ZTE: dietrofront USA alla collaborazione

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Si apre un nuovo capitolo della storia che ha tenuto banco in queste settimane tra ZTE e l’amministrazione americana. Quest’oggi arrivano notizie non del tutto positive per la compagnia cinese. Infatti, in controtendenza rispetto a quanto dichiarato da Trump non più di qualche giorno fa, arriva oggi la dichiarazione molto forte da parte di una commissione parlamentare bipartisan che vorrebbe confermate le sentenze iniziali. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

La disputa tra ZTE ed il governo americano non accenna a placarsi

tweet zte vs usa

Poco tempo fa vi avevamo raccontato di una schiarita da parte di Trump nei confronti di ZTE. Infatti l’attuale presidente USA, tramite un tweet aveva dichiarato la volontà di ridurre le sanzioni all’azienda cinese per evitare ripercussioni più grandi. La sentenza molto pesante imposta alla compagnia, infatti, secondo il tycoon oltre a penalizzare fortemente le aziende americane, avrebbe portato al collasso migliaia di dipendenti asiatici. La situazione si è evoluta rapidamente e ad oggi è profondamente cambiata. Sempre ad un cinguettio è affidato il cambio di rotta: l’autore dell’emendamento Dutch Ruppersberger  ha confermato l’inasprimento delle sanzioni emesso dalla commissione bipartisan.

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Nell’annunciare la conferma della linea dura verso ZTE, il politico non ha risparmiato una forte critica all’uomo dell’ “America First“. La sanzione verso l’azienda cinese quindi risulterebbe confermata all’unanimità da entrambi i partiti. Risulta chiaro ormai, che la questione in sè – la vendita di materiali tecnologici all’Iran – è da considerarsi soltanto un casus belli per una disputa interna prima ed internazionale poi. Se da un lato, infatti, i rappresentanti americani hanno tenuto fede alla sanzione per cercare di indebolire la Cina, dall’altra vi è una ragione interna. Inevitabilmente, la presa di posizione bipartisan è sintomo di un malessere manifesto nei confronti dell’operato “lunatico” dell’amministrazione Trump. Pare quindi che ZTE sia ormai in un caso che vada oltre i singoli interessi e che, salvo colpi di scena, difficilmente si placherà.


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