La risposta di Honor al lancio di Huawei P40 Lite è Honor 9X Pro, una rivisitazione del precedente Honor 9X che questa volta si presenta con dei tagli di memoria da 8/256 GB ad un prezzo di soli 249 euro! Basterà questo e altri piccoli cambiamenti a farne di lui un buon smartphone? Non ci resta che scoprirlo all’interno della nostra recensione completa.
Indice
Recensione Honor 9X Pro
Unboxing – Honor 9X Pro
All’interno della confezione di vendita troviamo la seguente dotazione:
- Honor 9X Pro;
- cover in silicone;
- cavo USB – USB Type-C;
- alimentatore da parete con uscita a 10W;
- spillino per lo slot SIM.
Design e costruzione
Dal punto di vista estetico l’Honor 9X Pro non differisce molto dalla versione standard, se non per il sensore fingerprint posto sul profilo laterale e per le nuove colorazioni. Infatti, il dispositivo che abbiamo in prova è nella variante Phantom Purple e grazie alla back cover in vetro con una trama ad X si hanno dei bellissimi giochi di luce ed un’ottima resa. Brava Honor che ha confermato quanto di buono fatto vedere in precedenza.
Lo spostamento del sensore d’impronte digitali sul lato destro lo ha reso un po’ più moderno e in linea con gli stili attuali visto che una buona parte dei medio gamma ora lo monta lì (es. Huawei P40 Lite o la serie Redmi Note 9 Pro).
A parte questo, lo smartphone mantiene le sue generose dimensioni, ovvero 163.1 x 77.2 x 8.8 mm con un peso di 208 grammi. Misure che spaventeranno gli amanti dei compatti e che effettivamente si notano nell’utilizzo quotidiano. Infatti, l’utilizzo ad una mano non è semplicissimo, ma d’altro canto potrebbe essere perfetto per chi vuole un dispositivo dall’ampio display per la fruizione di contenuti o per il gaming.
Inferiormente troviamo l’ingresso jack da 3.5 mm, la porta USB Type-C, il microfono principale e lo speaker di sistema, mentre superiormente è possibile notare la pop-up camera, il secondo microfono e lo slot dual SIM (o SIM + microSD).
Se il lato sinistro risulta essere completamente liscio, il destro presenta il bilanciere del volume ed il sensore fingerprint. Infine, frontalmente viene lasciato spazio al sensore di luminosità e prossimità e la capsula auricolare, a differenza del profilo opposto su cui è collocata la tripla fotocamera ed il singolo flash LED.
Display
Non cambia molto nemmeno qui, in quanto l’Honor 9X Pro possiede un display IPS FullView da 6.59 pollici di diagonale con risoluzione Full HD+ (2340 x 1080 pixel), densità di 391 PPI e screen-to-body ratio del 92% grazie anche all’eliminazione del notch a favore della pop-up camera.
Il pannello restituisce una fedeltà cromatica sufficiente con colori non troppo intensi, ma mai eccessivamente “smorti”. Tuttavia, c’è sempre la possibilità di tararli a vostro piacimento attraverso le impostazioni.
Gli angoli di visuale sono buoni e non si notano particolari distorsioni, mentre bianchi e neri risultano in linea con gli standard degli IPS della fascia media.
Il sensore di luminosità automatico a volte non risponde con elevata reattività, ma la luminosità massima sotto la luce del sole è più che sufficiente a garantire una facile lettura.
Hardware e prestazioni
Il cambiamento sostanziale c’è stato invece dal punto di vista hardware, forse alla luce del fatto che il suo predecessore aveva mostrato alcune criticità. Infatti, sotto la scocca troviamo un HiSilicon Kirin 810, chipset AI realizzato a 7 nm con CPU Cortex-A76 a 2.2 GHz, coadiuvato da una GPU Mali-G52 con GPU Turbo 3.0, 6 GB di RAM LPDDR4X e 256 GB di memoria interna UFS 2.1 espandibile tramite microSD.
Faccio subito notare che le animazioni di base sono un po’ lente e sembrerà che le app non si aprano in maniera istantanea, ma basterà andare nelle opzioni sviluppatore e impostare la velocità delle animazioni a 0.5x (o toglierle) e la situazione cambierà immediatamente, rendendo lo smartphone più scattante e snello.
Infatti, nell’utilizzo quotidiano non ho mai riscontrato alcuna criticità o rallentamento, cose che invece si erano mostrate parzialmente sull’Honor 9X. Il passaggio da un app all’altra avviene con immediatezza e la gestione delle app in background è ottimale. L’unico aspetto che mi sento di far notare riguarda in realtà il software, perché dovremmo bloccare (con il lucchetto) alcune app in background per far sì che ci arrivino tutte le notifiche, in quanto non abbiamo una sincronizzazione continua a causa dell’assenza dei servizi Google.
Per il resto lo smartphone si è comportato egregiamente ed i test benchmark hanno riportato dei buoni risultati, soprattutto nella velocità di lettura e di scrittura delle memorie. Vi lascio in seguito alcuni screenshot.
