La conseguenza più palese del ban USA ai danni di Huawei è l’impossibilità di integrare i servizi Google sui propri smartphone e tablet. Questo blocco si riflette anche nella catena di produzione, come dimostrato da alcuni degli ultimi modelli commercializzati. Da quando le aziende devono veder concesso loro uno speciale permesso per commercializzare con Huawei, il produttore si è trovato in difficoltà nell’affidarsi a componenti di terze parti. Sembrava che da adesso gli smartphone dell’azienda sarebbero stati privi di tecnologia americane, ma così non è nel caso della serie Huawei P40.
Aggiornamento 06/04: in rete è stata postata una lista più esaustiva dei componenti presenti all’interno di Huawei P40. Trovate tutti i dettagli a fine articolo.
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Polemica sulla componentistica interna della serie Huawei P40
Il team XYZone ha da poco svolto un teardown su Huawei P40, sviscerandolo ed elencando tutti i componenti hardware al suo interno. E a differenza di modelli come Huawei Mate 30 e Y9 Prime, la serie P40 contiene nuovamente componenti sviluppati da aziende statunitensi. In particolar modo il reparto connettività, comprensivo di parti assemblate da Qualcomm, Skyworks e Qorvo. Nel caso di Qualcomm è confermato che è in corso la licenza da parte del dipartimento commerciale americano.
Lo stesso non si può dire per Skyworks e Qorvo o perlomeno perché non c’è certezza che siano anch’esse sotto licenza speciale. Lato memorie, comunque, Huawei ha provveduto a mettere da parte i moduli forniti in precedenza da Micron. Al suo posto è stata utilizzata la tecnologia made in Samsung, mentre il processore Kirin, per quanto prodotto dalla divisione proprietaria HiSilicon, si affida ancora all’architettura ARM. Una società che, per quanto britannica, utilizza tecnologia di derivazione USA, anche se il relativo ban è caduto a fine 2019.
Aggiornamento 06/04
Su Weibo è spuntata una lista della componentistica presente su Huawei P40, così come P40 Pro e P40 Pro+. Si fa menzione del modulo fotografico, comprensivi di componenti Sony, Daliguang, Sunny Optical, Oufeiguang, Lijing, Qiu Ti Technology e Crystal Optoeletronics. Il lettore d’impronte nel display, invece, è composto da pezzi Huiding Technology, Ophelia e Qiu Ti Technoloigy. Sapevamo già anche che il display è fornito da BOE, altra azienda cinese resasi nota in questi ultimi anni.
Rimane il fatto che il comparto connettivo sia composto da aziende americane come Qualcomm, Skyworks e Qorvo. Ma se il ban è in atto, com’è possibile che Huawei le utilizzi? A parte il fatto che abbiamo specificato che è possibile avere un permesso speciale per bypassare. Ma come fanno presente gli analisti, è pressoché ovvio che Huawei avesse delle scorte nei magazzini, probabilmente rimpolpate prima che il ban venisse attivato a tutti gli effetti.
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