Fa strano vedere agricoltori, allevatori e contadini che svolgono il proprio lavoro, su strade sterrate, a cavallo di un futuristico Ninebot. Una contraddizione figlia di una Cina spaccata tra progresso tecnologico ed impetuosa espansione industriale ed un’altra ancora in via di sviluppo, dove il tempo sembra essersi congelato. Una spaccatura che ci lascia spiazzati: il futuro sembra essersi palesato all’improvviso. Dall’asino non si è passati per il motore a scoppio, ma si è giunti direttamente al motore elettrico di un Ninebot. È un tweet di Donovan Sung, portavoce di Xiaomi Global, ad alzare il sipario su questo ossimoro.
Le ragioni del successo: praticità, sostenibilità e prezzo
In realtà la situazione appare piuttosto naturale se analizziamo determinati aspetti. Lo Xiaomi Ninebot non ha bisogno di patente per essere guidato, può raggiungere la velocità di 16 km/h, coprire fino a 22 km di distanza con una carica ed arrampicarsi su superfici con una inclinazione fino a 15°. I suoi motori elettrici non inquinano e non pesano sull’economia della famiglia, che non è costretta a pagare il carburante.
La vera killer feature è, però, il prezzo di vendita, assolutamente accessibile anche alla popolazione rurale della Cina. Occorrono circa 275 dollari per acquistarne uno ed incrementare esponenzialmente la propria produttività. Una cifra irrisoria rispetto all’investimento imposto dall’acquisto di una macchina o un ciclomotore. Una riscoperta, questa, anche per la stessa Xiaomi, che aveva originariamente previsto un uso cittadino del suo scooter che, a quanto pare, riesce a disimpegnarsi egregiamente anche su superfici decisamente sconnesse. Per scoprire il ulteriori dettagli sullo Xiaomi Ninebot, potete leggere questo articolo.
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