Ottime prestazioni anche per quanto riguarda il gaming, in quanto l’Honor 9X Pro riesce a riprodurre senza criticità anche i titoli più pesanti come Asphalt 9. L’esperienza di gioco è fluida e decisamente coinvolgente grazie anche all’ampio display.
Non scordiamoci infine che tutto ciò è dovuto grazie anche all’ottimizzazione effettuata dalla GPU Turbo 3.0 che si occupa della gestione dei processi in background e dal Kirin Gaming+ che permette di sfruttare il sistema di raffreddamento liquido per dissipare il calore in eccesso.
Fotocamera
Dal punto di vista fotografico non cambia nulla, infatti, Honor 9X Pro possiede un triplo modulo con sensore principale da 48 mega-pixel con apertura f/1.8, un obiettivo grandangolare da 8 mega-pixel con visione a 120° ed un ulteriore sensore più piccolo, da 2 mega-pixel, sfruttato solo per il calcolo della profondità di campo.
Le impressioni sugli scatti rimangono più o meno le stesse, in quanto lo smartphone offre delle fotografie sufficienti per il segmento in cui si colloca e alla pari di altri suoi competitor come quelli della serie Redmi Note.
Infatti, di giorno riusciamo ad ottenere degli scatti con un buon bilanciamento dei colori ed una discreta gestione delle luci, alla quale si affiancano anche dei buoni bokeh, sebbene il livello di dettaglio non sia altissimo.
L’HDR continua ad essere nascosto all’interno delle impostazioni e non si ha un’icona che permette di attivarlo immediatamente, ma tanto il risultato ottenuto è praticamente identico a quello della Modalità AI che invece si attiva dalla schermata principale della fotocamera. Questa ci consentirà di riconoscere la scena, migliorare i parametri ed enfatizzare i soggetti.
La fotocamera grandangolare pecca nel livello di dettaglio e nella gestione delle luci che a volte risulta mancare un po’ di lucidità. A questi aggiungiamo anche un po’ di distorsione ai lati, ma principalmente si nota solo se andiamo a zoommare molto la foto una volta scattata.
In notturna la situazione peggiora perché il rumore digitale si fa notare maggiormente, ma fortunatamente la modalità notte dell’EMUI ci viene in aiuto migliorando notevolmente gli scatti, sebbene il livello rimanga sempre sulla sufficienza. Comunque facciamo presente che in situazioni di scarsa luminosità la messa a fuoco è un po’ lenta, mentre la grandangolare ci restituisce dei risultati di scarsa qualità.
Insomma, facendo un riassunto fin qui ho notato un comparto fotografico in linea con altri smartphone della sua fascia di riferimento, però è importante far notare anche che a 249 euro troviamo smartphone più costosi che hanno visto un taglio nel prezzo e che presentano una fotocamera superiore.
Frontalmente, invece, troviamo un sensore da 16 mega-pixel con apertura f/2.2. In questo caso mi sento di ripetere quanto detto precedentemente, in quanto in condizioni di buona luminosità gli scatti sono buoni e mostrano un livello di dettaglio sufficiente anche se ci sarebbe un po’ da rivedere la gestione delle luci che a volte porta ad alterare anche gli altri colori. Per quanto riguarda i selfies in notturna la qualità peggiora ed il livello di dettaglio cala, anche in questi casi la gestione delle luci è un po’ ballerina.
I video possono essere registrati fino a un massimo di 1080p a 60 fps. Sarà possibile passare da un sensore all’altro, durante le riprese, solo utilizzando i 720p a 30 fps. Per quanto riguarda qualità e colori vale quanto detto precedentemente, mentre la messa a fuoco è abbastanza rapida e la stabilizzazione è aiutata dall’intelligenza artificiale che garantisce un risultato migliore rispetto alle classiche stabilizzazioni digitali di fascia medio-bassa.
Audio e connettività
L’audio in uscita dal singolo speaker dell’Honor 9X Pro ha un buon volume, ma tende a privilegiare maggiormente le frequenze alte a discapito di quelle basse e medie. In cuffia però (sia Bluetooth che con cavo) la situazione migliora notevolmente.
In capsula l’audio è cristallino e non abbiamo notato nessuna distorsione, anzi, anche il nostro interlocutore ci sente in maniera chiara e pulita grazie ai microfoni integrati.
Dal punto di vista della connettività, su questo Honor 9X Pro abbiamo Wi-Fi a/b/g/n/ac Dual Band, il Bluetooth 5.0 ed il GPS (L1+L5 dual band)/AGPS/Glonass/BeiDou. Non manca ovviamente il supporto alla connettività 4G LTE con un doppio slot SIM (singolo se si usa una microSD) che non mi ha mai dato alcun problema, sebbene io abbia avuto modo di testare la rete dati solamente da casa visto il periodo difficile in quarantena. Questo mi sembrava corretto farlo presente, perché non ho avuto modo di testare lo smartphone in città, con diversi cambi di cella e così via.
A differenza del suo predecessore, a bordo abbiamo finalmente l’NFC! Quindi non disperate, fortunatamente è stato fatto questo upgrade che riavvicinerà una buona fetta di utenti. Presente infine la radio FM.
