, sia in termini di portabilità che in termini di usabilità.

La realtà dei fatti e che, in quanto a prestazioni, non ho mai avuto la sensazione di utilizzare un dispositivo lento o poco adatto alle mie necessità in mobilità, a patto però che mi limitassi ad eseguire applicazioni adatte. L’architettura dei nuovi processori di Qualcomm è praticamente la stessa che troviamo sui dispositivi mobili, e la sensazione che si ha quando si utilizza un Samsung Galaxy Book S è proprio quella di utilizzare un tablet o uno smartphone di fascia alta (o, quasi, un Chromebook), ma con un’interfaccia grafica più ottimizzata per il multitasking. Insomma, quella tipica di Windows 10.

E le limitazioni sono tante. Per poter essere eseguiti in maniera nativa, le applicazioni devono essere sviluppate per architettura ARM, il che vuol dire che qualsiasi app “tradizionale” che si vuole utilizzare su una macchina del genere, verrà limitata da un fattore molto importante: l’emulazione.

Eh già, perché le applicazioni sviluppate per architettura X86 verranno eseguite quasi tutte, ma tramite un emulatore che funzionerà a 32 bit. Chrome, ad esempio, può essere utilizzato senza alcun problema, purché non si abbiano troppe tab aperte. App come Photoshop o Premiere invece, iniziano ad avere seri problemi proprio perché l’emulatore le limita irrimediabilmente.

Ed è questo uno dei motivi per i quali non siamo riusciti ad eseguire tutti i benchmark del caso anche se, in effetti, probabilmente eseguire test del genere su una macchina con un’architettura sostanzialmente nuova, non avrebbe neppure senso.

Insomma, in soldoni, con una macchina come il Samsung Galaxy Book S Qualcomm è difficile riuscire realmente a capire quali siano i reali limiti hardware e quali invece dipendano dal software, la realtà dei fatti è che l’architettura utilizzata rende l’ultrabook dell’azienda adatto a quelle persone che hanno bisogno di svolgere le attività più “semplici” in mobilità, come l’editing di file office, le videoconferenze, l’utilizzo di applicazioni basate sul cloud, oppure il semplice web surfing o lo streaming di serie TV e film.

Connettività

La vera comodità dello Snapdragon 8CX è nella connettività. Perché, anche grazie alla presenza di uno slot per le nanoSIM, il Samsung Galaxy Book S Qualcomm è sempre connesso alla rete e, così come un tablet o uno smartphone, riceverà sempre notifiche email e quant’altro. Per non parlare poi del fatto che tutto il sistema è in grado di funzionare anche quando è in standby, con un risultato eccellente: il computer sarà sempre pronto, ad ogni apertura dello schermo.

Batteria

La batteria del Samsung Galaxy Book S Qualcomm è una 42 Wh che, almeno secondo l’azienda, dovrebbe garantire circa 25 ore di autonomia di riproduzione video. La realtà dei fatti è che, come al solito, si tratta di numeri in condizioni ideali. Nei nostri test, siamo riusciti comunque ad arrivare a sera con un utilizzo piuttosto marcato del dispositivo, ed abbiamo riscontrato un’autonomia della batteria di ben oltre le 15 ore sotto rete 4G.

Prezzo e conclusioni – Samsung Galaxy Book S Qualcomm

Il prezzo di vendita ufficiale del Samsun Galaxy Book S Qualcomm è di 1099 euro, nell’unica variante con 256 GB di SSD. E sì, in effetti è un prezzo decisamente alto per la reale versatilità del prodotto.

Certo, come componentistica hardware, come display, come design e materiali probabilmente potrebbe anche essere una cifra giustificata, ma la realtà dei fatti è che con questi ultrabook con Windows on ARM, ci si trova oggi nella stessa situazione in cui ci si trovava con i primi tablet: dispositivi con hardware e design quasi perfetti, ma senza applicazioni in grado di sfruttarli a pieno. E poi, parliamoci chiaro, Windows on ARM è disponibile ormai da circa 3 anni, e nonostante sia passato del tempo, le applicazioni sviluppate per funzionare con la nuova architettura sono ancora poche.

Insomma, il Samsung Galaxy Book S è uno sguardo al futuro che verrà. Un futuro fatto di dispositivi sempre connessi, leggeri, con un’ottima autonomia della batteria e estremamente reattivi. Un futuro però che sembra, ancora, troppo lontano.

 

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