Un nuovo scenario si apre nell’ormai lunga guerra economica tra USA e Cina, ma stavolta il protagonista non è un produttore cinese, bensì uno americano, tra l’altro tra i più in vista: Elon Musk e Tesla. Il vulcanico inventore-imprenditore ha infatti citato in giudizio il governo degli Stati Uniti, a causa delle tariffe troppo alte per le parti delle sue auto elettriche provenienti dalla Cina.
Tesla: Musk chiede un risarcimento agli USA per le tariffe sulla Cina ed ha l’appoggio di Volvo, Ford e Mercedes
Qual è il principio della particolare quanto importante diatriba tra Elon Musk e gli Stati Uniti? Il quid di tutto sono le tariffe imposte dal governo Trump, che Tesla giudica illegali, sui componenti fabbricati in Cina, per cui si è deciso di fare causa proprio al governo USA, chiedendo inoltre un risarcimento di tutti i dazi pagati e gli interessi.
Le figure citate in giudizio da Tesla sono dei veri e propri pezzi grossi della politica commerciale americana: Robert Lighthizer, rappresentante commerciale degli Stati Uniti e Mark Morgan, commissario ad interim della Dogana USA e del Border Protection, accusandoli di “imposizione e riscossione illegale di determinati dazi sulle merci importate da [Tesla] La Repubblica Popolare Cinese“.
Ma perché le tariffe USA hanno creato malcontento ad Elon Musk e Tesla? Molto semplicemente, l’hardware personalizzato per le Model 3, S ed X viene tutto dalla Cina, come i sistemi di infotainment basati sì su Intel, ma prodotti proprio nel Regno di Mezzo. Tra l’altro, negli Stati Uniti non c’è un produttore possa soddisfare il colosso elettrico per il pilota automatico, Core feature delle auto prodotte. Questa mossa ha scatenato inoltre una reazione a catena che ha portato altri big come Volvo, Ford e Mercedes a muoversi verso la stessa direzione. Che sia una svolta anche verso le mosse dei produttori di elettronica?
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