Huawei, Qualcomm e Samsung vogliono migliorare i video 8K

8k video

Da quando gli smartphone sono in grado di sostituirsi alle videocamere, specialmente in contesti amatoriali o semi-tali, sono in grado di guidare il mondo della creazione di contenuti. Per questo abbiamo assistito ad un esplosione dei video in verticale, tanto controversi quanto diffusi. Con gli ultimi top di gamma si è fatto strada il formato 4K, fino a qualche anno fa un lusso e adesso uno standard molto esteso. Adesso la nuova frontiera della risoluzione è l’8K, anche grazie alla commercializzazione delle prime costosissime TV compatibili. Gli ultimi top di gamma hanno introdotto questo standard nelle fotocamere della popolazione, ma sono ancora necessari lavori per ottimizzarlo. In questa direzione stanno lavorando realtà come SamsungHuaweiQualcomm, i principali chipmaker in ambito mobile.

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I video 4K e 8K beneficeranno dello standard EVC: ecco si cosa si tratta

8k video evc mpeg-5

Questo trittico si è appena accordato all’unanimità per l’adozione di uno standard che permetterà una migliore diffusione del formato 8K. Questo standard si chiama MPEG-5 EVC (Essential Video Coding) è stato appena rilasciato pubblicamente ed è royalty-free, in onore del concetto di open source. Il comitato MPEG ha ufficializzato formalmente lo standard EVC, fissandone tutti i dettagli tecnici a cui faranno affidamento Huawei, Samsung e Qualcomm.

I benefici dell’utilizzo dello standard EVC andranno a vantaggio non solo dell’8K, ma anche di formati quali 4K ed HDR, nonché VR ed AR. Porterà con sé ottimizzazioni in merito alla compressione e all’efficienza, quindi con meno banda occupata ma senza andare troppo a discapito della qualità. Per esempio, un video EVC può avere la stessa qualità di uno in H.264 ma con dimensioni ridotte del 31%. Questo, in accoppiata con il 5G in piena espansione, farà sì che le alte risoluzioni si diffondano in maniera più capillare.

Attualmente il formato con cui EVC competerà principalmente è l’H.266, da cui si differenzierò principalmente per la sua natura royalty-free. Ciò permetterà ai produttori di non pagare licenze ed ottimizzare i costi, sia per sé stessi che per i consumatori finali. L’altro è l’AV1, a cui si stanno affidando YouTube e Netflix per lo streaming, ma trattandosi di un encoding software, gli smartphone ne soffrono a livello prestazionale ed energetico. Sarà per forza necessario un encoding hardware e sarà proprio qua che interverranno i produttori succitati.

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