Il sensore d’impronte digitali posto sul profilo destro è molto rapido e preciso, basterà poggiare leggermente il dito che lo smartphone sarà già sbloccato.
Software
A bordo dell’Honor 9X Pro abbiamo l’EMUI 9.1.1 basata su Android 9 Pie con patch di sicurezza aggiornate a Novembre 2019. Inoltre, proprio come su Huawei P40 Lite, non sono presenti i servizi Google ma solamente i Huawei Mobile Services con l’AppGallery come store per le app.
Andiamo con ordine e parliamo prima dell’interfaccia, infatti, l’EMUI la conosciamo già molto bene e a bordo sono presenti una lunga serie di personalizzazioni come ad esempio quelle relative alla taratura dei colori del display, i temi, le modalità di risparmio energetico, la protezione occhi, Phone Clone e tanto altro ancora.
Tuttavia, ho riscontrato diverse mancanze che mi hanno fatto un po’ storcere il naso, iniziando dall’assenza del riconoscimento facciale che al giorno d’oggi è presente su qualsiasi smartphone, oppure dall’assenza della modalità scura o il doppio tocco per risvegliare il display. Speriamo che con un aggiornamento nel breve termine si possa correggere il tiro.
Per quanto riguarda i Huawei Mobile Services farò la stessa premessa fatta per il P40 Lite. Dopo un primo approccio spiazzante, ci si comincia a fare l’abitudine. All’inizio bisogna prenderci la mano e tenere a mente che non potremo utilizzare le app di Mountain View, né app e servizi di terze parti in cui siamo abituati ad effettuare l’accesso direttamente tramite Google. Tanto per fare un esempio, all’inizio ho avuto un po’ di grattacapi a causa della rubrica: i numeri vengono salvati sull’account Google e quindi passare ad uno smartphone senza i suoi servizi equivale a dover inserire i numeri manualmente oppure fare un backup da asportate. Tuttavia basta utilizzare Phone Clone, l’app di Huawei/Honor che li copia automaticamente dal precedente dispositivo.
L’AppGallery di Huawei – ovvero il suo store proprietario – è sì fornito, ma al momento mancano vari nomi noti. Per citarne qualcuno, se volete installare Facebook, WhatsApp, PUBG, Brawl Stars, Spotify o Waze dovrete necessariamente scaricare i rispettivi APK. Nel caso di Facebook e WA, cercandoli nello store si verrà reindirizzati direttamente alla pagina del download dell’APK. Mancano all’appello anche varie app per i benchmark, mentre software come Telegram, TikTok e Call Of Duty Mobile sono scaricabili dallo store senza problemi. Comunque potete “trasportare” le vostre app a bordo di Honor 9X Pro grazie a Phone Clone.
Il tutorial che ci consentiva di installare i servizi Google attraverso Chat Partner non è più valido perché quest’ultimo è stato bannato. Un metodo alternativo per installare le app desiderate è attraverso ApkPure o ApkMirror anche se le app Google non saranno funzionanti. Purtroppo qui non si trova nell’AppGallery la comodissima TrovaApp vista su P40 Lite, ovvero una sorta di motore di ricerca che ci trovava automaticamente l’apk dell’app desiderata rimandandoci all’indirizzo da cui scaricarla.
Autonomia – Honor 9X Pro
L’assenza dei servizi Google non può che far giovare l’autonomia, in quanto non saranno presenti sincronizzazioni continue. Sotto la scocca di Honor 9X Pro troviamo una batteria da 4000 mAh la quale ci restituisce un’autonomia da capogiro.
Infatti, con utilizzo medio (Social, app di messaggistica, video, Spotify, ebook reader, navigazione web, il tutto maggiormente da Wi-Fi) non è difficile arrivare a circa 9 ore e mezza di display attivo con un giorno e mezzo di utilizzo. Quindi se solitamente usate lo smartphone in maniera sporadica potrete arrivare anche a due giorni senza problemi.
I tempi di ricarica non sono rapidissimi, perché con l’alimentatore da soli 10W fornito in dotazione si raggiunge il 100% in poco più di 2 ore.
Conclusioni – Honor 9X Pro
Rispetto al suo predecessore, l’Honor 9X Pro di passi avanti ne ha fatti sia dal punto di vista hardware che dal punto di vista dell’autonomia. Qualcosa tuttavia è cambiato, a bordo non abbiamo più i servizi Google ma i Huawei Mobile Services, ma come abbiamo detto anche in altre recensioni, nonostante un primo impatto spiazzante, con il tempo sarà solamente questione di abitudine.
Il resto dei comparti mi è sembrato in linea con i suoi competitors, ma quello che fa storcere un po’ il naso sono alcune assenze dal punto di vista software come la mancanza dello sblocco con il volto, della dark mode (che non influisce su un display IPS, ma che può far piacere anche dal punto di vista estetico o può affaticare meno gli occhi) e qualche altra piccola chicca.
Insomma, Honor 9X Pro verrà venduto a 249 euro che con i suoi tagli di memoria da 6/256 GB è tanta roba e soprattutto è unico nel suo genere, ma per il resto si ritrova nella media.