Anche quest’anno arriva il refresh della gamma Mate da parte di Huawei. Ad aprire le danze, lanciato con più di un mese d’anticipo, è Huawei Mate 20 Lite. Si avverte un cambio di tendenza rispetto al predecessore, soprattutto nel design: il nuovo mid-range opta per il notch e si caratterizza per la presenza del Kirin 710 e ben 4 fotocamere. Anche sotto il profilo estetico e costruttivo fa un bel salto in avanti, con materiali premium. Insomma, le premesse sono delle migliori: scopriamo come si è comportato nella nostra recensione.
Recensione Huawei Mate 20 Lite
Unboxing
La confezione si presenta come un elegante box nero, cartonato con lavorazione morbida ed è piuttosto ricca. Al suo interno troviamo:
- Huawei Mate 20 Lite;
- Auricolari con ingresso mini jack 3.5 mm;
- Alimentatore da parete Huawei Quick Charge 9V – 2A;
- Cavo USB – USB Type-C;
- Estrattore per le SIM;
- Manualistica;
- Cover in TPU;
- Pellicola protettiva.
Design e qualità costruttiva
Nonostante questo Huawei Mate 20 Lite sia il più “economico” della gamma, la cura dei dettagli è notevole, pur con qualche carenza. Il device presenta un display da 6.3 pollici, ma la forma allungata in 19.5:9, unita alle misure di 158.3 x 75.3 x 7.6 mm per 172 g, offre un’impugnatura considerevole, aiutata dalla lavorazione 2.5D dei vetri: anche senza il supporto di una cover lo smartphone rimane ben saldo in mano.
A migliorare ancor più il grip – purtroppo, questa volta – c’è un trattamento oleofobico pessimo. Non appena si utilizza il device, sia il display che la back cover si ricoprono di ditate, il che non è molto piacevole alla vista. Piccolo neo, probabilmente accentuato nella variante Platinum Gold protagonista della nostra recensione.
Tralasciando quest’aspetto, il device si presenta molto solido ed al tatto conferisce una sensazione premium sia sul retro che per il frame laterale. Proprio la back cover, sulla quale alloggia la dual camera, con flash LED si caratterizza per un senso di dinamicità grazie all’effetto ottico 3D restituito dal vetro.
Rimanendo sul retro, abbiamo un sensore ID rapido e preciso. Sul sensore biometrico vanno spese due parole: grazie alle implementazioni software è possibile utilizzarlo per varie gestures, fra cui calare la tendina delle notifiche e scorrere le foto nella Galleria. Come alternativa abbiamo poi il Face Unlock, efficace ma con i soliti limiti legati alle condizioni di luce.
Mi ha sorpreso per resistenza e senso di stabilità il frame in alluminio lucido, che ospita in basso lo speaker mono, ingresso mini-jack e USB Type-C, mentre sulla destra il bilanciere del volume ed il tasto Power. Completamente pulite le estremità sinistra e superiore, interrotte rispettivamente soltanto dal carrellino dual SIM (oppure SIM+microSD) e dal microfono per la soppressione dei rumori.
Display
Questo Mate 20 Lite punta su un display molto ampio: un’unità da 6.3 pollici Full HD+ (2340 x 1080 pixel) in 19.5:9 e densità di 409 PPI. Il pannello si comporta discretamente, nonostante non sia esente da pecche. Molto buona la sensibilità del touch, che non mi ha mai dato alcun tipo di problema, così come la laminazione, che permette al display di non perdere gran parte della fedeltà cromatica con l’inclinazione.
Ci troviamo davanti ad un IPS nella media, senza troppi difetti e neanche pregi considerevoli. Il sensore di luminosità è piuttosto reattivo, con un livello di luminosità massimo adeguato anche all’aperto, anche se inclinandolo si nota un certo calo.
Lato software è possibile modificare alcuni parametri, come la saturazione e la temperature cromatica. Si può anche nascondere il notch, per tutti coloro che lo preferissero. È possibile anche abbassare la risoluzione in HD+, per migliorare il risparmio energetico. Non manca la modalità Lettura, per non affaticare la vista in fase notturna, così come quella ad 1 mano per rendere l’interfaccia più facile da gestire in mobilità.
Prestazioni
Il Huawei Mate 20 Lite integra la più recente soluzione proprietaria per i medio-gamma, ovvero il Kirin 710, realizzato a 12 nm ed accompagnato dalla GPU Mali-G51 MP4 ad 1 GHz. Si tratta di un SoC basato sull’architettura ARM, con CPU octa-core con 4 Cortex-A73 a 2.2 GHz e 4 Cortex-A53 ad 1.7 GHz. A completare il comparto hardware abbiamo poi 4 GB di RAM LPDDR4X e 64 GB di storage, espandibili tramite microSD fino a 256 GB.
