In un mondo come quello tecnologico, dove spesso si tende a non esporsi in maniera troppo personale, il personaggio di Ren Zhengfei rappresenta una mosca bianca. Non è un caso che negli anni il fondatore di Huawei si sia (o sia stato) tenuto lontano dai riflettori. Da quando l’affaire con gli USA ha iniziato ad essere di dominio pubblico la situazione è cambiata, per certi versi obbligandolo a parlare ai giornali. Lui stesso ha dichiarato di non essere per niente felice di attirare l’attenzione, sperando un giorno di tornare nell’anonimato.
C’è un motivo per cui Huawei preferisce che Ren Zhengfei non parli troppo in pubblico e questa è la sua propensione a parlare in maniera schietta. Ed è un rischio, soprattutto quando ci sono in gioco argomenti delicati come la competizione con le aziende rivali. È anche vero che egli si trova fra l’incudine e il martello, con i media che gli chiedono a più riprese quale sia la posizione nei confronti di Google ed Apple.
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Huawei non si può permettere di sfidare Google ed Apple
Essendo stata bannata dal governo USA, Huawei non ha più libero accesso al commercio globale, dovendo necessariamente contare sui propri sforzi e di quelli delle realtà cinesi. Ed è un problema quando vivi in un mondo come quello degli smartphone, comandato dalle due realtà succitate. Fortunatamente Android rimane un progetto open source ed i telefoni possono comunque affidarsi alle ROM AOSP. La differenza sta nell’impossibilità di servirsi dell’ecosistema Google, con molte componenti a volte date per scontate ma essenziali. Non mi riferisco tanto alle app, comunque installabili a parte, quanto a servizi come Play Store e relativi a sicurezza, compatibilità e piattaforme bancarie.
Ecco, quindi, che Huawei sta provvedendo a sostituire il sostituibile, in primis AppGallery al posto del Play Store. Ma anche il puntare su piattaforme quali Huawei Video e Huawei Music, come anche HERE WeGo al posto di Maps, ed un assistente proprietario, anche vocale. Insomma, Huawei è una società ricca e piena di risorse, potendosi permettere di sviluppare soluzioni alternative, ma da qui a rendersi totalmente indipendente ce ne passa.
Lo sottolinea lo stesso Ren Zhengfei, affermando che per sorpassare Google ed Apple ci vorrebbero come minimo 300 anni. Una cifra ovviamente simbolica che vuole significare come sia quasi impossibile fare a meno del supporto altrui. “Non stiamo pensando di rimpiazzare le componenti USA. Saranno sempre nostri buoni amici“. Anche perché, per quanto Huawei sia in grado di badare a sé stessa, la clientela si è ormai abituata al duopolio Google ed Apple. Un desiderio già espresso a più riprese in passato ma che difficilmente sarà accontentato, almeno finché Trump rimarrà presidente.
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