Le sanzioni inflitte dagli USA alle aziende cinesi sono ormai storia vecchia, forse trita. Specialmente a Huawei, che non può far altro che guardarsi in casa e quindi si dice pronta ad investire per la fornitura proveniente totalmente dalla Cina.
Huawei: l’enorme successo nel mercato cinese spinge all’investimento per la fornitura interna
Huawei, a dirla tutta, aveva già iniziato a ponderare l’idea di creare i propri dispositivi con componenti totalmente cinesi grazie al progetto Nanniwan, ma se ne era fatto poco. Stavolta invece, scendono in campo risorse economiche non indifferenti e l’investimento porterebbe Huawei ad essere totalmente autonoma. Questo perché le vendite in Cina sono davvero ingenti ed è un dato che il colosso tecnologico non ha trascurato.
Certo, investire in casa propria è sì più sicuro e libero da problemi esterni, ma potrebbe circoscrivere Huawei alla sola Cina, tornando ad uno stato di distribuzione che non si vedeva dai tempi di Xiaomipre-2018 e per il brand di Ren Zhengfei praticamente si tornerebbe a 10 anni fa, almeno. Investire su aziende in grado di fornire le componenti necessarie non deve però esser visto come un fagocitare di tante piccole start up. Infatti, il colosso acquisirebbe non più del 10% delle azioni di tali società. Tenerle indipendenti è una strategia sicuramente win-win per ambo le parti.