In generale questo smartphone si è rivelato un ottimo compagno nell’utilizzo quotidiano. E, cosa che ho particolarmente apprezzato, il processore non tende mai a scaldare, anche con un uso intenso. Tuttavia, Huawei Mate 20 Lite non mi ha particolarmente impressionato per le sue prestazioni. Questo per alcuni micro lag sia nella navigazione tra le pagine, sia nell’apertura delle app che nella fotocamera. Niente di così penalizzante, lo smartphone, anche in virtù dei 4 GB di RAM rimane sempre reattivo, ma mi sarei aspettato una maggiore fluidità generale.
Stesso discorso va fatto per i giochi, dove non ho avuto alcun tipo di problema in relazione a titoli più leggeri, ma ho riscontrato qualche lag di troppo giocando a PUBG con dettagli medi. In questo caso viene in soccorso la Game Suite che, con buona pace di autonomia e temperature, incrementa (a mio avviso realmente) le prestazioni di gioco.
Benchmark
Qualità fotografica
Huawei Mate 20 Lite è balzato agli onori della cronaca per il suo comparto fotografico composto da ben 4 sensori. Anche in questo caso le mie aspettative sono state in parte disattese. Sul retro abbiamo una dual camera da 20+2 mega-pixel con apertura focale f/1.8, autofocus PDAF e singolo flash LED, con il sensore secondario incaricato di acquisire la profondità per l’effetto bokeh.
Sample dimensioni originali (Google Drive)
Gli scatti si presentano ricchi di colore, in alcuni casi anche troppo, “grazie” all’intervento dell’intelligenza artificiale. L’eccessiva saturazione fa sì che, anche in situazioni di luce media, si riscontri un po’ di rumore fotografico. Inoltre, i dettagli catturati non sono molti di giorno e ancor meno di notte, pur non restituendo mai foto impastate. Nonostante i proclami, il comparto principale è nella media.
Il software fotografico è piuttosto ricco ed una parte importante è occupata proprio dall’elaborazione AI. Questa feature permette il rilevamento della scena per applicare le correzioni del caso. Devo dire che il più delle volte l’AI rileva in maniera coerente il contesto (che si tratti di fiori, piante, cibo, ecc.), anche se non sempre l’utilizzo porta dei benefici. Le foto scattate con l’AI tendono ad essere molto più sature, quindi utili in situazioni di scarsa luminosità, meno quando c’è buona luce. Un altro limite palesato dalla modalità AI riguarda poi l’impossibilità di effettuare lo zoom.
Tra le impostazioni che tornano sicuramente utili nel quotidiano abbiamo l’HDR Pro Live, visibile in tempo reale anche negli scatti Portrait, e la modalità Notte, utile per catturare soggetti immobili con scarsa luminosità. Non mancano poi implementazioni più divertenti, come le lenti AR per registrare video nelle sembianze di piccoli animaletti, risultando abbastanza fedeli nel catturare i movimenti del volto. Tra tutte le features disponibili, sono rimasto leggermente deluso da una delle più richieste: la modalità Ritratto. Pur avendo una camera dedicata alla profondità (sia fronte che retro) non mi ha soddisfatto in quanto a precisione.
Anche frontalmente abbiamo una dual camera che, in trend con gli ultimi smartphone, supera in risoluzione quella principale. Ci troviamo di fronte ad un doppio sensore da 24+2 mega-pixel con apertura focale f/2.0. Questi si comportano sulla falsariga del modulo posteriore: colori accesi e qualità fotografica non eccelsa anche in situazioni ottimali, lasciando un po’ l’amaro in bocca visti i tanti mega-pixel a disposizione. In notturna, invece, complice anche il flash del display e la tendenza alla saturazione dei colori, si ottengono buoni risultati.
Lato video abbiamo la possibilità di registrare in Full HD a 60 fps senza stabilizzazione o a 30 fps con stabilizzazione EIS. La qualità delle clip catturate è altalenante: da un lato abbiamo bonus la modalità HDR Pro ed una buona stabilizzazione, dall’altro la messa a fuoco non è molto precisa. Le altre modalità includono Time Lapse e Slow-Motion.
