La qualità dell’hardware offerta da OnePlus è degna di nota, in particolar modo per ciò che concerne il display. Nonostante in passato ci siano stati dei problemi rilevanti, il produttore ha dimostrato di maneggiare molto bene i pannelli AMOLED. Al giorno d’oggi in molti hanno raggiunto un livello qualitativo molto alto, ma anni fa non era così. Non a caso lo schermo di OnePlus 8 è stato definito da DisplayMate come il “migliore in assoluto“, aggiudicandosi un A+ ed il premio di Best Smartphone Display Award.
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OnePlus e la bontà dei suoi display: il merito è anche di PixelWorks
In molti si sono chiesti quale sia la strada intrapresa da OnePlus per raggiungere lo stato dell’arte con i suoi schermi. La risposta si chiama PixelWorks, azienda californiana che sviluppa soluzioni per innalzare la qualità visiva degli schermi, anche per smartphone. OnePlus l’ha individuata e ha ben deciso di avviare una collaborazione a stretto contatto, vista la sua esperienza ventennale sull’ingegnerizzazione di chip personalizzati per il settore imaging. La stessa Qualcomm ha integrato il suo sistema di processing del display Iris, nonché le tecniche di calibrazione, sulla serie Snapdragon 8xx (a partire dallo Snap 855).
Sono lontani i tempi in cui soltanto Apple era in grado di offrire una calibrazione dello schermo di alto profilo. Ed è quasi paradossale che OnePlus 8 utilizzi uno schermo Samsung ed abbia più features degli ultimi Samsung Galaxy S20, come refresh rate e frame rate dinamico. L’intervista alla dirigenza di PixelWorks ha svelato ulteriori dettagli, spiegando come la semplicità del loro sistema di calibrazione abbia convinto i produttori ad adottarlo. Bastano soltanto 26 secondi a telefono per poterli calibrare ad hoc, senza necessità di effettuare ulteriori controlli di qualità.
Inoltre, effettuare la calibrazione con il display già montato sul telefono permette di avere una precisione cromatica ancora più fine. In caso contrario, può capitare che due modelli identici abbiano schermi calibrati in maniera anche palesemente differente. L’implementazione di un chip come l’Iris 5 di per sé non ha un costo che impatta in maniera drastica sul costo finale di OnePlus 8 e 8 Pro. Si parla di una forbice che oscilla attorno ai 10$, ma se si considera tutta quanta la filiera di ottimizzazione, quindi non soltanto il chip da solo.
Il vantaggio di un chip del genere è quello di poter intervenire su fattori come refresh rate, MEMC e HDR a livello hardware. Al contrario, Samsung Galaxy S20 gestisce il tutto lato software, scalando i valori unicamente tramite il proprio firmware. Senza contare la gestione di parametri quali accuratezza cromatica, regolazione della luminosità, adattamento dei colori in base alla luce ambientale, conversione SDR-HDR e nitidezza.
Tutte queste features non sono pienamente utilizzabili se ci si affida unicamente a GPU e DSP. Avere un chip dedicato, poi, permette di ottimizzare i consumi energetici, disattivandosi unicamente nei casi più statici, come l’utilizzo di browser e app social. Per esempio, riprodurre un video o un gioco a 24-30 fps e fare l’upscaling a 60 fps consuma molto meno rispetto ad eseguirli nativamente a 60 fps.
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