Connettività e qualità audio
Huawei Mate 20 Lite supporta il dual SIM con la possibilità del 4G per entrambe. Il device sotto questo punto di vista non si fa mancare nulla: il comparto è composto da Wi-Fi ac Dual Band, Bluetooth 4.2 con aptX HD, GPS/A-GPS/GLONASS, NFC, Radio FM ed USB Type-C 2.0.
Niente da dire sulla ricezione che, nei giorni di utilizzo si è comportata egregiamente, così come l’audio in capsula ed il microfono. Un piccolo appunto va invece fatto allo speaker mono che, nonostante restituisca un suono pulito, non è eccessivamente alto né particolarmente profondo. Ad ogni modo ho gradito la presenza dell’ingresso mini-jack da 3.5 mm.
Software
Sul Mate 20 Lite troviamo la EMUI 8.2 basata su Android 8.1 Oreo. Se la maggior parte dei produttori sta gradualmente uniformando il proprio OS all’esperienza stock di Google, la EMUI 8.2 è presente – nel bene o nel male – in ogni comparto del telefono. Una personalizzazione così marcata può essere un vantaggio da non trascurare, ma al contempo uno svantaggio, soprattutto dal lato estetico.
Anche se c’è il notch, alla sua sinistra vengono mostrate fino a 4 notifiche (oppure 3, se si è connessi al Wi-Fi). Le personalizzazioni proseguono con la possibilità di impostare l’app drawer, al posto della visualizzazione standard. Ancora assenti – purtroppo – le gestures full screen che, viste le dimensioni dei devices attuali, sembrano essere inevitabili. Al loro posto troviamo invece la classica navigation bar a 3 tasti (4, se si considera quello per abbassare la tendina delle notifiche). Questi sono invertibili, così come sostituibili dal tasto singolo di navigazione, con cui muoversi tramite gestures.
La EMUI permette anche di regolare la griglia delle icone (4×6, 5×5 e 5×6) a seconda delle esigenze. Oltre ai classici risparmi energetici che limitano le applicazioni in background, abbiamo la modalità “Batteria Ultra” che consente l’utilizzo al massimo di 6 app, inibendo tutte le altre. Abbiamo anche la possibilità di registrare il display ed il menù veloce che può rappresentare un’alternativa solo residuale alla barra di navigazione. Sempre in tema di “personalizzazione” abbiamo l’app Temi che permette tantissime modifiche alle icone e non solo.
L’esperienza utente della EMUI presenta quindi luci ed ombre: da un punto di vista grafico si presenta un po’ “vecchia” ed in alcuni frangenti anche pesante. Tuttavia, consente una serie di opzioni – alcune delle quali molto utili – che si fanno poi apprezzare e alle quali ben presto ci si affida nell’uso quotidiano.
Autonomia
Sotto questo punto di vista, Huawei Mate 20 Lite si è comportato in maniera più che positiva. Grazie alla batteria da 3750 mAh raggiunge in scioltezza il traguardo della giornata di utilizzo e non solo. Pur utilizzandolo in maniera costante, tra mail e notifiche push da più app, con giochi pesanti e molto streaming, il device mi ha portato a sera e, il più delle volte, a metà del giorno seguente.
Con un uso medio, prevalentemente in Wi-Fi, ha superato le 7 ore di schermo acceso. Le cose cambiano abbinando alla Wi-Fi anche il 4G e l’utilizzo cala a 6 ore. Mi è anche capitato di rimanere per più di 24 ore fuori casa e Mate 20 Lite si è comportato a dovere, con l’utilizzo del display che è calato comprensibilmente intorno alle 4.5 ore. A fronte di una batteria così capiente e di un’autonomia importante, il vero plus risulta essere il supporto alla Huawei Quick Charge che permette la ricarica dallo 0% al 100% in poco meno di 2 ore.
Recensione Huawei Mate 20 Lite – Prezzo e conclusioni
Huawei Mate 20 Lite è un telefono che ha un forte impatto visivo, ben costruito e con un design piacente. Discreto sotto il profilo hardware, si fa valere anche per il comparto fotografico ma senza brillare. Trarre questo tipo di conclusioni esulando dal prezzo sarebbe facilissimo, ma non realistico: attualmente il device non regge il confronto qualità/prezzo. A queste cifre risulta essere meno conveniente sia rispetto a molti competitor esterni, ma soprattutto interni. Rimanendo in famiglia si potrebbero preferire device come Honor 10 o addirittura Mate 10 Pro spendendo qualcosina in più. Ovviamente le cifre caleranno ed intorno ai 300€ potrebbe rappresentare una buona scelta.
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